Lo studioso «Il concerto? Poco utile» di M. Tos.

lo studioso lo studioso «Il concerto? Poco utile» BOLOGNA DAL NOSTRO INVIATO Per favore, non dite che la Chiesa fa la pace con la «modernità» con il concerto di Dylan. Giuseppe Alberigo, docente di Storia delle Religioni all'Università di Bologna, ha parecchie riserve sull'evento più mediatico del Congresso Eucaristico. «Io di concerti ne capisco poco o niente, - dice. - Incontro della Chiesa con la modernità? Se questa fosse un'ipotesi, non dico una conclusione, ma un'ipotesi, dovrebbe valere per le altre culture. Questo vorrebbe dire certamente una forma di accettazione delle culture popolari, di base; posto che il rock sia una cultura veramente popolare. E un'accettazione delle culture popolari in modo fortemente indiscriminato. Non si può solo esaminare il piccolo fenomeno europeo, occidentale o atlantico. Se vale qui non c'è ragione perché non valga con le culture latine o afro-americane e altre ancora». E' la prima volta comunque che il Pontefice è stato presente a un concerto rock. «Ma il problema più grosso è capire se davvero il rock è la cultura della modernità. Perché mi sembra di capire che si sconti questa equivalenza, che la modernità e il rock. E, si dice, se la Chiesa abbraccia il rock, fa la pace con il rock, fa la pace con la modernità. Francamente questo mi sembra di una grossolanità... Una volta, qualche anno fa, si usava parlare di pensiero debole. Questo non è un pensiero debole, questo è un non pensiero. E' culturalmente il nulla. K' il suicidio, non della Chiesa, è il suicidio della cultura». Ma esiste un problema di rapporto Chiesa-mondo moderno. «Mi pare che l'incontro della Chiesa con la modernità sia un problema apertissimo, ed è giustissimo porlo, anche in occasione del Congresso Eucaristico; e del concerto ovviamente. Ma bisogna porlo sui piedi giusti, perbacco. E capire i problemi che davvero pone, certo, nei confronti dei giovani. E capire i problemi dei giovani che vanno ai concerti rock. Perché, si capisce, nessuno è estraneo, non so se alla Chiesa, ma sicuramente al Vangelo e a Cristo. Non si può dire a priori "non ci interessano". Sarebbe inaccettabile, assurdo, e la Chiesa non l'ha mai detto. Anzi lo sforzo sicuramente di questo pontificato, in modo particolare, e più in generale degli ultimi cinquant'anni diciamo almeno da Giovanni XXIII e dal Concilio in poi, con tutte le diversità di ciascun decennio, di ciascuna fase, è quello di trovare la capacità di ridire il Vangelo in termini che possano essere se non accettati almeno ascoltati». Il Papa viaggia. Questo concerto non è una forma di viaggio? «E' un viaggio, non è "il" viaggio. Non è l'unico viaggio, non è il viaggio per eccellenza, non è il viaggio che mette in archivio tutti gli altri. Se proprio si vuol essere molto disponibili, anche questo può essere ritenuto un viaggio. Ma l'equazione di fondo è questa: la modernità è essenzialmente il rock, questo stare insieme, ammassarsi senza conoscersi, senza parlare, in una forma molto passiva di ascolto di rumori». Il Papa ha citato Dylan... «Ci sono delle trovatine, talora... non so poi quanto siano conformi allo spirito profondo di Papa Wojtyla. Ma insomma, gliele propongono e lui si adatta. Forse da solo non le avrebbe». [m. tos.]

Persone citate: Giovanni Xxiii, Giuseppe Alberigo, Papa Wojtyla

Luoghi citati: Bologna