AHRONOVITCH AL LINGOTTO
AHRONOVITCH AL LINGOTTO AHRONOVITCH AL LINGOTTO Franck, Musorgskij e Skrjabin aprono la serie di concerti ha la cittadinanza israeliana, ha sempre riservato un occhio di riguardo. E così la seconda parte della serata vede l'esecuzione dell'Intermezzo da «La Fiera di Sorocincy» di Modest Musorgskij, con la partecipazione del Coro Accademico di Odessa diretto da Grigorij Lioznov. Molti controlleranno sul programma di sala, pensando di avere letto male: in effetti questa pagina non è altro che una versione particolare di «Una notte sul monte Calvo». Non quello riscritto a colori brillanti da Rimskij-Korsakov, che si sente di norma, bensì quello firmato da Vissarion Scebalin, che ha anche ricostruito le parti mancanti dell'opera in una versione «presuntivamente originale», secondo la definizione di Gioacchino Lanza Tornasi. Tale intermezzo vuole rappresentare gli incubi notturni di un giovane che, avendo alzato troppo il gomito a cena, crede di trovarsi in un festino di diavoli sino allo spuntar del sole, annunciato dal rintocco delle campane. La chiusura della serata propone un altro nome russo, quello del visionario Aleksóindr Skrjabin. Il compositore sarà rappresentato dall'opera più celebre da lui lasciata, il «Poema dell'estasi op. 54». E' di fatto la sua Quarta Sinfonia, scritta dal 1905 al 1907, e venne originariamente concepita, annota Faubion Bowers, come «un poema orgiastico e orgasmico nel quale l'Uomo-Dio arriva alla liberazione attraverso l'amore e il sesso, la creazione e la procreazione». Anche qui si propone una versione particolare dello stesso Skrjabin, quella del 1912 con coro. Leonardo Osella Sotto vari aspetti la stagione 1997-98 della Rai è un momento importante di verifica. Si controllerà la crescita dell'orchestra e la sua familiarità con il repertorio irrinunciabile, quello delle grandi opere e dei massimi autori. Si misurerà meglio il grado di fusione tra il direttore onorario Eliahu Inbal e il «suo» complesso. Ma soprattutto si valuterà la risposta del pubblico, piuttosto contraddittorio, che ha già lasciato dei segni. Certi vuoti in sala registrati in sala l'anno scorso, per esempio, non sono piaciuti a Kurt Sanderling, che ha declinato l'invito a dirigere ancora. E Giuseppe SinopoH in questa stagione dirigerà due concerti, ma soltanto in una serata ciascuno: gli abbonati della serie rossa ne ascolteranno uno, quelli della serie azzurra l'altro e quelli della serie gialla resteranno a bocca asciutta. Comunque la stagione si presenta davvero invitante e sarà illustrata dal direttore artistico Sergio Sablich direttamente al pubblico che vorrà partecipare all'incontro, proposto dagli Amici dell'Orchestra, mercoledì 1° ottobre alle 18 nella Sala di rappresentanza dell'Auditorium di piazza Rossaro. d l ldri il pTornando al calendario, il succitato Sinopoli centellina le presenze ma propone il prediletto Mahler con i «Canti di un viandante», la Prima e la Seconda Sinfonia. Ritorna anche Jeffrey Tate, che dedica un concerto a Strauss (quel prodigio rappresentato dalle «Metamorfosi» scritte per 23 archi divisi in altrettante parti soliste e il complesso poema sinfonico «Vita d'eroe, op. 40») e un altro in cui si uniscono la impressionante «Nona Sinfonia» di IL CARTELLONE SINOPOLI, ACCARDO, JUDD E INBAL Bruckner e il non meno coinvolgente «Ottavo Concerto per orchestra» di Goffredo Petrassi. Di Ahronovitch che apre la stagione parliamo qui sopra. Carlo Maria Giulini, ormai alla soglia della leggenda, privilegerà gli ascoltatori con la «Messa di Requiem» di Verdi, aiutato dal Coro dell'Orchestra di Parigi e da quattro solisti come Julia Varady, Katia Lytting, Stuart Neill e Peter Mikulas. E certamente nessuno vorrà perdere l'appuntamento con sir Neville Marriner, che proporrà con «La mer» di Debussy e il «Concerto in soto di Ravel (solista Homero Franceschi le Giulini e Neville Marriner (a destra). In alto Ahronovitch
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