«Sergio ha scelto i partiti e indebolisce il sindacato» di Paolo Patruno
«Sergio ha scelto i partiti e indebolisce il sindacato» «Sergio ha scelto i partiti e indebolisce il sindacato» INTERVISTA L'ALA SINISTRA DELLA CGIL IAMPAOLO Patta HHHperché critica l'aper^8S&r tura di Cofferati sulle pensioni d'anzianità? Come leader di «Alternativa sindacale», minoranza della Cgil che raccoglie gran parte dei militanti iscritti a Rifondazione, non teme di essere accusato di fare la quinta colonna di Bertinotti? «No, questa è un'accusa che nessuno mi può rivolgere. Perché in questi mesi ci siamo guadagnati il rispetto generale proprio dimostrando la nostra autonomia da Rifondazione, facendo prevalere l'interesse sindacale e non quello del partito». Resta il fatto, comunque, che ora è uscito allo scoperto, insieme con altri contestatori come il leader dei metalmeccanici Sabattini, per contrapporsi alla linea di Cofferati. Perché? Quali errori addebita al leader del suo sindacato? «Esprimo delle critiche di merito su come Cofferati ha condotto finora la trattativa. E la più grave è la rinuncia da parte del- la Cgil alla nostra richiesta di negoziare su una ipotesi di riforma già condivisa dal governo e dalla sua maggioranza, Rifondazione compresa». Appunto, perché Bertinotto continua a essere una mina vagante per il governo. «Ma accettando di trattare con il governo, che poi a sua volta deve trattare con Rifondazione mettendosi d'accordo anche con gli altri partiti della maggioranza, la Cgil rischia di delegare ai partiti politici quella che doveva restare gelosamente una mediazione sindacale». Ma che cosa cambia per la Cgil? «Cofferati ha messo la Cgil in un ruolo scomodo, perché ha cambiato il ruolo del sindacato. Non è più un mediatore autonomo, come dovrebbe. Ma, oltre a trattare con il governo, ormai è abituato a vedere questo o quel leader politico, come è successo ieri a Cofferati con D'Alema e Marini. Con tutti i pericoli che comporta per il sindacato una netta scelta di campo fra un partito e l'altro della sinistra». Certo, se Cofferati avesse incontrato Bertinotti, sarebbe tutto diverso per i militanti di Rifondazione della Cgil. Ma quali rischi concreti ci sono? «Se la Cgil sceglie a maggioranza la posizione di un partito, al suo interno si registrerà una grave lacerazione, riproducendo opposti schieramenti di partito. E questo è grave, ripeto, perché potrebbe portare a una rottura politica nella Cgil. E trovo francamente preoccupante che oggi il nostro sindacato non pensi a mediare fra le forze della sinistra, ma si schieri nettamente a favore di una». In concreto, in che cosa dissente da Cofferati? «Su tre cose fondamentali. Non condivido il giudizio positivo sulla Finanziaria, l'accettazione del riferimento al pil per la spesa sociale e le modifiche proposte sulle pensioni d'anzianità. Perciò siamo pronti a presentarci con un nostro documento al voto del direttivo». Quindi è crisi, rottura nella Cgil? «La vera rottura l'ha voluta Ciampi nella trattativa, quando si è impuntato per mille miliardi. Che rischiamo di pagare al primo soffio di Borsa». Paolo Patruno Il leader della corrente Prc Giampaolo Patta contesta il segretario: la Finanziaria non va e nemmeno il legame fra spesa sociale e pil
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