Fuga di notizie, è polemica
Fuga di notizie, è polemica Fuga di notizie, è polemica E la vicenda arriva in Parlamento MODENA DAL NOSTRO INVIATO Venerdì prossimo, davanti al Tribunale del riesame di Bologna, Francesca E. avrebbe dovuto difendersi di nuovo da quell'accusa mostruosa, pedofilia, per aver «venduto» sua figlia, la piccola M. di otto anni. Venerdì prossimo, Francesca E. non ci sarà. E' morta suicida domenica scorsa, buttandosi dal balcone al quinto piano della sua abitazione di Mirandola, un paesone a Nord di Modena, dove da giorni si trovava agli arresti domiciliari. Sul tavolo, solo un biglietto: «Sono innocente». L'accusa che le aveva fatto aprire le porte del carcere prima, della detenzione domiciliare poi, è la violazione degli ordini del Tribunale dei minorenni, che le aveva imposto di non avvicinare M. né l'istituto religioso di Reggio Emilia in cui si trova la piccola da quando è stata allontanata dalla madre. «Io, pur di vederla, sono pronta anche ad andare in carcere. Ho già la valigia pronta», aveva detto Francesca E. ai suoi legali, prima di quell'unico incontro, quando alla figlia aveva regalato un orsacchiotto di peluche, un abbraccio e la rassicurazione di una madre trattenuta lontana. «Se le avessero concesso almeno di vederla, anche solo un'ora alla settimana, anche alla presenza di assistenti sociali, tutto questo non sarebbe successo», accusa Tullio Virgili, il difensore di Francesca E. che mette nel mirino il Tribunale dei minorenni. Ma sono ancora molti i buchi neri nell'inchiesta condotta dal pm Andrea Claudiani di Modena. Un'inchiesta nata dalle confessioni di un bambino di sette anni che ha raccontato di orge con i suoi amichetti, con amici più grandi, anche con una donna che lui ha sempre chiamato Franca e che invece, secondo l'accusa, dovrebbe essere proprio Francesca E.( la donna che prima di ammazzarsi ha scritto su un biglietto: «Sono innocente, non ce la faccio più». L'ultima goccia, per lei, sono state le due perizie disposte dalla procura su sua figlia M. In nessuna delle due perizie eseguite da medici specialisti di Milano si confermano senza ombra di dubbio le violenze sessuali. I due medici usano termini più sfumati, parlano di lesioni «compatibili» o ricollegabili in modo «altamente probabile» a violenze sessuali. «Quelle due perizie ci hanno sorpreso, ma perché nessuno ha mai interrogato la piccola?», si chiede l'avvocato Virgili, sul tavolo un fascicolo alto così, pieno di carte, dubbi e domande che non hanno ancora ricevuto una risposta. E che forse, adesso che Francesca E. è morta, non l'avranno mai. Quelle due perizie, divulgate in tempo reale, sono state l'ultima molla che ha fatto scattare Francesca E.. Chi le abbia divulgate, nes¬ suno lo sa. Ma adesso è polemica su quella fuga di notizie. «La prima colpa è di chi dà certe notizie, non di chi le diffonde. E' ipocrita scaricare tutto sui mezzi di informazione», tuona il parlamen tare dell'Ulivo Vincenzo Siniscal chi. «C'è troppa enfasi sulla pedofilia, non si può sempre cacciare il "mostro"», gli fa eco Alfredo Mantovano di an. In linea con Tiziana Maiolo di Forza Italia, che ha presentato una interrogazione parlamentare al ministro della Giustizia Flick. In attesa, sono poche le certezze legate al suicidio di Francesca E.. Anche l'autopsia, disposta ieri, non ha ancora accertato se la donna, prima di gettarsi dal balcone, era sotto l'effetto di sostanze psicotrope. Sul tavolo accanto alla finestra, sono state infatti ritrovate alcune confezioni vuote di Lexotan. Cosa di nessuna importanza, adesso che Francesca E. è morta dichiarando fino all'ultimo di essere innocente. [f.pol.l Gli esami sulla figlia non cancellano tutte le ombre L'avvocato: se le avessero lasciato vedere la bimba, sarebbe viva ti procuratore di Modena Walter Boni In alto Francesca, la donna che si è suicidata perché accusata di pedofilia
Luoghi citati: Bologna, Milano, Modena, Reggio Emilia
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