E' scoppiata la guerra dell'Iva di Maria Corbi

Sfangata su La Confcommercio contesta i dati del governo e parla di «salasso» da 7600 miliardi W scoppiata la guerra dell'Iva Visco: allarmismi inutili, ricadute inflattive lievi ROMA. Da domani i consumatori dovranno fare i conti con le nuove aliquote Iva al 4, al 10 e al 20 per cento. Scompare la fascia del 16 per cento e per i beni di lusso l'aumento è di un punto. Su quali portafogli graverà maggiormente questo cambiamento che porterà al governo un gettito di cinquemilasettecento miliardi? Difficile fare i conti, ma la misura del governo toccherà sicuramente i bilanci delle famiglie di reddito medio-basso. 11 ministro Visco sdrammatizza e parla di «inutili allarmismi» sulle conseguenze inflattive, visto che l'aumento dell'aliquota dal 19 al 20 per cento, sostiene, «avrà una ricaduta molto modesta». GUERRA DI CIFRE. Associazioni dei consumatori e organizzazioni dei commercianti non si trovano d'accordo sugli effetti dei ritocchi alle aliquote Iva. Una prima stima, calcolata dividendo i 5725 miliardi che il governo prevede di registrare come saldo attivo per il numero delle famiglie italiane (circa 20 milioni), indica in 286 mila lire la maggiorazione di spesa per ogni nucleo familiare. Una cifra che però non tiene conto del fatto che molti negozianti potrebbero non diminuire i prezzi a fronte di diminuzioni dell'Iva sui prodotti. E infatti secondo l'Unione Nazionale Consumatori per avvicinarsi alla realtà bisogna calcolare circa 329 mila lire a famiglia. Una «stangata» ancora più cara secondo la Confcommercio che contesta il gettito dichiarato dal governo e ha calcolato che il costo complessivo per le famiglie italiane sarà di 7600 miliardi, ovvero 375 mila lire per ognuna. Arrivano a cinquecentomila lire i calcoli dell'Adusbef, associazione di consumatori-utenti. Più ottimismo dall'Adoc, secondo cui la manovra sull'Iva comporterà un aumento per famiglia di «sole» 232 mila lire. «L'avere escluso dall'aumento tanti prodotti di largo consumo e di prima necessità - afferma una nota dell'associazione - consente un impatto più morbido dei possibili aumenti, soprattutto sulle famiglie più bisognose». LA BORSA DELLA SPESA. Gli italiani risparmieranno soprattutto sullo zucchero e sulle spezie che da domani avranno un'aliquota Iva del 10 per cento anziché del 19. Risparmi anche su minestre pronte, pop coni, corn flakes, piante, prosciutto cotto, condimenti, carni suine e bovine e sansa di olive. Per questi beni l'Iva è scesa dal 16 al 10 per cento. Nessun cambiamento invece per quanto riguarda i beni di prima necessità come latte fresco, pane, pelati, burro, formaggi, ortaggi, legumi, frutta, farina, pasta. La nuova fascia Iva del 20 per cento comprende il vino e pesci pregiati come astici, ostriche e aragoste, tutti prodotti che finora sopportavano una imposta del 16 per cento. Salgono solo di un punto, invece, dal 19 al 20, caviale, birra, •BUSANSA•ZUP•CO caffè, spumanti, champagne, saponi, cosmetici, profumi, acqua minerale. Aumenti che allarmano supermercati, centri commerciali e grandi magazzini. La Federdistribuzione Faid avverte che l'intervento fiscale «rischia di deprimere ulteriormente le vendite». SHOPPING. Sarà in giro per negozi che gli italiani sentiranno maggiormente il peso dei cambiamenti di aliquota. L'Iva su calzature, abbigliamento, tessuti e materiali tessili, dischi, nastri, videocassette dal 16 al 20 per cento. Iva al 20 per cento anche per pellicce e gioielli. La Confcommercio ha fatto i suoi conti secondo cui circa un terzo dei 7600 miliardi di gettito dell'imposta sul valore aggiunto calcolati (il governo ne dichiara invece circa duemila di meno) deriverà dal «passaggio dell'Aliquota Iva nel comparto dell'abbigliamento e delle calzature dal 16 al 20 per cento, comportando un incremento di spesa, a parità di consumi, superiore alle 100 mila lire per famiglia». CASA. Le agevolazioni per le ristrutturazioni sarano compensate dagli aumenti di Iva su materie prime e semilavorati per l'edilizia, materiali e prodotti del marmo. Aliquote al 20 per cento anche per elettrodomestici, radio, televisori, telefoni. BENZINA E TELEFONI. Aumenti Iva per benzine e carburanti, telefoni e telefonini, auto, moto e barche. Maria Corbi I consumatori intanto temono che i prezzi non scendano dove l'imposta è stata ridotta o, e ainele in ni ne ro ni ne la ala ato di a. Ati. omiso o e sdo mio o ta su , , pnuova fascia Iva del 20 per cento comprende il vino e pesci pregiati come astici, ostriche e aragoste, tutti prodotti che finora sopportavano una imposta del 16 per cento. Salgono solo di un punto, invece, dal 19 al 20, caviale, birra, Dal 16% al 10% •BULBI E PIANTE ORNAMENTALI «PANNELLI SANSA DI OLIVE «SALSE «PREPARAZIONI PER BRODI •ZUPPE «MINESTRE «CEREALI SOFFIATI «SPEZIE •CONDIMENTI «CARNI SUINE E BOVINE (GIÀ PROVVISORIAMENTE, AL 10%) g prano compensate dagli aumenti di Iva su materie prime e semilavorati per l'edilizia, materiali e prodotti del marmo. Aliquote al 20 per cento anche per elettrodomestici, radio, televisori, telefoni. BENZINA E TELEFONI. Aumenti Iva per benzine e carburanti, telefoni e telefonini, auto, moto e barche. Maria Corbi benzina ma non le sigarette

Persone citate: Iva Visco, Maria Corbi, Visco

Luoghi citati: Roma