Tre ore di paura per la Bonino

In visita ufficiale a Kabul è stata minacciata con i mitra per aver filmato delle pazienti in ospedale In visita ufficiale a Kabul è stata minacciata con i mitra per aver filmato delle pazienti in ospedale Tre ore di paura per la Bonino Arrestata dagli islamici in Afghanistan BRUXELLES DAL NOSTRO INVIATO Prima i kalashnikov puntati dietro la schiena, poi tre ore sotto il sole nel cortile di una prigione, infine il rilascio e la prova che nell'Afghanistan dei taleban non si sa chi comanda. L'ossequioso viceministro degli Esteri che alla fine di una difficile mattinata ha chiesto ufficialmente scusa a Emma Bonino, o le pattuglie della milizia religiosa che l'hanno arrestata insieme a diciotto persone delle delegazione che la commissaria europea si era portata a Kabul in missione umanitaria? Accusa: aver filmato e fotografato donne ricoverate in ospedale. La legge islamica (dei taleban) lo vieta. Che fosse una missione particolare era chiaro. E la Bonino aveva fatto preparare per sè e per le giornaliste (tutte donne, tra cui Christiane Amanpour inviata della Cnn) un velo adeguato al regime ultra fondamentalista. Stoffa blu scura con 10 stemma «Echo» (European Commission Humanitarian Office) come motivo decorativo. Da Islamabad, dov'è arrivata in serata, la commissaria ci assicura di averlo sempre tenuto in testa, non sul viso. Ma non è bastato. Ieri mattina alle 9 il gruppo è stato bloccato da una pattuglia della milizia religiosa. Erano nel Policlinico centrale di Kabul, reparto femminile. La visita era prevista e anzi era stata autorizzata dal governo di Kabul, compreso un giro all'ospedale, l'unico della capitale in cui le donne possono essere curate e che sarà presto finanziato dagli aiuti umanitari europei. La visita non è certo stata una sorpresa. Infatti nel programma inviato ai teleban (e che ci viene mostrato dai funzionari di Bruxelles) si legge chiaramente: «Mother and children health centres». Dunque si sapeva che la delegazione europea sarebbe andata lì. Ma quando le telecamere della Cnn e i fotografi hanno cominciato a riprendere le donne ricoverate, un «uomo con il turbante in testa» è intervenuto. E' comparsa la milizia religiosa. Sono spuntati i kalashnikov che i talebani hanno puntato alla schiena della Bonino, dei volontari e dei giornalisti per spingerli fuori. C'è stata molta confusione e nemmeno la signora Bonino ha saputo spiegarci cosa sia esattamente successo, anche perchè nessuno, della «milizia», parlava lingue comprensibili. L'operatore della Cnn ha tenuto però la telecamera accesa ed ha potuto documentare l'azione. Le immagini sono molto confuse, ma si intravede chiaramente 11 momento della cacciata, le spinte, la minaccia dei fucili mitragliatori e dei loro ricurvi caricatori pieni di proiettili. Queste immagini sono state trasmesse dalla Cnn subito dopo il rilascio. I talebani avevano sequestrato le cassette, ma non avevano il videoregistratore per controllare. I furbi della Cnn gli hanno dato quelle vuote e si sono tenuti quelle giuste. Intanto a Bruxelles si prendeva un po' di tempo a reagire, per aspettare che la signora Bonino uscisse dal territorio afghano senza altre sorprese. Era il ministro degli Esteri tedesco Klaus Kinkel il primo a denunciare il regime di Kabul: «Incredibile e sotto ogni punto di vista infame, l'arresto della signora Bonino. Chi tratta in questo modo gli ospiti stranieri coperti dall'immunità non deve meravigliarsi se l'Afghanistan resta internazionalmente isolato». Solo dopo aver parlato con la Bonino (a metà pomeriggio), è intervenuto anche il presidente della Comissione europea Jacques Santer per «deplorare l'arresto» e «congratularsi con la signora commissaria per l'im¬ pegno e il coraggio». La missione era esclusivamente umanitaria e come tale non comportava alcun giudizio da parte dell'Unione europea sul governo locale nè sul regime dei taleban. L'Unione europea è la prima fornitrice di aiuti all'Afghanistan: 200 milioni di dollari per cibo, sminamento dei territori, medicine, assistenza medica attraverso organizzazioni non governative. Ma ieri il governo di Kabul non è stato sgarbato solo con l'Europa. Mentre la Bonino ve¬ niva arrestata, dal sud della Afghanistan, dalla città di Kandahar, tre funzionari dell'Onu sono stati espulsi. Si erano rifiutati di partecipare ad una riunione in cui una loro collega, finlandese, era stata obbligata a parlare da dietro una tenda, secondo le regole talebane. Arrivata ieri sera in Pakistan, ad Islamabad, Emma Bonino torna oggi in Afghanistan, nel nord controllato da Mansur, nemico dei Talebani. Anche là arrivano aiuti dall'Euro¬ pa. [c. m.l Il commissario europeo Emma Bonino Ieri gli estremisti islamici afghani l'hanno arrestata durante una missione nel Paese