VIAGGIO TRAI CAFIRI DELL'INDUKUSH E LE TRASPARENTI SETE DI CLEOPATRA

VIAGGIO TRAI CAFIRI DELL'INDUKLISH E LE TRASPARENTI SETE DI CLEOPATRA VIAGGIO TRAI CAFIRI DELL'INDUKLISH E LE TRASPARENTI SETE DI CLEOPATRA IL CAMMELLO BATTRIANO Stefano Malatesta Neri Pozza pp. IS3 L. 22.000 IL CAMMELLO BATTRIANO Stefano Malatesta Neri Pozza pp. IS3 L. 22.000 TINERARIO luminoso (luminosamente «serico») goduto su antiche carte prima ancora che sul campo, quello di Stefano Malatesta nel cuore dell'Asia. Ne è testimonianza Il cammello battriano: narrazione-documentoindagine. Dodici agili capitoli dedicati ai luoghi elettivi, e una memoria di Ella Maillart, «l'ultima esploratrice», morta in Svizzera all'inizio del '97. L'autore non si lascia certo sgomentare dall'alluvione dei libri di viaggio - a smentita di chi, cinquant'anni addietro, dava per spacciato il genere hi sé. Si tiene piuttosto stretto alle metafore pressocché eterne mutuate da Borges («l'andare come trascorrere del tempo, il sonno come morte, il sogno cone vita, il mare come immensità...») e, con elegante distacco, ci partecipa la sua esperien¬ za. Sarà magari più faticoso muoversi in uno spazio millimetrato, vulgato e cosparso di gasate emozioni, ma la fantasia di un Ubero ricercatore non ne soffrirà. Eventi vicini e lontani, residui mitografici, tesori polverizzati nel deserto, costumi di popoli e paesi che a distanza stolidamente conglobiamo, la tengono all'erta e insieme producono un bel racconto «culturale». Non per nulla vengono citati e salutati Bruce Chatwin, Robert Byron, Fosco Maraini, Giuseppe Tucci e il Calvino delle Città invisibili. Tutto è ricondotto a un controllatissimo presente storico e tutto reso con l'immediatezza di uno scanzonato globetrotter. Ad esempio, dopo assidue frequentazioni bibhografiche in Francia e in Inghilterra e gli entusiasmi che provoca un testo buddhista, il Diamond Sutra, stampato nel maggio dell'868 (ben sei secoli lo separano dalla Bibbia di Gutenberg), annota: «Ormai ne sapevo abbastanza per andare in Asia Centrale con qualche bagaglio informativo, oltre alle venefiche pastiglie contro la malaria, lo spray anti- mosquitos e un paio di scarpe con la suola isolante». Parallelamente, Malatesta rende giustizia alla levitazione letteraria, non appena si placano i rumori di fondo e all'agguerrito cronista subentra il visitatore incantato. Là dove si parla di preziosi tessuti, di porpora, di ambra, di giada, la scrittura è così tersa che sembra di avvertire il fruscio delle stoffe lavorate ad Alessandria, a Tiro, ad Antiochia, prima di essere introdotte nel mercato mediterraneo. E nel distinguere il manufatto originale da quello contaminato durante il tragitto, ecco «la seta pura e trasparente che lasciava intravedere il biancore del seno, l'abito con cui Cleopatra sedusse Cesare». Oppure «i pagani con gli occhi azzurri», ossia i cafiri sulla catena dell' Hindukush. «Circondati per migliaia di chilometri tutt'intorno dall'Islam, i calili ne costituiscono l'eccezione. Sono pagani, non si accovacciano per terra come gli orientali». Chi erano costoro? Quale la loro origine? Anche qui, puntigliosa analisi e visione diretta ci consentono di penetrare in un microuniverso fuori rotta. E intanto chiede strada all'infaticabile cammello un curioso avventuriero di accento partenopeo: Paolo Avitabile - 17911853 - («Un napoletano tra i Pathani»). «Dai numerosi coloniali che lo avevano conosciuto, l'Avitabile è descritto come un gentiluomo e come un mostro di crudeltà, che aveva aggiunto raffinatezze di torture europee alla già lunga lista asiatica, come un giudice intemerato e come un rapace furfante..». Mentre nel capitolo intitolato «L'aria è fine a Shangrila» viene celebrata Inestetica» dell'auto secondo la magica interpretazione dei nativi. «La pittura delle fiancate è solo l'inizio di un processo che porta il veicolo a diventare un altare, un retablo, un'opera d'arte barocca e un trionfo di pasticceria... All'interno pendono dal soffitto e dallo specchietto retrovisore coloratissime figure, amuleti, talismani, fotografie, e i cruscotti sono ricoperti da santini. Le luci in soprannumero, rosse, verdi, gialle, non seguono le regole della circolazione, ma obbediscono all'estro dei conducenti e fanno assumere di notte ai camion lo spleni doro di un ufo». Domenico Rea, in una divagazione metropolitana, rappresenta qualcosa di simile ai riti automobilistici di Shangri-la. Ma se il geniale autore di Spaccanapoli avesse avuto occasione di scorrere la pagina di Malatesta, avrebbe probabilmente desistito dal considerare un primato il feticcio strombazzante delle sue contrade. Giuseppe Cassieri Stefano Mal ne «Il camn battriano» racconta un itinerarie preparato p sulle carte, poi vissuto di persona, strade d'Or

Luoghi citati: Alessandria, Asia, Asia Centrale, Francia, Inghilterra, Svizzera