Biaggi vola: «Un unico obiettivo, la vittoria»
Biaggi vola: «Un unico obiettivo, ia vittoria» Biaggi vola: «Un unico obiettivo, ia vittoria» 77 telaio mette nei guai l'Aprilia: per Harada soltanto il nono tempo SENTUL. Il volto di Biaggi è tutto un sorriso al termine della prima giornata di prove del GP d'Indonesia, penultima prova del motomondiale. Gli occhi, poi, mandano lampi di luce, proprio come lo scorso anno di questi tempi, quando il pilota romano si apprestava a vivere la vigilia dello scontro finale che lo avrebbe portato alla conquista del terzo titolo mondiale. Sorriso e occhi dicono tutto di Max: che la moto va bene, che è in forma e che il morale è alto. Insomma, c'è la possibilità di ottenere quella vittoria necessaria per riaprire i giochi in vista della volata finale tra 7 giorni in Australia. E che Max abbia grinta da vendere lo si è capito sin dalle prove. Con la sua Honda non ha dato tregua a Waldmann e. ad Harada, i suoi principali avversari che lo precedono di 9 e 6 punti. Ha spinto al massimo (ma mai al limite) costringendo gli altri all'inseguimento. Incredibili gli ultimi 7', con la pole position che ha cambiato padrone otto volte: da Biaggi a Waldmann, quindi a Ukawa. Poi di nuovo un testa a testa tra Biaggi e Ukawa, perfinire con il gran finale di Jacques che superava Waldmann e Biaggi per una manciata di millesimi. «Bene, bene, bene - inizia Biaggi appena entrato ai box -. Pensate che rispetto alle prove precampionato ho girato quasi 2" più veloce, merito dell'asfalto ma anche di 13 GP sulle spalle». Un Biaggi sereno, paziente con i giornalisti e contento della moto come non si vedeva da tempo. Un miracolo? «Macché miracoli, il fatto è che ho a disposizione una nuova forcella (da 43 millimetri, per la precisione) che mi permette delle regolazioni valide. Insomma, il margine dove intervenire è maggiore, ecco perché i problemi riescono a risolverli in fretta. La gara comunque sarà dura, anche se so benissimo che cosa devo fare per sperare nel titolo: vincere e basta». Gli portano le classifiche, le Aprilia sono lontane, sesto Capirossi, settimo Perugini, addirittura nono Harada, Crisi nera. «E voi ci credete? Io no. Anzi, facciamo così: se domani le cose non saranno cambiate, sarò contento di darvi ragione. Io quelli li conosco: stuelleranno qualche diavoleria». All'Aprilia, intanto, è scattata l'emergenza. Non era mai successo di essere così indietro do¬ po un intero turno di prove. E meno male che, sulla carta, questo doveva essere il circuito favorevole all'Aprilia, per via di quel lungo rettilineo dove la maggior potenza della moto veneta mandava in crisi la Honda. E invece davanti ci sono cinque Honda. Harada sembra un samurai ferito: «Per quanto si faccia, il risultato non cambia. A Barcellona avevo denunciato problemi di telaio. Qui va anche peggio: gli altri migliorano noi siamo rimasti al passo. Qualche tempo fa bastava, ora non più». E poi una constatazione amara, soprattutto se fatta a questo punto del campionato: «Credo che quello che abbiamo sia un telaio fatto per lo stile di guida di Biaggi». Capirossi, poco distante, non è certo più felice: «La moto scivola anche quando si va piano, saltella nelle curve lente e l'avantreno non sta attaccato all'assetto. Dobbiamo inventarci qualcosa, da qui a domani, se vogliamo aiutare Harada a vincere». Nelle altre prove, da segnalare il 4° posto di Rossi nella 125 (ottimo 5° Locatelli) e la pole provvisoria del solito Doohan nella 500, con Cadalora quinto e Romboni ottavo. (e. b.] Per la festa dei 100 GP disputati Schumacher ha invitato anche Ecclestone: è finita a torte in faccia
Luoghi citati: Aprilia, Australia, Barcellona, Indonesia
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