GUERRA ALIA SPECIE UMANA di Guido Ceronetti
SCOTT TUROW IL CASO ALGERIA GUERRA ALIA SPECIE UMANA PARLARE delle stragi algerine (villaggi e quartieri interi cambiati in urlo, in fontane di sangue da delirio islamista omicida) in termini politici o militari, ne spiega qualcosa? Il solito (per me sinistro) linguaggio diplomaticomoralistico («dialogo», «trattativa», «le parti», «sedersi a un tavolo», «non ingerenza») è ancora, coi suoi salivosi luoghi comuni, applicabile? Poiché tale linguaggio non è il mio, posso tentare un'analisi un po' diversa. C'è una nebulosa di fatti (sanguinosi, i più noti, però non tutti necessariamente sanguinosi) che vorrei definire come attentati alla specie umana in quanto tale. Questo va ben oltre la dottrina schmittiana del Nemico Assoluto, ideologico, della guerra rivoluzionaria. Qualsiasi ideologia c pura facciata quando emerga, da tenebre irriducibili, il nemico della specie... Un caso netto, emblematico, è la strage di Bel Air e l'uccisione dei La Bianca ad opera della banda Manson nel 1969: farei partire da qui la catena. Immolazioni frenetiche, enormi, di armeni, ebrei, kulaki, trotskisti, antimaoisti, rientrano tra le stragi ideologiche: alla guerra alla specie in quanto specie sono già, però, molto vicine. Il terrorista-suicida di Hamas è ormai lo strumento inconscio di qualcuno che muove guerra non più al cittadino ebreo di Gerusalemme, ma alla faccia umana. La bomba di Oklahoma City è un altro atto, senza maschera, di guerra alla specie. Inequivocabile attentato alla specie (già lo scrissi a suo tempo) fu l'aggressione al gas nervino della setta di Asahara Shoko nella metropolitana di Tokyo. Anche la banda del ponte della Cavallosa compiva, tirando sassi a nessuno col fine Guido Ceronetti CONTINUA A PAG. 8 PRIMA COLONNA
Persone citate: Asahara Shoko, Manson
Luoghi citati: Algeria, Gerusalemme, Oklahoma City, Tokyo
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