Così morì l'anti-Gheddafi di Ibrahim Refat

Così morì ranti-Gheddofi Così morì ranti-Gheddofi La Cia: rapito al Cairo dai libici IL CAIRO. Il giallo della scomparsa del numero uno dell'opposizione libica, Mansour Kikhia, svanito nel nulla quattro anni fa nella capitale egiziana, sembra essere risolto. 0 per lo meno chiariti alcuni dei suoi contorni più oscuri. Stando alle rivelazioni del quotidiano americano «The Washmgton Post», che cita un rapporto della Cia, si è trattato di un sequestro. Il dissidente libico sarebbe caduto in una trappola tesagli da agenti segreti egiziani. L'ostaggio sarebbe stato poi «ceduto» agli «007» libici che lo avrebbero portato in patria dove sarebbe stato giustiziato poco dopo e il suo corpo sepolto nel deserto. E' un rapporto, quello della Cia, assai imbarazzante per il governo egiziano oltre naturalmente per quello libico. Perché II Cairo ha sempre negato il suo coinvolgimento nell'affare Kikhia e la magistratura egiziana aveva a suo tempo avviato un'mchiesta per chiarire il mistero. Gheddafi stesso ha ricevuto la moglie dell'oppositore scomparso dandole rassicurazioni sulla sorte del marito. Mansour Kikhia aveva ricoperto incarichi molto ùnportanti nel governo libico prima della sua clamorosa defezione. Fu ministro degù Esteri nonché ambasciatore all'Onu fino al 1980. Proprio in quell'epoca, quando la rivoluzione culturale del colonnello Gheddafi era al suo apice e i sicari ubici davano la caccia in Europa ai suoi nemici, questo intellettuale raffinato non tollerava queste barbarie. E scelse la libertà negli Stati Uniti. La sua defezione scosse allora la Libia. Il dissidente Kikhia fu presentato come un traditore, come il pericolo numero mio della Jamahiriya. Un avversario da abbattere a qualsiasi costo. Sebbene l'uomo avesse sempre dichiarato di aspirare a mi cambiamento democratico in Libia. Pertanto non aveva legami con altri gruppi di fuorusciti, come ad esempio il Fronte per la salvezza della Libia, i cui membri vengono addestrati, in America, in campi militari. Non aveva nemmeno cercato appoggi di potenze straniere per la sua causa. Rivendicava il suo diritto al dissenso e basta. E lottava per l'affermazione dei diritti umani calpestati ovunque nel mondo arabo. Il 10 dicembre del 1993 si trova¬ va appunto al Caùo per la conferènza annuale dell'organizzazione araba per i diritti umani. Organizzazione della quale Kikhia fu uno dei fondatori. Lo videro l'ultima volta nell'albergo Safir. Dopo di che le sue tracce s'erano perse. L'opposizione ubica parlò di un sequestro. E la moglie (cittadùia americana di origine araba) espresse il timore che l'ostaggio potesse essere stato portato in Libia a bordo di un'auto dell'amba sciata attraverso il valico di Salloum, tra Libia e Egitto. Difficilmente tutto ciò poteva avvenire senza la complicità di qualcuno negli apparati di sicurezza egiziani. Insomma, un affare di Stato in piena regola. Kikhia potrebbe essere stato sacrificato sull'altare degli eccellenti rapporti che legano Libia e Egitto dopo anni di tensione (Sadat, nei '76, fece sconfinare le sue truppe e bombardò le basi libiche al confine per dare mia lezione al «pazzo di Tripoli»). Con Mubarak, l'amicizia si è rinsaldata. L'interscambio commerciale supera i 400 milioni di dollari all'anno; la Libia accoglie 600 mùa emigranti egiziani. Il merito di questo boom del commercio è dovuto però alle sanzioni economiche imposte alla Libia dall'Onu, nel '92. dopo la crisi di Lockerbie. L'Egitto qumdi è divenuto le sbocco naturale della Jamaliiriya assediata. Questo avvicinamento tra II Cabro e Tripoli tuttavia viene visto con sospetto dall'amministrazione Clinton. Pei Washington la Libia resta mi Paese terrorista. E il vicepresidente Al Gore, durante un recente meontro a Mosca, con il presidente Mubarak, gii avrebbe chiesto l'apertura di un'mchiesta sulla scomparsa del dissidente libico. Ibrahim Refat il presidente egiziano Hosni Mubarak

Persone citate: Al Gore, Clinton, Gheddafi, Hosni Mubarak, Mansour Kikhia, Mubarak, Sadat