«Ebrei, perdonateci» di Enrico Benedetto

«Ebrei, perdonateci» «Ebrei, perdonateci» Mea culpa della Chiesa francese PARIGI DAL NO$TRO CORRISPONDENTE La Chiesa di Francia domanda perdono agli Ebrei, che lasciò perseguitare da Vichy snaturando la propria missione. Fu «una colpa», e pure grave riconosce 57 anni più tardi l'episcopato transalpino. L'iniziativa rompe il silenzio sull'ambigua linea che la gerarchia cattolica imboccò dopo l'armistizio, giungendo a coprire il regime e i suoi ministri nella pagina forse più bieca del Pétainismo: le leggi razziali. Ieri, le scuse. In una lunga dichiarazione che il vescovo Olivier de Berranger ha letto a Drancy - il borgo nella banlieue parigina da cui partivano i convogli verso la «soluzione finale» - il cattolicesimo transalpino riconosce che la sua defezione lasciò svilupparsi e trionfare un «ingranaggio mortifero». Vi furono nuances diverse. E tuttavia, malgrado i casi di eroismo e abnegazione personali, il clero brillò per «conformismo, prudenza, astensione». «Accecamento», sentenzia il monsignore. >• Ma l'autocritica va oltre. L'antisemitismo vichysta - che fu, sappiamo oggi, spontaneo e premuroso di anticipare i desideri hitleriani - trovò fertile terreno nella tradizione giudeofoba cui il cristianesimo attinse per secoli. Solo il Concilio Vaticano II vi pose termine, affermano i presuli. Emerge dunque in filigrana un «mea culpa» per l'eccessiva timidezza delle posizioni romane durante la II Guerra Mondiale. Prevalse, tra i pastori francesi, il «silenzio». 0, addirittura, l'«indifferenza». «Il tentativo di sterminare il popolo ebraico» giustificava un'«indignazione» che troppi ecclesiastici non fecero propria, relegando la sua tragedia fra le «conseguenze secondarie» in gioco negli Anni Bui. Donde, mezzo secolo più tardi, una «lettura critica». «Non si può vivere in pace con un passato rimosso o menzognero» sostiene la lettera pastorale. Bisogna «riconoscere i peccati», invocando Dio: «Perdonaci». Solo così risulterà credibile «una maggiore vigilanza in favore dell'uomo», su cui i firmatari vogliono impegnarsi «da ora in poi». Le reazioni ebraiche oscillano fra gratitudine, apprezzamento, soddisfazione e cautela. E' indubbio che la «déclaration de repentance» usi una franchezza nuova, e pur citandoli non invochi distinguo o alibi sostanziali. La si giudica, comunque, assai tardiva. Dopo le esitazioni mitterrandiane, nel luglio '95 Chirac volle chiedere scusa, «in nome della Francia» all'ebraismo francese malgrado il «governo legittimo» - quello gollista, secondo l'interpretazione abituale - non avesse nulla da rimprove¬ rarsi. Le compromissioni ecclesiastiche furono maggiori? No, giacché l'establishment cattolico mai incoraggiò le persecuzioni statali. Ma, nel contempo, l'inerzia o la condiscendenza di cardinali e parroci verso la pia «Rivoluzione nazionale» del ma- resciallo impedirono che Radio Londra e il gollismo trovassero una qualche analogia istituzionale in campo religioso. Il documento vescovile intende farne ammenda. La confessione pubblica non poteva che essere liberatoria. E tuttavia, i cattolici tradizionalisti - per tacere i lefebvriani - vi individuano, sdegnandosi, l'ennesima «manovra capitolatoria». Anziché affermare il suo magistero, rivendicando con energica determinazione anche gli episodi storici più controversi, la Curia (e lo stesso Pontefice) preferirebbero flagellarsi con scuse umilianti retroattive. Nel riprendere il filone, JeanMarie Le Pen giudica «scandalosa» la pratica. «Incolpare i predecessori è una sciocchezza» dice, «tantopiù che dal pulpito giunsero non poche testimonianze favorevoli agli israeliti». Gli piacerebbe nondimeno, e lo scrive, veder la Chiesa nazionale '97 fare una bella retromarcia chiedendo indulgenza per aver difeso «l'immigrazione straniera invece del patrio suolo». Enrico Benedetto «Durante il regime di Vichy non abbiamo condannato le leggi razziali» «L'antisemitismo ha trovato spunti nella tradizione antigiudaica» L'arcivescovo di Parigi Jean-Marie Lustiger stringe la mano al gran rabbino di Francia Joseph Sitruck

Persone citate: Chirac, Curia, Francia Joseph Sitruck, Le Pen, Marie Lustiger, Olivier De Berranger, Parigi Jean

Luoghi citati: Francia, Londra