Ciampi contro Prodi, Visco paciere di S. 1.

la notte del litigio Ciampi contro Prodi/ Visco paciere «Reimbiancare l'Italia» divide i ministri la notte del litigio QROMA UAND le bàtiment va, tout va»: il trito, ottocentesco detto per tagliare corto con le chiacchiere sull'economia (quando cammina l'edilizia, cammina tutto), è la nuova parola d'ordine del governo Prodi. Chissà se è vero, in un Paese industriale moderno; ma la scommessa è questa. Se la riunione del Consiglio dei ministri è andata avanti per nove ore, in una notte del settembre romano affollata di curiosi in piazza e oppressa dallo struscio in automobile nel centro, è su come «rimbiancare l'Italia». Si è litigato sui generosi incentivi all'ediliz.ia, che Ciampi riteneva scriteriati, capaci di aprire una falla grave nel bilancio. , . E si continuava a litigare ieri pomeriggio; perché solo nella rappresentazione esterna il lavoro è finito alle tre di domenica mattina, con la fine della seduta del Consiglio dei ministri. «Purché siano solo per un anno», era la condizione con cui il ministro del Tesoro aveva, alla fine, cessato di opporsi. «Per un anno ma rinnovabili», aveva mediato il presidente del Consiglio. «Per il secondo anno non c'è copertura finanziaria», aveva insistito Ciampi. Il seguito è stato affidato ai tecnici, che ieri continuavano a discutere se e come inserire questa «rinnovabilità». Lo sconto è fortissimo: 12,3 milioni di imposte in meno all'anno per 5 anni è il tetto massimo, per chi faccia in casa lavori di ristrutturazione di importo pari o superiore a 150 milioni. Una pacchia, sussurrano alcuni alti funzionari pubblici. Economisti paventano una corsa ai lavori che ne farà salire i prezzi. E' una grande operazione verso i ceti medi, controbattono i politici. Un mese fa, quando arrivò alle Finanze la bozza preparata dal ministro dei Lavori Pubblici Paolo Costa, a Vincenzo Visco e ai suoi collaboratori si rizzarono i capelli in testa: sia per l'ampiezza degli sgravi, sia per la loro forma tecnica, sia per la facilità con cui le norme si prestavano alla frode. Il braccio di ferro era andato avanti per settimane, con Romano Prodi che appoggiava Costa. Aveva avvicinato le posizioni una idea uscita dalla vicepresidenza del Consiglio: certificazione bancaria del pagamento per evitare la frode con false fatture. Ci si addentrava nei dettagli tecnici: deduzione di imponibile invece della detrazione di imposta, e così via. Nel frattempo a Botteghe Oscure maturava un forte consenso verso la scelta proposta da Prodi e il portavoce in Consiglio era Bersani: rilanciare l'economia attraverso l'edilizia, ripetendo la mossa azzeccata degli incentivi all'auto. Poteva servire nello stesso tempo a recuperare consenso tra gli imprenditori e a contrastare Fausto Bertinotti. Visco si è convinto a metà, e ha moderato le sue critiche. Grazie all'appoggio di Prodi, al Consiglio di sabato pomeriggio è arrivato un testo vicino a quello originario di Costa. C'è arrivato però con un parere critico della Ragioneria generale dello Stato a proposito della copertura finanziaria. Quella suggerita era del tipo adottato dal governo Berlusconi per la legge Tramonti: il gettito perduto con gli sgravi sarebbe stato recuperato attraverso gli effetti supposti di maggior crescita economica. E' un espediente biasimato dalla Corte dei conti, e screditato all'estero. Costa si è detto così talmente convinto che l'effetto moltiplicatore esista, da offrire di rinunciare a tutti gh altri fondi del ministero in cambio delle entrate prodotte dagli sgravi all'edilizia. Anche Prodi e Veltroni ritengono che l'impulso all'economia sarà potente; però l'obiezione tecnica sulla copertura, hanno assicurato anche i loro tecnici, non era superabile. In Consiglio Ciampi ha ottenuto, per limitare la perdita di gettito, che il tetto massimo di spesa fosse abbassato da 200 milioni a 150, e la detrazione di imposta fosse distribuita in 5 anni anziché in tre. In contropartita, il ministro del Tesoro ha trovato una diversa copertura finanziaria sul bilancio '98. E Visco, non era contrario a usare il sistema tributario per generiche manovre di incentivazione? Non aveva attaccato il suo predecessore Giulio Tremonti per aver fatto regali senza costrutto? «Intanto questo è un incentivo settoriale e transitorio - risponde il ministro delle Finanze - mirato per far riprendere un settore specifico. E' vero, in una economia stabile, ritengo che il fisco debba essere neutrale, ed escluderei ogni elemento incentivante. Ma la nostra economia non è stabile: potrebbe crescere al 3% annuo, e non ci riesce ancora». [s. 1.]

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