Artissima, tante le opere che piacciono ai giovani di Luisella Re
Soddisfazione fra i visitatori della rassegna al Lingotto e adesso si attende il pienone Soddisfazione fra i visitatori della rassegna al Lingotto e adesso si attende il pienone Altissima, tante le opere che piacciono ai giovani Coinvolgimento del pubblico all'Altissima del Lingotto. E' il primo bilancio della rassegna alla vigilia del pienone conclusivo di oggi e domani. A una marea di giovani il ruolo di battistrada, in augurale sintonia con il clima rievocato da Karsten Greve, consigliere delle fiere d'arte di Colonia e Basilea. Commosso nel ricordare il suo innamoramento per la Torino degli Anni Sessanta, «quando le vostre gallerie d'arte contemporanea erano un nucleo trainante su scala europea, testimoniando la cultura e la grande potenza di questa città». E' l'arte che torna a crescere al Lingotto, con vitalità e fantasia. Nello stand di Gian Ferrari inquadrato tra i progetti di pittura monumentale di Saroni, tanto interesse e qualche perplessità di fronte all'erotismo gastronomico delle quaglie in calze nere e dei polli in slip, «apparecchiati» per l'occasione. Confessano due signore dai capelli grigi, sbirciando alcuni vassoi dove restano poche briciole: «E' vero, stiamo discutendo di riso integrale, ma senza alcun riferimento: riguarda un menù che abbiamo in programma». E dove sono finiti i pesci sistemati in altrettanti frullatori, durante la performance d'avvio? Claudia Gian Ferrari lima ogni spigolo. «Alludevano al pulcino meccanico Tamagotchi, ma li abbiamo tolti per rispettare gli animalisti. In quanto ai vassoi svuotati con troppo entusiasmo durante la performance d'avvio, c'era da aspettarselo. Li avevo riempiti di cioccolatini Peyrano». Giorgio, studen- Marco Barbero e Margherita Costa sono due giovani visitatori a cui è piaciuta molto Attissima Nella foto in alto, una sala te di architettura di 28 anni, è elettrizzato. «Sto vedendo meraviglie, a partire dalla sfera di Pomodoro esposta dallo Studio Copernico. Offre un senso di profondità che stordisce. Un capolavoro senza prezzo». Basta chiederlo, invece. Spiegano gli espositori ad alcuni studenti del Dams, ipnotizzati come Giorgio di fronte a questa sfera «assolutamente bella»: «Ha un diametro minore ma è la stessa che campeggia davanti al palazzo dell'Orni. Costa 320 milioni, è già venduta». Margherita Costa, studentessa del «D'Azeglio», ha 17 anni e ama i superlativi. «Altissima mi intriga. Tantissimi gli spunti interessanti, splendidi i materiali inediti di artisti ancora sconosciu¬ ti. Unico appunto: questa è una rassegna importantissima che meriterebbe molto di più». Cosa, ad esempio? «Enormi immagini emblematiche in tutta la città, compresa l'area esterna del Lingotto, oppure più attenzione sui telegiornali nazionali. E non sarebbe male se i nostri professori, invece di dirci "se vi interessa, andateci", fossero qui con noi». Beppe, studente di Scienza dell'Educazione di 23 anni, è preoccupato: «Confesso che, mentre mi incantano i Picasso o i De Chirico, mi turba la negatività di tante ricerche d'avanguardia». Ma secondo Cristina Negri e Marco Barbero il problema è un altro: ((Abbiamo trovato mille proposte che ti cat¬ turano o ti respingono al primo impatto. Anche se non manca qualche robetta mutile. E' quella che non ti crea problemi o reazioni, lasciandoti indifferente». Si dichiara coinvolta anche la studentessa di archeologia Marcella Lombardi, in estasi davanti alla sculture al neon di Carlo Del Corso con l'amica Nadia Zanellato, 23 anni, che ha lavorato in una galleria d'arte olandese e cerca un lavoro analogo a Torino. «Una mostra splendida anche se, a Torino, l'attenzione per l'arte giovane merita di non bloccarsi in questo spazio super-organizzativo e straordinario ma anche costoso». Non costa niente, comunque, contribuire alla collezione dei «baci al rossetto» raccolti all'Over Studio. Spiega un'energica signora, scegliendo un tono fucsia tra i rossetti messi a disposizione: «Sono una farmacista e colleziono arte contemporanea. Timore di usare un rossetto già usato? Basta utilizzare il bastoncino contro-taglio, dove non posa le labbra nessuno». E chissà che un tocco di prudenza subalpina non migliori la performance. Luisella Re
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