Tartarughe, rettili venuti dall'eternità

Tartarughe, venuti dall'eternità Tartarughe, venuti dall'eternità non è sempre uguale. In certi anni incomincia a piovere in gennaio e continua per quattro mesi, in altri tutto si riduce a uno o due acquazzoni in marzo o aprile. Comunque, la stagione delle piogge, lunga o breve che sia, è l'epoca degli amori. E' allora che i maschi diventano eccitati e aggressivi. Per quanto le loro lotte siano ritualizzate - il confronto tra i rivali è una prova di forza, non un duello cruento - i contendenti si sollevano sulle zampe anteriori e affrontano gli avversari a bocca spalancata, come se volessero morderli. Ma poi si limitano a spingersi muso contro muso, finché uno dei due si allontana. Il vincitore deve ora conquistarsi una femmina e non sempre è cosa facile. Lei si schermisce. Spesso lui la deve inseguire e non riesce a starle dietro nel groviglio della vegetazione. Quando finalmente riesce ad acchiapparla, la immobilizza mordendole le zampe. Poi i due si uniscono e l'accoppiamento può durare anche PIANTA CARNIVORA Bentornata Drosera! Per i botanici si tratta di «un piccolo miracolo»: estinta da oltre due secoli al Nord delle Alpi, è riapparsa in centinaia di esemplari in una zona nel cantone San Gallo la pianta carnivora Drosera intermedia, forse germogliata da semi vecchi di duecento anni. Mentre alcune droseracee - spiega il portavoce di un gruppo di ricercatori botanici svizzeri - si incontrano spesso a Nord delle Alpi, in particolare nelle torbiere d'altitudine, la Drosera intermedia era considerata estinta nella regione. Il suo ritorno nei pressi di Altstaetten potrebbe spiegarsi con la germinazione di semi dormienti da circa duecento anni e risvegliati dal ritorno di condizioni favorevoli. In altre parole, il ritorno della Drosera potrebbe essere una conseguenza, questa volta positiva, dell'effetto serra. un'ora. In questa fase, i maschi lanciano fortissimi muggiti che si odono fino a 200 metri di distanza. Nel bel mezzo della stagione secca le femmine gravide migrano nelle parti più infuocate delle caldere vulcaniche per deporre le uova, simili per forma e dimensioni alle palle da bigliardo. Non c'è migliore incubatrice naturale. Per raggiungere le località adatte, percorrono anche molti chilometri. Poi, giunte sul posto prescelto, scavano faticosamente la terra arida con le zampe posteriori, fanno due o tre buche e vi lasciano scivolare dentro le uova, ricoprendo i nidi con terra, mescolata a urina ed escrementi. Incominciano a scavare generalmente nel pomeriggio inoltrato e terminano il loro lavoro dopo circa dodici ore. Prima di allontanarsi spianano la superficie, rotolandocisi sopra varie volte e premendo il terreno con la corazza. Da 4 a 6 mesi dopo emergono le tartarughine, ma una folla di nemici è in agguato, pregustando il sapore delle loro tenere carni. Sono predatori naturali, come le poiane, ma soprattutto predatori introdotti incautamente nelle Galapagos dall'uomo, come cani selvatici, gatti, maiali e ratti. Per cui si può dira che sopravviva si e no un uovo su diecimila. E' un miracolo che le gigantesche tartarughe delle Galapagos siano giunte fino ai giorni nostri, nonostante lo spaventoso massacro dei secoli passati. Questi rettili sono stati la dispensa viveri di interi bastimenti, quando le navi dei pirati prima e quelle dei pescatori di balene poi facevano regolarmente scalo nelle isole per approvvi-

Persone citate: Gallo, Pianta Carnivora