La tragedia dei dimenticati
Rabbia fra gli sfollati per i soccorsi in ritardo La tragedia dei dimenticati Rabbia fra gli sfollati per i soccorsi in ritardo IL POPOLO DELLE TENOE FOLIGNO DAL NOSTRO INVIATO «Dove sono?». E' un filo di voce quello della signora Anna, 80 anni di vita e una notte all'addiaccio alle spalle. La sua casa è una ragnatela di crepe tessute in pochi, lunghi secondi dal doppio terremoto delle 11,42 di venerdì. Entrarvi è un rischio, dormirci una follia. Non vi dorme infatti la signora Anna, né lo fanno gli altri 5000 abitanti di Nocera Umbra. Per la seconda notte di seguito dividono il freddo, la paura, la rabbia e quell'interrogativo: «Dove sono?». Dove sono le tende, le roulottes, i pasti, i soccorsi promessi per un intero pomeriggio e mai giunti. E' il dramma del terremoto dimenticato di Nocera Umbra, e per capire come possa prodursi, bisogna spostarsi una ventina di chilometri più a Sud, a Foligno. Lì, nelle intenzioni della macchina dei soccorsi, è il punto di appro- do di tutti gli aiuti destinati ai Comuni circostanti, Nocera Umbra compresa. Colonne di ambulanze, camion carichi di sanitari, furgoni di volontari e cucine da campo si susseguono senza sosta nelle strade della piccola città umbra. All'1,25 della notte tra venerdì e sabato all'orizzonte appare anche una colonna mobile di vigili del fuoco, una delle tante inviate da tutta Italia. La colonna avanza verso la stazione di Foligno. Lo spiazzo è quasi tutto occupato dalle auto parcheggiate, rifugio di fortuna per decine di persone. I vigili del fuoco si fermano non appena trovano una striscia di asfalto libera. E' la terza sosta della colonna partita da Napoli 11 ore e mezzo di viaggio prima. La prima sosta avviene attorno alle 5 del pomeriggio per un problema a un automezzo particolarmente malandato. La seconda avviene a Terni intorno alle 8 di sera. Doveva essere anche l'ultima, stando alle istruzioni ricevute. Ma c'è un equivoco, forse un errore: la destinazione è Foligno non Terni. La colonna deve ripartire. La colonna obbedisce ai nuovi ordini, ma in qualche modo trascorrono quattro ore prima della sua partenza. Soltanto all'1,20 si arresta davanti alla stazione di Foligno in attesa di nuove istruzioni. Trascorrerà un bel po' di tempo prima che le nuove istruzioni giungano. A inviarle dovrebbe essere la sala operativa di Foligno, una palazzina fino a giovedì scorso sede del comando dei vigili urbani della città, all'improwiso divenuta il centro di coordinamento di tutti gli interventi nell'area. La palazzina affronta il suo nuovo ruolo come può: in uno stanzone dalle pareti tappezzate di fogli di carta con i nomi dei centri da servire scritti con un pennarello rosso, si affannano decine di persone, inseguite dallo squillare continuo dei telefoni, dallo stillicidio delle richieste, dei problemi e delle scosse che, a intervalli regolari, ricordano a chi volesse illudersi del contrario, che il terremoto è ancora in corso. La segnalazione del problema dei vigili del fuoco giunti da Napoli è soltanto uno dei tanti squilli nella sala. Intórno alle 3 di notte il prefetto Maria Teresa Cortellessa, due occhi cerchiati a più riprese da 24 ore ininterrotte di problemi, ammette: «Abbiamo soddisfatto il 2025 per cento delle esigenze». Subito dopo, appare un volontario e con lui un nuovo problema. Dai dialoghi e dalle urla si capisce che insieme con l'intero suo gruppo, un'unità dell'Ampas, sono partiti alle 4 del pomeriggio da Firenze con l'ordine di dirigersi verso Serravalle, in provincia di Macerata, dove avrebbero dovuto montare una cucina da campo. Una volta a Foligno l'istruzione cambia: i volontari devono fermarsi lì. Inizia l'opera di scarico dei pezzi e di montaggio della cucina. Sono le 8 di sera circa, intorno a mezzanotte qualcuno si rende conto che a Foligno vi sono già due cucine da campo e a Nocera Umbra ancora nessuna. Contrordine: i volontari dell'Ampas vengono dirottati a Nocera Umbra tra proteste e urla. La cucina giungerà a destinazione a giorno ormai fatto: sono necessarie almeno quattro ore per smontare un apparecchio del genere e un bel po' per trasportarlo lungo una strada dove il traffico procede a senso alternato e soprattutto intasato. Fra intoppi, ritardi, disguidi e rabbia di chi nei centri colpiti attende, si snoda l'intera giornata di ieri. La tendopoli di Santo Pie- La centrale della Protezione civile è assediata da richieste di aiuto Il viaggio di una colonna destinata a Foligno e andata a Terni per errore
Persone citate: Maria Teresa Cortellessa, Rabbia
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