Dal Papa una preghiera per l'Italia

7 «Fa' che si conservi intatto il patrimonio di valori umani e cristiani». Un rosario in regalo a Dylan Dal Pupa una preghiera per rifalla Chiuso il congresso di Bologna davanti a 250 mila fedeli BOLOGNA DAL NOSTRO INVIATO Il Papa prega da Bologna per un'Italia che lo preoccupa. E' una preghiera importante, significativa, perché espressa durante la messa conclusiva del Congresso eucaristico nazionale. Il Congresso è il momento simbolico di unione di tutte le chiese che sono in Italia, dal Nord al Sud. «Noi imploriamo - ha detto Giovanni Paolo II -: Signore Gesù, Verbo di Dio incarnato nel seno della Vergine Maria, accompagna i passi del popolo italiano sulle strade della giustizia e della solidarietà, della riconciliazione e della pace». Papa Wojtyla pronunciava queste parole calcando bene su ciascuna, consapevole del significato che avevano, e di quello che avrebbero trovato in una platea più ampia del Congres¬ so. E ha aggiunto: «Fa che l'Italia conservi intatto quel patrimonio di valori umani e cristiani che l'ha resa grande nei secoli. Dagli innumerevoli tabernacoli che costellano il Paese si sprigiona la luce di quella verità e il calore di quell'amore in cui sta la speranza del futuro per questo come per ogni altro popolo della Terra». Ma già il cardinale di Bologna, Giacomo Biffi, gli aveva tirato la volata, incitando a pregare «per le chiese e le genti d'Italia, e specialmente per i nostri fratelli del'Umbria e delle Marche. Possa l'intero popolo italiano - ha proseguito il porporato - meditando sulla sua storia, sulle sue umanissime tradizioni, sulla sua riconosciuta attitudine a cogliere, a esprimere, a esaltare la bontà e la bellezza riprendere consapevolezza più limpida e concorde della sua fortuna: la fortuna della sua antica adesione a Cristo e della sua indubitabile appartenenza ecclesiale». Traducendo: la Chiesa in Italia è una, come il suo popolo; non parliamo di secessioni, per favore. Alla messa c'era meno pubblico che al concerto di sabato sera; e questo in fondo era prevedibile. Il Papa appariva in buona forma sia all'uno che all'altro appuntamento. E' vero che quando Dylan cantava con il soffio di voce che gli resta una canzone particolarmente monocorde, «A hard rain 's gonna fall», Papa Wojtla appoggiava la testa alla mano; ma è stato ben veloce ad alzarsi, e a scambiare un rapido saluto con il «Mito» degli Anni 60; e a infilargli in mano, con discrezione, una scatoletta. Aveva tutta l'aria di essere uno degli scrignetti «portarosari» di cui è sempre ben fornito il segretario del Papa, monsignor Dziwisz. Ne esistono di va¬ ri tipi, a seconda dell'importanza del destinatario; ci è sembrato che fosse di prima categoria. Dylan lo ha incuriosito; ma a Giovanni Paolo II, a quanto ci dicono i suoi collaboratori, è piaciuto soprattutto Michel Petrucciani, uno straordinario pianista jazz. Lo ha seguito con attenzione straordinaria, e alla fine ha manifestato con intensità speciale la sua approvazione. Papa Wojtyla ha improvvisato alla fine del concerto-veglia. E ha improvvisato anche durante la messa. Appariva in forma migliore dell'usuale, e ha trovato accenti del tempo passato. «Anche oggi, purtroppo - ha lamentato - non mancano situazioni in cui i cristiani devono celebrare l'Eucarestia di nascosto, come ai tempi delle catacombe». Ha richiamato i disastri del presente: «Un secolo che ha visto consumarsi su scala planetaria gravi attentati all'uomo nel- la verità del suo essere. In nome di ideologie totalitarie e menzognere, questo secolo ha sacrificato milioni di vite umane. In nome dell'arbitrio, chiamato libertà, si continuano a sopprimere esseri umani non nati ed innocenti. In nome di un benessere che non sa mantenere le prospettive di felicità che promette, molti hanno pensato che fosse possibile fare a meno di Dio». Un secolo segnato da «ombre scure», in cui l'umanità è «in cammino, come Israele, nel deserto di questo mondo»; e il «deserto di questo mondo è un luogo di morte». Un Wojtyla crepuscolare e vigoroso. Ma sembra preparato a sostenere la faticaccia di un viaggio RomaBrasile-Roma in quattro giorni a partire da giovedì prossimo. Marco Tosatti La scelta di stadi e dei palasport si spiega con la volontà di Wojtyla di rendere il più possibile visibile la Chiesa Si vuole mettere in risalto la commistione tra sacro e gioco Cosi anche una partita di calcio diventa un omaggio a Dio EUCARISTICO^ «A (A III a O 11 Sopra il Papa alla messa celebrata Ieri a Bologna. A destra il pontefice assieme a Bob Dylan