I fantasmi del borgo scomparso

I fantasmi del borgo scomparso Quasi nulla ha resistito del paese, ma la gente non si rassegna: «Ricostruiremo le nostre case» I fantasmi del borgo scomparso Nocera Umbra, 5500sfollati su seimila abitanti NOCERA UMBRA DAL NOSTRO INVIATO Non fosse stato per Sergio, il vicino del secondo piano, adesso la signora Alba non sederebbe sulla poltrona in vimini che le regalò il povero marito. La cosa non è poi decisiva, dato che la poltrona in questione adesso sorregge la proprietaria al centro di un prato. Però aiuta. Se venerdì mattina Sergio non avesse trovato il coraggio di tornare nel centro storico, se non avesse raggiunto il condominio, se sua moglie non avesse dimenticato lì le medicine per il cuore, se la scossa delle 11,40 l'avesse colto in casa e non sulle scale, se il pianerottolo non si fosse sollevato proprio mentre Sergio stava arrivando al portone... Insomma, se una straordinaria concatenazione di eventi non avesse fatto in modo che Sergio arretrasse verso la porta aperta del pianterreno proprio mentre la volta crollava e non l'avesse spinto dove la poltrona di Alba giaceva in terra, adesso Sergio sarebbe morto e quest'altera vecchietta non potrebbe gestire la riunione di condominio così come fa. E' tutta alloggiata su questo prato, la comunità di via San Martino 10, e man mano che passano le ore l'incursione di Sergio viene raccontata con dettagli e pathos crescenti, come un'impresa di Tarzan fra i cannibali, l'azione di un «commando» in territorio ostile. Un territorio ostile che fino all'altro ieri si chiamava casa. «Vede il condominio? E' quel palazzo che sporge dai bastioni». E' una costruzione che s'affaccia arcigna sulla valle subito sotto il torrione crollato. «Ci abitavamo da 13 anni, tutti assieme, come un grande famiglia», ^ia .grande...famiglia - .ventisei pèrsone - adesso è circondata da «Panda» e «Uno» con carta di domale sui finestrini ejsedili che paiono letti sfatti. Parla di un futuro incerto e fatica a rendersi conto di un passato vicissimo e tranciante. La casa non c'è più Non c'è più il condominio. Non c'è più il centro storico e neppure il paese. Le porte medievali di Nocera Umbra, quelle che segnavano l'accesso al suo cuore medievale, adesso sono altrettante forche segnate da transenne, gigantesche ghigliottine pronte a calare su chi volesse passarle. Metà del borgo è crollata, l'altra metà aspetta di farlo alla prossima scossa, alle prime piogge, alla visita di qualcuno mosso dalla nostalgia. Seimila abitanti, cinquemila cinquecento sfollati, stamani No cera Umbra rappresenta la sintesi e assieme un annuncio del futuro prossimo dLquesta terra. Si stanno erigendo sei tendopoli, il palazzetto dello sport accoglie sfollati, il Comune è crollato. «Dopo le prime scosse, per venerdì mattina avevamo convocato una riunione di giunta», racconta l'assessore ai lavori pubbli ci, Mario Mingarelli, ancora stralunato. «La scossa delle undici ci ha colti tutti assieme, ci siamo precipitati fuori, l'androne è crollato, abbiamo cambiato direzione come un branco impazzito...». Non c'è più nulla lì sopra. E vi sta da questo cocuzzolo assolato, adesso Nocera Umbra pare già un grande museo, una sorta di enorme monumento funerario. «Solo qui i danni ammontano a centocinquanta, duecento miliardi...». Eduardo Vecchiarelli, consigliere regionale, azzarda stime, e sono comunque stime per difetto. Rimettere assieme un borgo medievale che era tenuto assieme dalla storia costerà, costerebbe cifre enormi. Tanto più straordinarie se paragonate al relativo interesse artistico dell'operaie, ,_„„.r^, Anche qui c'erano dei capolavori: un crocefisso' del. tredicesimo secolo, un polittico di Ni¬ colò Liberatore, i ventimila volumi della «biblioteca Piervissani», reperti d'epoca romana e medievale. Materiali pregevoli. Nulla però se paragonati a quanto s'è perso o si rischia di perdere nello sterminato museo dell'Umbria fra Assisi, Orvieto, Spoleto, Foligno. Lì sopra c'è un borgo medievale che andrebbe rimesso in piedi per intero. Qui a valle una comunità che negli ultimi vent'anni aveva lentamente \ cominciato ad abbandonarlo ma^desso, dk^gnzi . . al trauma-della separazione, riscopre un attaccamento viscerale, una voglia di casa e d'antico/ Sul prato del monastero del Carmelo (era fuggito tutto qui, il condominio: tranne a scoprire che frati e suore erano scappati anch'essi) adesso la gente di via San Martino 10 parla del futuro. I capifamiglia ci sono tutti: Franco Lombardi, Gaetano Urbani, Giuseppe Fiaoni, Sergio Lispi, Gabriella Staccioni, Sandra Berzellini. Impiegati del Comune, dipendenti della comunità monta¬ na, vedove o superstiti di pensionati. «Ci devono aiutare», dice uno. E l'altro: «Ma certo che lo faranno. Non vedi quante roulottes stanno arrivando?». Devono farci tornare a casa, insiste una donna. Ed un'altra: «E come credi di andarci se poi ti crolla tutto addosso?». Una ragazza lavorava nel supermercato vicino e chiede chi le ridarà mai il posto. «Ma se il pay . drone non può farsi - t neanche una pasta e fa^gioli...». Il passato è lì sopra, ed era vivo appena l'altro ieri. Quel che c'è di fronte è un .inverno nelle tende o nei containers. Nel convento che fiancheggia il prato c'erano sedici suore e tre frati carmelitani. Una religiosa dall'accento romagnolo passeggia sul prato con l'aria smarrita: «Non so cosa sarà del convento, ci hanno detto di abbandonarlo. Io sto aspettando ancora di sapere dove dormirò questa notte». Due ragazze del condominio hanno trovato riparo all'ombra di un cespuglio, e da lontano civettano coi baldi volontari della «Misericordia» di Firenze. Tutto ha un'aria incredibilmente provvisoria, come il futuro della città. Per qualche ora, Nocera Umbra sembrava aver perso anche una sua risorsa storica: le fonti d'acqua minerale. Una delle più antiche, 1'«Angelica», pareva prosciugata. Poi si è scoperto che si trattava solo di un temporaneo spostamento della falda, adesso la sorgente ha ripreso a sgorgare ed a rifornire da lontano anche gli acquedotti di Perugia e Foligno. I «Noi vogliamo tornare alle Giostre case non appena possibile», continua a ripetere al cronista il pensionato Gaetano Urbani. «La signora Alba ha la sua poltrona ma non è riuscita a portar via neanche un vestito di ricambio. Mia moglie comincia a dare i numeri: lei, così pulita, da due giorni non ha neanche l'acqua per lavarsi. Il fidanzato di mia figlia ci ha portato il pranzo da Bevagna, un altro parente ci offre ospitalità a Spello, ma ditelo al governo che non può continuare così». Continuerà, invece. Non esiste neanche la più remota possibilità che il centro storico di Nocera Umbra possa essere reso percorribile prima che trascorrano mesi. Non una sola chance che le antiche case tornito abitabili prima di qualche anno. La riunione all'aperto del condominio di via San Martino 10 sta portando alla luce la dura realtà di tutti quei centri dell'Umbria che non potevano vantare un Giotto, un Raffaello, un Piero della Francesca. Dall'altra notte sono morti pezzi di storia. Restaurarli, riportarli alla vita sarà quasi impossibile. Trasferitosi nella tendopoli del palazzetto dello sport, al condominio di via San Martino non resta che cercare un nuovo mdirizzo. Giuseppe Zaccaria In un prato, riunione di condominio per 26 persone che abitavano nello stesso palazzo: all'ordine del giorno un futuro di tende e containers Rimettere assieme un borgo medievale che era tenuto assieme alla storia costerà, costerebbe ifre enormi. Tanto più straordiarie se paragonate al relativo ineresse artistio dell'operaie, ,_„„.r^, Anche qui 'erano dei caolavori: un rocefisso' del. redicesimo ecolo, un pottico di Ni¬ Lì sopra c'è un borgo medievale che andrebbe rimesso in piedi per intero. Qui a valle una comunità che negli ultimi vent'anni aveva lentamente \ cominciato ad abbandonarlo ma^desso, dk^gnzi . . al trauma-della separazione, riscopre un attaccamento viscerale, una voglia di casa e d'antico/ Sul prato del monastero del Carmelo (era fuggito tutto qui, il condominio: tranne a scoprire che frati e suore erano scappati anch'essi) adesso la gente di via San Martino 10 parla del futuro. la tutto addosso?». Una ragazza lavorava nel supermercato vicino e chiede chi le ridarà mai il posto. «Ma se il pay . drone non può farsi - t neanche una pasta e fa^gioli...». Il passato è lì sopra, ed era vivo appena l'altro ieri. Quel che c'è di fronte è un .inverno nelle tende o nei containers. Nel convento che fiancheggia il prato c'erano sedici suore e tre frati carmelitani. Una religiosa dall'accento romagnolo passeggia sul prato con l'aria smarrita: «Non so cosa sarà del convento, ci hanno detto di abbandonarlo. Io sto La Rocca di Nocera Umbra, pesantemente danneggiata dalle scosse di terremoto La Rocca di Nocera Umbra, pesantemente danneggiata dalle scosse di terremoto Scene di desolazione dai paesi umbri: gli abitanti osservano i disastri causati dal sisma di venerdì alle loro abitazioni [FOTO AP-LA PRESSE]