Cossiga: la dc è morta e non risorgerà di Antonella Rampino

L'ex presidente: non sono disponibile nemmeno a una leadership a tre con Fini e Berlusconi L'ex presidente: non sono disponibile nemmeno a una leadership a tre con Fini e Berlusconi Cossigq: la de è morta e non risorgerà «I cattolici? Possono anche votare per Rifondazione» CROTONE DAL NOSTRO INVIATO «La democrazia cristiana è morta. Casini, quando dice che dobbiamo rifarla, dovrebbe tenere presente che non ci sono più le condizioni storiche, non c'è più il Muro di Berlino, non c'è più, soprattutto, l'unità confessionale dei cattolici». Francesco Cossiga, da qualche giorno e per qualche giorno ancora, è in road show nella Magna Grecia, dove tra l'altro il prossimo 16 novembre si terranno molte elezioni comunali. A Crotone, accompagnato dal crotonese Pippo Marra, proprietario deW'Adnkronos e padrone della casa in cui Cossiga abita a Roma, è arrivato scortato da cinque auto dei carabinieri. Una sgommata e l'ex presidente della Repubblica, abito blu, cravatta blu, bretelle blu, si trova in una piccola folla di banchieri locali, avvocati, presidenti di province, e tutti i corpi d'arnia, Marina compresa, rappresentati. Una piccola folla che si era munita di bandierine tricolori in carta crespa. E qualcuno, il sindaco di Crotone Pasquale Senatore, eletto solo nel maggio scorso, quando dopo 40 anni di supremazia delle sinistre la città è «caduta» nelle mani di An. lo ha accolto come «il picconatore che ha abbattuto i marciumi della Prima Repubblica». Eh no, caro amico, gli ha ribattuto Cossiga, «Per battere la de non sono bastati settant'amii ai comunisti, come vuole che sia bastato io». La de. dunque, la sua eredità, nella forma ideologica e religiosa: per parlare di questo, a Crotone, il senatore a vita è stato invitato dalla Unione giuristi cattolici. E lui, con un discorso sofisticato, ellittico, pieno di aneddoti, com'è nel suo stile, ha spiegato. La de fu fondata da Montini e da De Gasperi, ed è morta perché è finita l'unità confessionale dei cattolici. I quali, dice Cossiga, oggi possono votare benissimo pds, perché il filone non dei catto-comunisti, ma dei comunisti cattolici in Italia è robusto. «E possono benissimo votare perfino Rifondazione Comunista, che anzi per i cattolici va anche meglio. In fondo un cattolico militante, uno che fa la carità e si occupa dei poveri, se ne può fregare altamente dell'Europa e della moneta. E la dottrina sociale della Chiesa con Rifondazione ci sta benissimo». Per di più, e il volto di Cossiga si è contratto in un'espressione assorta, vagamente cardinalizia, «noi cristiani abbiamo l'obbligo di assistere la sinistra nel nostro Paese». Ogni cattolico, ha spiegato Cossiga alla cattolicissima e moderata platea crotonese, deve fare «scelte confacenti». E queste oggi spingono nella direzione della polarizzazione politica. Verso due soli poli: «Figuratevi se a 69 anni ho voglia di fare un altro polino». Due poli, dunque, e niente centro con Casini-Mastella-Buttiglione? «In un polo ci deve essere, com'è giusto, l'egemonia del pds: è meglio che i cattolici che militano a sinistra votino per gli ex comunisti». E, senza neanche nominarlo, di fatto Cossiga ha sistemato Marini e tutto il secondo piano di Piazza del Gesù. E nell'altro polo vi può essere un triumvirato Berlusconi-CossigaFini? «Non sono disponibile per nessuna leadership, nemmeno a tre, perché io non ho forze politiche dietro di me, e dunque non posso esprimere leadership. Sia chiaro che io non sono uno che va a cena a casa Letta». E la federazione liberal-democratica, il seminario di Domodossola che dovrebbe dare vita, almeno ideologicamente, al nuovo centro? ((Al ballo delle debuttanti a Vienna ci si va se si hanno 18 anni e se si è austriaci. Io non sono né l'uno, né l'altro, dunque non mi hanno nemmeno invitato». Ma poi, se si insiste, il senatore che è diventato la coscienza critica dei moderati che guardano a destra, spiega che i moderati, una volta che si trovano tutti assieme, poi scelgono con chi allearsi. Esattamente come faceva la vecchia de. La quale, certo, è morta. Lasciando orfani, ima vera diaspora, i cattolici. «Eh, i cattolici. Loro vorrebbero che il Papa facesse un'enciclica e dicesse: rispetto alla privatizzazione della Telecom i cattolici sono ufficialmente favorevoli a un nocciolo duro del 10 per cento». E l'apologo cossighese, come sempre, dice più di quanto il suo stesso autore non vorrebbe. Antonella Rampino L'ex presidente della Repubblica Francesco Cossiga