«Diana mi fece leggere le lettere di Camilla» di F. Gal.

«Diana mi fece leggere le lettere di Camilla» «Diana mi fece leggere le lettere di Camilla» BRIGHTON DAL NOSTRO INVIATO C'è una mina vagante neU'mterminabile vicenda legata a Diana e alla sua tormentata esistenza: le lettere d'amore che la sua grande rivale, Camilla Parker Bowles, scrisse a Carlo e che la principessa mostrò ad Andrew Morton - l'autore del clamoroso libro pubblicato nel 1992 e scritto in pratica sotto dettatura - per accreditare le sue confessioni d'infelicità. E' lo stesso Morton a rivelarne l'esistenza, nell'introduzione alla nuova edizione riveduta e corretta del libro («Diana: Her Trae Story») la cui uscita in Inghilterra è stata ora fissata per lunedì prossimo e che sta già provocando un piccolo terremoto. L'Inghilterra si spacca: la beatificazione di Diana esce danneggiata dalle rivelazioni che fu proprio lei la «gola profonda» - definizione di Morton - che ispirò quel libro così dannoso per la monarchia e la famiglia reale. Le disgustate reazioni di Buckingham Palace non bastano a cancellare il sospetto che dietro questa nuova svolta possa esserci proprio la famiglia reale. Morton non dice di avere ancora copia delle lettere, anche se questo è probabile. Ricorda soltanto, nelle anticipazioni offerte dal «Times», la «passione» che animava Diana ogni volta che il discorso cadeva su Camilla: «Era talmente preoccupata di non apparire paranoica o sciocca, che mi mostrò numerose lettere e cartoline della signora Parker Bo¬ wles a Carlo per dimostrare che non s'inventava la loro relazione. Quei billets-doux'- appassionati, pieni di desiderio soppresso hanno confermato a me e al mio editore che i sospetti di Diana erano corretti». Perché quelle lettere non furono pubblicate 5 anni fa? La paura di una denuncia per diffamazione, confessa oggi Morton. Non solo: il nome di Camilla, per lo stesso motivo, non comparve mai nel libro: «Con grande delusione di Diana non fui in grado di scrivere che il principe Carlo e Camilla erano amanti. Invece dovetti alludere a una "amicizia segreta"». Andrew Morton, che viene ora accusato di cinismo per il modo in cui sta sfrattando la morte di Diana (pare che abbia firmato il contratto per la riedizione appena 24 ore dopo la morte della principessa), riferisce dei suoi incontri segreti con la sua «gola profonda». Il controllo definitivo dei testi, conferma Morton, fu sempre di Diana. «In un'occasione - ricorda Morton - Diana fu così commossa dalla propria storia che mi confessò di avere pianto, leggendo, di dolore». Un'altra volta modificò anche un particolare fattuale, a proposito di un tentativo di suicidio durante la gravidanza del principe William. Quando si gettò dalle scale a Sandringham la prima ad accorrere fu Elisabetta. Rileggendo le bozze, Diana corresse: non la regina, disse, ma la regina madre. Un senso di rispetto per Elisabetta? Non si direbbe, dal resto del libro. Ma forse è un alibi, oggi, per Morton. [f. gal.]

Persone citate: Andrew Morton, Camilla Parker Bowles, Carlo, Parker Bo, William

Luoghi citati: Inghilterra