L'inglese con il mandolino

Perché Italia e Gran Bretagna finiscono per assomigliarsi sempre più Perché Italia e Gran Bretagna finiscono per assomigliarsi sempre più L'inglese con il mandolino NLONDRA EL glorioso scenario della Certosa di Pontigliano, appena fuori Siena, è in corso l'annuale conferenza anglo-italiano. I titoli sono densi quanto basta: «Verso un'Europa più flessibile», «Sicurezza ed espansione della Nato» e le implicazioni dell'unione monetaria. Anche il sentimento avrà una parte non da poco, visto che il popolo britannico e quello italiano hanno avuto una strana, qualche volta burrascosa, storia d'amore. Si discuterà dunque della reciproca ammirazione per il linguaggio e la cultura dell'altro. Nessuno, suppongo, sarà così rozzo da discutere la natura dei due Paesi, perché nessuno sa esattamente dove queste entità chiamate dai geografi Gran Bretagna e Italia comincino e dove finiscano. Il fermento per l'autonomia (devolution) e l'indipendenza scozzesi, quello per la Lega lombarda e veneta hanno scosso la fiducia che le due nazioni ponevano in se stesse. Nel dibattito anglo-italiano il solo sentimento non basta. Satira e caricatura vogliono gli italiani mediterranei romantici e i britannici anglo-sassoni stoici e realistici. Llmpressione non potrebbe essere più sbagliata: sono gli italiani ad essere realistici e i britannici ad essere sen- SIENA. Si conclude oggi alla Certosa di Pontignano la quinta Conferenza italo-inglese, tradizionalmente voluta da sir Ralf Dahrendorf, dal British Council e dall'Università di Siena, che vede a confronto politici, economisti, uomini d'affari, sociologi dei due Paesi. Quest'anno la Conferenza è stata dedicata a «Un mondo più flessibile», privilegiando il Welfare State, la globalizzazione dei mercati, il mondo dei mass-media e la nuova Europa. Molto vario l'elenco dei relatori: con Giuliano Amato presidente Antitrust, il leader del partito liberale britannico Paddy Ashdown, ed ancora Em- ma Marcegaglia, Lucia Annunziata ed altri. E' stato il ministro degli Interni Giorgio Napolitano a dare il via ai lavori nell'aula magna dell'università senese. Molto nutrito il programma delle relazioni. L'attenzione concentrata soprattutto sulle nuove prospettive dell'Europa; «Abbiamo fatto un grande sacrificio per entrare in Europa - ha detto Napolitano - e oggi vantiamo questo ingresso a pieno diritto». L'incontro si concluderà con un documento che illustrerà le migliori strategie per l'ambizioso obiettivo di un mondo più aperto e flessibile. [a. 1.] rimontali su se stessi, il loro passato, i loro vicini. La mascella dura va a farsi benedire quando metà nazione piange in pubblico al funerale della Principessa. Il sentimentalismo britannico ha trasformato una larga fetta di Toscana in una sorta di parco-Disneyland chiamato Chiantishire. Tuttavia, nella loro attuale condizione, britannici e italiani hanno molto da offrirsi reciprocamente e al resto del mondo. Entrambi affrontano con la stessa limpida determinazione il problema del ruolo della nazioni, degli Stati, delle regioni e dei popoli nell'Europa del dopo Guerra Fredda. Entrambi sono di fronte al declino del welfare in società dove cresce vertiginosamente il numero degli anziani. Entrambi hanno forte¬ mente diffidato del grande accordo tra nazioni del Cancelliere Kohl e del dirigismo francese dei discepoli di Jacques Delors. Gran Bretagna e Italia hanno lavorato bene insieme, ricercando un assetto comune per la sicurezza europea dopo la caduta del Muro di Berlino, un'intesa che ha funzionato particolarmente in Bosnia. Ma il rifiuto britannico di unirsi agli sforzi internazionali per portare la pace in Albania, non ha giovato. I britannici non possono permettersi di considerare il loro ruolo in Europa in un'ottica esclusivamente Atlantica né l'Italia può farlo in un contesto esclusivamente mediterraneo. Il più famoso visitatore inglese del Senese, nell'alto medioevo, fu Giovanni Acuto, il brigante capitano di ventura, di cui si disse: «L'inglese italianato è il diavolo incarnato». Questo realismo è salutare. A Pontignano, i delegati dovrebbero scordarsi Disneyland e il Chiantishire. Gran Bretagna e Italia non hanno forse mai avuto tanto da dirsi, data l'analoga posizione che occupano nel mondo. Così, se le due nazioni leveranno i calici in onore l'una dell'altra, dovrà essere un brindisi a «Gran Bretagna e Italia: l'alleanza del sentimento». Robert Fox Una conferenza bilaterale nel Senese sullo sviluppo e la sicurezza in Europa e sulla moneta unica A lato il leader liberale britannico Paddy Ashdown A destra il ministro dell'Interno Giorgio Napolitano