Di Pietro difende gli indagati
Di Pietro difende gli indagati Boato: era meglio se lo ricordava quattro anni fa. Rsapia: si è reso conto dei danni Di Pietro difende gli indagati «L'avviso di garanzia non sia una spada di Damocle» MILANO. «La Politica non può essere né condizionata né cadenzata dai ritmi della Giustizia». Così, con tanto di maiuscole, si esprime Antonio Di Pietro, nella sua rubrica settimanale su Oggi. L'ex pm, che da magistrato firmò decine di avvisi di garanzia che determinarono l'uscita di scena di molti uomini politici coinvolti in fatti di corruzione, afferma che l'avviso di garanzia a un politico non può essere considerato una condanna. «L'azione penale è obbligatoria - ricorda Di Pietro - e quindi è giusto aprire un fascicolo se qualcuno denuncia un esponente politico o una sua decisione politica. Non è però giusto che ogni volta che vengono svolte indagini nei confronti dei politici, costoro debbano per ciò solo ritrovarsi delegittimati da¬ vanti ai propri elettori». Chi svolge attività politica - insiste Di Pietro non può vivere ogni giorno «con la spada di Damocle del pubblico disonore, che deriva dalla divulgazione arbitraria sugli organi di informazione delle iniziative giudiziarie». Stupite, quando non ironiche, le reazioni negli ambienti del Polo, mentre l'ex pm continua la sua campagna elettorale nel Mugello. «I miei avversari fanno le cicale, io sono una formica», ha detto a Borgo San Lorenzo, dove oggi festeggerà il compleanno. «Sono esterrefatta - commenta Tiziana Maiolo -. Forse se ne è accorto un po' tardi, ma mi fa piacere. Vuol dire che Di Pietro comincia a ragionare da politico. Meno male, significa che finalmente si è deciso ad abbando¬ nare la toga...». Per l'ex ministro della Giustizia Alfredo Biondi, «Di Pietro è come il vino: invecchiando migliora.,, Sono passati appena tre anni ed oggi sento ripetere da molti le stesse cose che mi costarono campagne di insulti e denigrazioni inaudite». Sul fronte opposto, il Verde Marco Boato, relatore in Bicamerale sulla Giustizia, si è detto «perfettamente d'accordo» con Di Pietro. «Se se lo fosse ricordato quattro anni fa non sarebbe stato male...». Per Giuliano Pisapia, presidente della commissione Giustizia, «Di Pietro ha finalmente capito i danni creati da un uso spregiudicato di questo strumento. E' un problema di coerenza - ha concluso l'esponente di Rifondazione c'è chi è coerente e chi no», [r. i]
Luoghi citati: Borgo San Lorenzo, Milano
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