Fiat, parie con Gaz l'operazione Russia di Fabio Martini

Cantarella sigla l'intesa da 1500 miliardi che porterà il gruppo a produrre 150 mila auto Cantarella sigla l'intesa da 1500 miliardi che porterà il gruppo a produrre 150 mila auto Fiat, parie con Gaz l'operazione Russia Anche Prodi alla cerimonia MOSCA DAL NOSTRO INVIATO Nel lunghissimo salone della Casa Bianca di Mosca, Paolo Cantarella, amministratore delegato del gruppo Fiat, Nikolai Pughin, presidente della Gaz e Reinhard Schmoele della Bers hanno appena firmato la più importante joint venture nella storia russa per quanto riguarda l'industria manifatturiera. C'è un gran silenzio nel salone del governo russo e ad interromperlo ci pensa Romano Prodi: in piedi - dietro i tre partners ancora seduti - il presidente del Consiglio «lancia» un applauso che viene subito raccolto da tutti i predenti nel Palazzone che ora ospita il governo. Applaude anche il premier russo Victor Cernomyrdin, presente anche lui assieme a Prodi, proprio per conferire maggiore solennità all'accordo. E ora, da una porticina laterale, possono entrare i calici e lo champagne. E così nel candido palazzo divenuto il simbolo della democrazia russa (ed efficacemente restaurato dopo i cannoneggiamenti), è stato firmato ieri un memorandum, premessa di un accordo da 850 milioni di dollari (oltre 1500 miliardi di lire) grazie al quale Nizhni Novgorod, sul Volga, verranno prodotte 150 mila auto Fiat l'anno. Una produzione destinata, nel lungo periodo, a cambiare i connotati del vetusto parcomacchine della Repubblica Russa, che è una giovane democrazia dotata di un mercato giovanissimo. Un accordo accolto con speciale calore dai russi, che al di là delle parole di circostanza del premier Cernomyrdin («Sono molto soddisfatto»), sorridono all'idea che una grande azienda investa in Russia e sulla Russia. Per la Fiat, la prosecuzione di un percorso di globalizzazione, tracciato già da anni - in Brasile, Argentina, Venezuela, Turchia, India - e che ora si affaccia con un investimento corposo anche sul mercato russo. «Per la Fiat - ha spiegato l'amministratore delegato Paolo Cantarella - questa è l'occasione per servire il mercato russo, che sicuramente avrà uno sviluppo importante». Ma anche Romano Prodi guarda con interesse ad una più sostanziosa presenza italiana in Russia. Con una costanza che lo sta conducendo fuori dell'Italia anche in fasi cruciali, il presidente del Consiglio sta cercando di ricostruire - d'intesa con Dini - una politica estera italiana. Con alcune aree preferenziali: Est europeo e Medio Oriente, prossimamente Estremo Oriente e Sud America. E in Russia dopo il vuoto seguito al feeling Gorbaciov-Andreotti, l'arrivo del nostro premier ha costituito un piccolo evento. Boris Eltsin ha ricevuto Prodi al Cremlino («L'ho trovato in forma smagliante», confiderà più tardi il presidente del Consiglio) e oltre a confermare una sua visita a Roma per il prossimo febbraio, ha fatto due aperture all'Italia, per altro non emerse nelle dichiarazioni successive all'incontro. Eltsin ha fatto capire di essere pronto a raddoppiare le forniture energetiche all'Italia, una dimostrazione di particolare attenzione verso Prodi, un'attenzione confermata anche sul delicatissimo argomento del Consiglio di Sicurezza dell'Orni. All'Italia che chiedeva un appoggio russo alla posizione espressa all'Onu dal ministro Dini, Eltsin ha fatto capire di essere pronto a sostenere la presenza dell'Italia (e a quel punto anche della Germania) fra i venti membri semi-permanenti. Eltsin non deve aver dimenticato l'appoggio fornito dall'Italia alla Russia per l'allargamento del G7. Ma di questa mezza intesa non è stato fatto cenno nelle dichiarazioni molto prudenti fatte successivamente agli incontri da tutti i partecipanti. Dunque anche della questione Onu si parlerà nell'incontro che Eltsin avrà a Roma in occasione della sua visita in febbraio. In quella occasione si perfezionerà e si firmerà an¬ che il vero e proprio accordo tra la Fiat, la Gaz (la seconda impresa automobilistica russa) e la Bers, la Banca Europea per la ricostruzione e lo sviluppo. Per la Fiat lo sbarco sul Volga ha soltanto l'apparenza di un ritorno. Certo, c'è il precedente di Togliattigrad, ma allora ci fu soltanto la fornitura degli impianti, che successivamente - e sotto la gestione dei sovietici hanno sfornato milioni di «Zhigulì». Stavolta l'impegno è assai più significativo. Tre i modelli che saranno prodotti dai nuovi impianti di Nizhni Novgorod a partire dalla fine del 1998: la Palio, la Siena e la Marea. Fabio Martini La firma dell'accordo con Gaz. Primo da destra, l'amministratore delegato Fiat, Cantarella. In piedi, a sinistra, il premier Prodi