Sì della Svizzera alla droga di Stato
L'esperimento dura da tre anni In calo morti e criminalità Confermato il programma che prevede la distribuzione gratuita sotto controllo medico Sì della Svizzera alla droga di Stato Oltre il 70% nel referendum GINEVRA. Gli svizzeri hanno detto di sì. La «droga di Stato» potrà ancora essere distribuita gratuitamente ai tossicodipendenti ritenuti irrecuperabili, sotto stretto controllo medico, così come è stato deciso in uno dei due referendum che hanno chiamato ieri gli elettori alle urne. Ma la vera sorpresa del referendum sta forse nei numeri, visto che la proposta dell'estrema destra per modificare in senso restrittivo l'attuale legislazione è stata bocciata con una maggioranza schiacciante, certamente imprevista. Hanno detto di no quasi tutti i 26 Cantoni, e più di un milione e trecentomila elettori, pari al 71 per cento dei votanti, e in base alla legge svizzera per l'approvazione di un referendum propositivo è richiesto il parere favorevole sia della maggioranza dei Cantoni che degli elettori. Per il sì si sono espressi soltanto 546 mila cittadini, cioè il restante 29 per cento. Il progetto su cui si sono pronunciati gli svizzeri era già stato bocciato a dicembre dal Consiglio nazionale e dal Consiglio dei Cantoni. E non molto tempo fa un gruppo di eminenti esperti interpellati dal governo aveva dato all'esperimento - unico al mondo nella sua forma attuale - un giudizio assai positivo. Il referendum denominato «Giovani senza droga» era stato voluto da un gruppo di cittadini ultraconservatori che volevano fare iscrivere nella Costituzione l'impegno a promuovere esclusivamente l'astinenza come sistema di lotta alla droga e che gridavano allo scandalo: «Tossici foraggiati dallo Stato, è una vera vergogna». La sconfitta dei promotori del referendum è dovuta probabilmente a parecchie ragioni, e non ultimo il fatto che, secondo le stime delle autorità, da quando il prò getto è in atto «la criminalità è calata e sono già stati evitati centinaia di decessi». L'esperi mento è in corso dal 1994, dopo che fu deciso di chiudere il grande parco di Zurigo dove migliaia di giovani si bucavano alla luce del sole, sotto gli occhi allibiti di mezzo mondo. In tre anni avrebbe dato, secondo gli esperti, «risultati eccezionalmente buoni», tanto che sono in molti adesso a chiedere di estenderlo addirittura, come terapia estrema e complemen tare, a tutti i tossicomani reduci da altri trattamenti andati a vuoto. Oggi 14 mila dei trenta mila tossicodipendenti svizzeri seguono trattamenti a base di metadone o assunzione di eroi na sotto controllo medico. Ma sono solo 1146 quelli coinvolti a pieno titolo in questo rivolu zionario esperimento, che era oggetto del referendum. Il prò getto, oltre alla distribuzione gratuita della droga, prevede anche l'eventuale reinserimen to nella società con l'ausilio di una assidua assistenza psicologica dei giovani che sono riusciti a venir fuori dal vizio, e una serie di rivoluzionari programmi studiati appositamente per loro. Ora fanno festa le associazioni di volontariato che si prodigano per i drogati e i sieropositivi... E appreso il responso delle urne, il direttore del ministero della Sanità, Thomas Zeltner, ha detto che «proporrà il più presto possibile» all'esecutivo una bozza di riforma per rendere permanente la legislazione sulla distribuzione gratuita di eroina, che è fino adesso solo sperimentale, [r. cri.] L'esperimento dura da tre anni In calo morti e criminalità La protesta dell'estrema destra «L'astinenza è l'unica cura» Un'immagine del parco di Zurigo in cui era permesso vendere e acquistare droga
Persone citate: Cantoni, Thomas Zeltner
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