Scalfaro: «Attenti a non sprecare tutto»

Sindaco Varese Appello anticrisi lanciato da Mestre: «Siamo in una fase delicata che può diventare decisiva» Scalfaro; «Attenti a non sprecare tulio» Lunga telefonata con il premier MESTRE DAL NOSTRO INVIATO L'indice è puntato al tricolore che pende dall'osteria «Al Calice», il tono della voce è da invocazione. Sul palco, Oscar Luigi Scalfaro ha accanto i presidenti di Camera, Senato, Corte Costituzionale più quattro ministri. Inaugura una piazza parlando di Italia unita e moneta europea, ma adesso tocca a Finanziaria e governo: «Sono stati fatti grandi passi, ma attenzione a non sprecare tutto!». Non può ancora sapere, il Presidente, che l'ultimo giorno di settembre sta portando poderose ventate di crisi. Alle sei Scalfaro è a Venezia, Palazzo Grassi, in visita alla mostra sugli Espressionisti tedeschi. Ma le parole del mattino, le invocazioni da piazza Ferretto, riprendono attualità: «E' una fase delicata che con buona volontà può diventare decisiva», ammette. Sempre che la volontà sia quella di «non sprecare tutto»: dal governo alla Finanziaria, dall'Europa alla Bicamerale. Una piazza piena, 10 mila conterà la Questura. Bambini delle elementari e cavalieri di Vittorio Veneto, operai di Marghera e l'Associazione nazionale granatieri. Tutti qui, dominati dal palco color porpora e da un enorme striscione rosso: «Da piazza Ferretto una sola voce: l'Italia non si rompe!!». Tutti qui per din» «No alla secessione». Ma quando arriva Scalfaro la secessione finisce nel pretesto. Di leghisti nessuno. Chi prova a fischiare, espulso. «Il Capo dello Stato non sfida nessuno, tantomeno i concittadini», dice Scalfaro. A Giancarlo Galan, il presidente della Regione che non aveva gradito questa mobilitazione di Autorità per l'inaugurazione di una pubblica piazza, concede una battuta: «Grazie per il benvenuto: sarò stato un po' disubbidien¬ te, ma non potevo non venire». A metà pomeriggio, per Scalfaro, Venezia potrebbe rivelarsi il posto sbagliato nel momento sbagliato. Ma per il Quirinale la crisi di governo viene definita sotto controllo. «Nessuna variazione nel programma del Presidente». Ieri Mestre e Venezia, questa mattina Tolmezzo e la Carnia, nel pomeriggio ritorno a Roma. Gli uomini del Presidente, in Prefettura, ostentano tranquuhtà, negano emergenze e perfino la mezz'ora di telefonata tra Scalfaro e Romano Prodi. Con le ultime mosse di Rifondazione Comunista deve passare la nottata, e in ogni caso, anche se Prodi salisse al Colle, per il Quirinale non sarebbe ancora crisi: tutto va deciso in Parlamento, e dunque il Presidente lo rimanderebbe alle Camere. Calma, dunque. Aspettare e magari tentare la mediazione con Fausto Bertinotti. «Attenzione a non sprecare tutto» vale anche o soprattutto per lui e Rifondazione. In piazza Ferretto, forse pensando a Bertinotti, l'altra invocazione di Scalfaro era stata proprio per il «lavoro!», per i «diritti proclamati e non vissuti», per «il vitale diritto al lavoro». Detto che «nell'interesse del popolo italiano non bisogna sciupare queste grandi cose e sprecare tutto», il Presidente media con un'altra frase ancora: «Occorrono atti di coraggio decisivo perché le soluzioni non siano provvisorie e fatiscenti, ma soluzioni vere». Coraggio perché «l'Italia chiede a ciascuno di noi responsabilità, fratellanza, armonia, solidarietà e collaborazione». Una crisi di governo sarebbe da maledizione. «Da 15 anni si parla di riforme e un'intesa degna di elogio ha indicato la struttura nuova dello Stato». Sarebbe ad esempio quell'autonomia tanto cara al sindaco Massimo Cacciari. Ecco, attenti «a non sciupare queste grandi cose: c'è l'interesse del popolo italiano...». E il rischio secessione? Sta in uh angolo, in queste ore. E sta in poche battute, dal-palco. «No alle divisioni. Non servono a nulla, soprattutto nel nostro popolo. Ci sono già le divisioni nella natura matrigna e nelle possibilità di vita che fanno soffrire il popolo italiano». Ai mestrini ha portato i saluti dei bambini di Napoli, incontrati sabato scorso. Ha portato il dolore dei terremotati di Umbria e Marche. Ha elogiato il volontariato. Al fischiatore solitario sono seguiti gli applausi di tutta piazza Ferretto, ma Scalfaro li ha frenati: «No, non mettiamoci a colloquio di fischio». Una piazza in festa, imbandierata e allegra, pronta all'applauso per presidenti e ministri, mentre a Roma il governo comincia a star davvero male. Tanto che Tiziano Treu, ministro del Lavoro, doverosamente ringrazia i convenuti: «Il momento è delicato e la piazza era veramente calda. Ci voleva proprio...». Giovanni Cerniti Gli imprenditori federalisti della Life lanciano pomodori contro un manichino del Capo dello Stato durante la visita del Presidente a Mestre