Il caso Marta Russo di Lietta Tornabuoni
// caso Marta Russo // caso Marta Russo IOCO criminale, delirio di onnipotenza, delitto gratuito, raptus, il movente che consiste nell'«assenza di un movente specifico», il blocco psicologico «superato soltanto con l'aiuto degli investigatori», sensazioni, impressioni, incertezze, smentite, pentimenti: ricche di semplificate citazioni psicologico-letterarie, le indagini sull'uccisione all'Università di Roma della studentessa Marta Russo sembrano non finire mai. Dopo mesi di testimonianze vaghe e di perizie imprecise o inconcludenti, di irreperibilità dell'arma del delitto e di trionfali dichiarazioni «il caso è chiuso», adesso un altro viene accusato per aver fatto pressioni su un testimone che è suo fratello inducendolo a ritirare quanto aveva detto: come nel caso di altri delitti, l'indagine non pare più un lavoro teso a un fine, a una verità, ma un modo di vivere, un impiego del tempo, un intrattenimento esistenziale. Si capisce che Giuseppe Scattone, padre del principale indagato per il delitto, Giovanni Scattone, che insieme con l'altro indagato Salvatore Ferraro sta in carcere da oltre due mesi e mezzo, non si arrenda, che lotti per suo figlio, Sostiene di non arrivare a capire la logica dell'accusa: «Come può saltare in mente a un ■ ■rtft-i». , wv., , . , giovane incensurato, psichicamente e moralmente sano, a una persona che tutti descrivono come equilibrata, di mettersi a sparare per uccidere una sconosciuta, in pieno giorno, in presenza di persone che lo conoscono, compiendo oltre tutto impossibili acrobazie?». Sostiene di non riuscire a cogliere alcuna traccia di buon senso nelle tesi del ra ptus o del gioco: «E dopo questo istante di foiba il giovane torna per trentacin que giorni al suo lavoro, alle sue svariate attività accade miche, sostiene un esame di storia alla facoltà di Lettere, tiene una relazione a un convegno, continua a vivere con suo padre e con i soliti amici senza mai dare il mi nimo segno di turbamento?». Ma lo smarrimento, la I confusione non riguardano | soltanto chi è direttamente toccato dalla morte della ragazza all'Università romana: per tutti il caso Marta Russo diventa un simbolo del moltiplicarsi di delitti senza colpevole sicuro, di uccisioni senza prove certe, di indagini senza fine che proliferano su se stesse senza condurre a una soluzione. E' l'altra faccia di quella crisi della giustizia sempre evocata dai Vip poco tranquilli o implicati in faccende losche. I vecchi complotti italiani rimasti segnati dal motto «la verità non si saprà mai», registrati nei libri di storia recente come misteri insondabih, vengono surclassati dall'enigma quotidiano, quasi abituale, dei crimini comuni non chiariti. BAZAR Un'amica si rallegra: che bellezza, a Roma hanno aperto un bazar dell'usato come a Londra, a Parigi o a New York, un negozio dove si possono depositare perché siano venduti gli abiti belli in buono stato che non si portano più oppure gli oggetti di piccolo antiquariato che si è stufi di vedersi intorno, un'iniziativa davvero pratica, utile e mo-;i derna, segno che nonostante tutto anche da noi... Contenta, porta al bazar le sue cose, ne ottiene un preciso elenco, ricevute ben compilate: e aspetta. Invano. Poco dopo il negozio svuotato è di nuovo da affittare e i gestori del bazar, una volta raccolto tutto il possibile, sono svaniti. Una truffa come tante, sul genere di quelle che venivano raccontate a Lucrano in tv: però dover stare perpetuamente in guardia da qualcuno (lo Stato per primo) che vuol prendere i soldi o le cose, fregare, derubare, sfruttare, imbrogliare, abusare, provoca uno degli stati d'animo più oppressivi e sfiduciati, nell'Italia d'autunno oppressa da troppi guai. Lietta Tornabuoni
Persone citate: Giovanni Scattone, Giuseppe Scattone, Marta Russo, Salvatore Ferraro
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