Verso un vertice Cossiga-Berlusconi di Maria Grazia Bruzzone

Verso un vertice Cossiga-Berlusconi Ma alcuni alleati sono perplessi sul progetto della federazione liberal-democratica Verso un vertice Cossiga-Berlusconi II Cavaliere: «L'exPresidente è il benvenuto » ROMA. «Da un pazzo a un morto». Di prima mattina, Francesco Cossiga telefona a Silvio Berlusconi, nel giorno del suo sessantunesimo compleanno. Esordio ironico, affettuosi auguri e solidarietà per gli atti di sciacallaggio politico di cui entrambi sono stati vittima. E questo vuol pur dire qualcosa, sul disgelo in corso fra l'ex presidente della Repubblica, che ha lanciato l'idea di un nuovo Centro cattolico-liberal-moderato proprio alla vigilia del lancio della federazione di centro da parte del leader di Forza Italia. Una coincidenza-concorrenza che aveva spinto alcuni osservatori a dare «per spacciata» la leadership del Cavaliere. E Berlusconi raccoglie subito il segnale. Annuncia che giovedì prossimo dovrebbe tenersi il primo «tavolo allargato» in vista della federazione liberaldemocratica. E fa sapere di aver incaricato Gianni Letta di preparare un incontro con Cossiga: «Ho pregato Letta di chiedere a sua moglie di prepararci una crostata», ironizza anche lui, riferendosi alle reiterate battute del senatore a vita sulle cene a casa Letta. «Non sarà un incontro per arrivare a nuovi patti, che sarebbero "della crostata", ma per stare piacevolmente una sera - spiega Berlusconi. E, più serio, aggiunge: «Chi vuole far politica restando fra i moderati può benisimo congiungere le sue forze alle nostre per rafforzare la nostra azione politica». Come dire: Cossiga è il benvenuto, ma nel nostro progetto. «Cossiga è stato invitato anche alla riunione comune che, se non proprio giovedì, dovrebbe avvenire a metà settimana», racconta il professor Marcello Pera che, in questa fase, funge da responsabile del coordinamento della federazione. Il senatore di Forza Italia ritiene però più probabile che alla fine, se incontro vi sarà, sarà testa a testa fra l'ex presidente e il leader di Forza Italia. Quanto al «tavolo», si sta ancora cercando il luogo adatto. «In ogni caso, non sarà via del Plebiscito», casa di Berlusconi. E anche questo è un segnale. A Cossiga, ma anche agli alleati, alcuni dei quali recalcitrano. Al tavolo di metà settimana hanno infatti aderito il edu di Rocco Buttiglione, l'Unione di centro di Raffaele Costa, due o tre federalisti sparsi, il nuovo psdi di Schietroma. E solo la metà dello sparuto di-appello liberale che proprio ieri è stato ammesso all'Internazionale Liberale, cioè solo Egidio Sterpa, e non Stefano De Luca. Defilato il ecd che ostenta distanza. «Quale tavolo, quello di Preti e Sterpa?», sfodera sarcasmo Pierferdinando Casini. Marco Follini è più esplicito. «11 nostro primo obiettivo è unificarci con il cdu. Dopo di che puntiamo a un progetto radicalmente nuovo: il Polo ha bisogno di una vera rivoluzione, non solo di aggiustamenti che allarghino Forza Italia». Un problema di leadership? «Anche, ma non solo. Noi pensiamo a personaggi come Letizia Moratti, Pellegrino Capaldo, Mario Monti, Sergio Romano». Pera nega che si tratti di mi puro allargamento di Forza Italia. «Una rivoluzione? Dobbiamo metterci gli elmetti?», dice, e insiste che il confronto avverrà sul programma, su cose come lo Stato sociale, lo Stato di diritto, le riforme. Beppe Pisanu, capogruppo azzurro alla Camera che cura il progetto insieme a Pera, spiega: «L'obiettivo è far partire un processo di mtegrazione di tutte le forze democratiche, cattoliche e laiche». Per creare una federazione o un partitone? «Si potrà anche arrivare a un partito unico. Ma la prima meta è una federazione, con una sua autonomia organizzativa», risponde. Per esemplificare, parla di una «Cosa» moderata, alternativa quella che ha in mente D'Alema. Ma è proprio l'egemonia di Forza Italia, e della sua leadership, che i cattolici paventano. Mentre fra gli azzurri c'è chi, come Marco Taradash, mvita Berlusconi a un percorso alternativo: convocare subito il congresso e negoziare con la Lega. Maria Grazia Bruzzone Francesco Cossiga e Silvio Berlusconi

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