CHE MENAGRAMO di Oreste Del Buono

CHE MENAGRAMO CHE MENAGRAMO Altri vecchietti terribili di Lunari: ilPriviteri, principe della jella ARO' balengo, ma per me I Vecchietti di Enzo Lunari sono come I ragazzi della via Pai di Ferenc Molnar. Sono una banda. 0 magari due bande, perché sono amici e nemici secondo come va la vita. E sono sempre pronti a combattere perché la vita non è pace. Pace è solo la morte. E' il Priviteli, il principe dei menagramo, che si prova sempre a farlo ammettere a Eritreo Cazzulati. Una volta ci è quasi riuscito a far crepare Eritreo Cazzulati dopo averlo intontito con l'elenco dei morti di un'ex terza C in cui avevano studiato fianco a fianco. L'episodio s'intitola appunto La Terza C. e mostra Eritreo Cazzulati beccato su una panchina da un tale che ha pronunciato subito il suo nome, mentre lui stentava ad appioppare un nome a quel lugubre chiacchierone. Tutto vestito di nero l'altro aveva cominciato a snocciolare nomi di defunti di quella lontana Terza C. E, quando Eritreo Cazzulati aveva finalmente recuperato il nome del suo molesto interlocutore, Priviteli, aveva provato l'impellente voglia di congedarsi per non ubriacarsi a forza di defunti. Nell'attraversare la strada, però, aveva visto irrompere un minacciosissimo camion e non sapeva (come, del resto, gli astanti) in che modo si fosse salvato, approdando anelante dall'altra parte delle strisce per ululare al cornacchione restato in panchina un selvaggio: «Ehi Priviteli...», seguito da un feroce gesto dell'ombrello. E da allora aveva" cercato di evitare il menagramo di vocazione e professione perché incontrarlo era peggio che imbattersi in un gatto nero passando sotto una scala di venerdì diciassette. Ma, a questo punto, non conviene raccontare questo o quell'episodio alla rinfusa. Meglio parlar della composizione della banda, disponendo di esaurienti note dell'autore. L'autore avverte che in una serie di storielle, la cui produzione dura da parecchi anni, può subir variazioni non solo il carattere dei personaggi ma anche il loro stato di famiglia e persino il loro aspetto fisico, riformandosi poco per volta per sedimentazione successiva di piccoli particolari nel tempo secondo le esigenze. «Non farà meraviglia», sostiene Enzo Lunari, «se a Eritreo Cazzulati, che pare essere "solo al mondo" un domani salterà fuori, che so? una sorella di nome Libia o una figlia sposata nel Venezuela. Da questo punto di vista ogni personaggio è un vero e proprio work in progress...». Al momento. Eritreo Cazzulati vive sòlò'r dopò ~àvef'fatto un mestiere qualsiasi (impiegato del catasto, forse, o qualcosa del genere). Non risulta aver mai nutrito troppe ambizioni o può darsi che i casi della vita gli abbiano impedito di realizzarle. A ottantadue anni, comunque, ne ha una, unica e inflessibile: vivere una vecchiaia il più carogna possibile senza cedere alla facile tentazione di accontentare quelli che vorrebbero che lui si togliesse dai piedi; ovvero si potrebbe dire il resto dell'umanità. Eritreo Cazzulati rivela dopo tante umiliazioni passate, di non essere affatto tagliato per l'ubbidienza e di avere, al contrario, istinto di capo, persino una tendenza dittatoriale. Così si sente superiore nel cortile, a esempio, sul cav. Bizzini, suo dirimpettaio, balcone a balcone, che vive con la figlia, il genero e i ragazzi un maschio e una femmina e potrebbe essere privilegiato, ma se sapesse scrollarsi di dosso il rischio di venir ficcato in un ospizio per anziani. Il cav. Bizzini l'ha scampata, sino a questo momento, ma non è mai sicuro di scamparla ancora. Con l'Angelina, la grassa portinaia dello stabile, non molto alfabetizzata, ma abbastanza positiva ed efficiente come una volta s'insegnava a essere a molti provenienti dalle classi sociali meno abbienti, Eritreo Cazzulati ha rapporti per così dire diplomatici. Lei va su da lui due volte la settimana, a fargli i mestieri. «Per pura carità cristiana» assicura l'Angelina «perché lui da solo non riuscirebbe neppure a scaldarsi una tazza di latte», ma Eritreo Cazzulati fa sapere che lei si comporta così «per tormentarlo e saziare in questo modo la sua brama di potere». Quanto a donne, Eritreo Cazzulati ha a che fare anche con Laudomia Vigano ved. Zampoggi, l'inquilina del quarto piano, su cui ha messo gli occhi, arrivando quasi a convincersi di essersene perdutamente innamorato. Ma, data l'età, non sussistendo l'urgenza ormonale, è probabile che le esortazioni di Eritreo Cazzulati a «mettersi insieme» mirino soprattutto a mettere insieme non due cuori, ma due pensioni e a dimezzare le spese dell'affitto. Di donne, c'è ancora ja signora Rosa," ùria' 'di quelle donne che s'incontrano sul pianerottolo immancabilmente in vestaglia come se fosse una divisa obbligata. Ma non è una coinquilina qualunque. Almeno da quando, avendo seguito un corso di rabdomante per corrispondenza ha ricevuto un diploma in finta pergamena. Ormai si dà delle arie da premio Nobel. E con le donne non finisce qui, c'è anche la Desolina, un'anziana beghina sempre in scialle di lana nera con frange di cui non si può dire molto d'altro. Impossibile paragonarla a un'altra Signorina. La Signorina Noemi Pegreffi, che ha alle spalle una vita dedicata completamente all'insegnamento. E' stata maestra alle elementari di tutti i bambini del quartiere (compresi Cazzulati, Bizzini, Priviteli ecc.). Tutti sugli ottant'anni e oltre. Ma lei di anni ne ha centoquattro ed è ancora vivacissima. Non demorde assolutamente. Ogni volta che incontra uno della combriccola gli chiede impetuosamente le tabelline, specialmente quella del 7 che è notoriamente la più difficile. E ai quasi inevitabili sbagli corrispondono puntuali bacchettate sulle dita inferte naturalmente per il bene del malcapitato. Gli altri uomini sono presenti in tono minore. 0, comunque, sfigurano in confronto alle donne. A esempio il Prof. Aoristo Perfetti, ex insegnante di greco e latino al liceo, è naturalmente il più colto di tutti, anche della ex maestra Pegreffi. E viene ascoltato volentieri come un lusso immeritato. Ma il suo guaio è la penosa mancanza di senso pratico. Da quando sta in pensione è sempre lì lì per «dare alle stampe» un suo saggio intitolato Ipocrisia e adulazione nelle Satire di Persio e si culla nel sogno che sarà un bestseller. Ma si limita a sognare. Anche Aiace Vincilaguerra, generale in pensione, sogna molto. Ma almeno fa qualcosa per essere fedele al suo mito dell'efficienza fisica. Si alza all'alba, si lava con l'acqua fredda anche d'inverno, compie ogni giorno chilometri di passeggiate, e per di più fa le scale a piedi di corsa riempiendo di Quando rischiò di far crepare Cazzulati elencando i morti della Terza C in cui avevano studiato Quanto a donne. Eritreo posa gli occhi sulla vedova Zampoggi. L'obiettivo: mettere insieme non due cuori ma due pensioni sgomento e rancore Eritreo Cazzulati a cui non piacciono simili esibizioni. Chi resta da citare in questa rassegna della banda Cazzulati in cui non esistono quasi sillabe mie, avendo saccheggiato le note dell'autore in un servizio del prossimo numero di Linus'? Di Priviteri, s'è detto (anche troppo a rischio). C'è da citare, come no? Pepe, schifoso pennuto dal becco a forma di falce, «Rappresenta l'angoscia del tempo che passa, la paura della morte. Quella che ha il Cazzulati», dice Enzo Lunari, perché ognuno ha la sua, per così dire personalizzata. 11 Cazzulati ha questo uccellacelo invadente e volgare, un altro può avere una scimmia, un pappagallo, un gatto selvatico o un... tapiro... inutile dire che ognuno vede la sua e non vede quella degli altri». Però nei ritratti che Enzo Lunari in Linus non si è limitato a fare a parole ma ha fatto anche a disegni (e disegni a colori) persino lo schifoso Pepe appare, se non uno schianto, grazioso. Oreste del Buono ItAKTFZZAIiifl

Luoghi citati: Libia, Venezuela