Dorigo ultimo baluardo di Souness

Oggi Toro-Genoa, partita già decisiva per le due grandi deluse della serie B Oggi Toro-Genoa, partita già decisiva per le due grandi deluse della serie B Dorigo ultimo baluardo di Souaess L'inglese preferito a Minotti, zoppicante, come libero Errori dei granata in allenamento, il tecnico s'infuria TORINO. Che partita ricca di pathos si preannuncia Toro-Genoa, il derby tra grandi deluse, tra panchine traballanti, tra un allenatore ostaggio dei giocatori e uno che, imprecando e sbuffando, i giocatori ancora ha la voglia e la forza di richiamare a un impegno maggiore in partitella. L'ostaggio si chiama Salvemini: se non è già disoccupato, dopo sole quattro domeniche, lo deve alla squadra, che ieri l'altro ha costretto il presidente Spinelli a rimangiarsi l'esonero: «La colpa dell'ultimo posto è nostra, solo nostra, sarebbe ingiusto che il tecnico pagasse per noi». Chiaro che, stando così le cose, nel Grifone ormai comanda la truppa e che il generalissimo deve ringraziarla - anche se gli ha fatto fare figuracce a gogò - perché gli ha salvato, almeno temporaneamente, il posto. In una situazione simile, paradossale e grottesca, che cosa potrebbe dire il gran capo se non adulare coloro che l'hanno tolto dai guai e lanciare proclami di vittoria? Così, nel ritiro di Vimercate, Salvemini rende omaggio «alla sensibilità, al senso di responsabilità dei ragazzi» e annuncia: «Contro il Toro si va per vincere. Il gioco non m'interessa». Probabilmente quest'ultima affermazione è l'unica sincera, al conducator ostaggio dei subalterni premono solo i tre punti. Altro che spettacolo, manovre. Lo schema rossoblu, stando alla formazione, dovrebbe essere solo questo: palla lunga e pedalare, confidando nella verve di Nappi e nella classe di Giampaolo, la sola punta. Che poi punta vera non è. Cresciuto nella Juve e prelevato in estate dal Pescara, è più un rifinitore anche se nella stagione scorsa ha segnato 16 gol: uno, al Delle Alpi, spianò la strada al successo (2-0) abruzzese sul Toro. Se Salvemini ringrazia i giocatori, Souness li striglia. Durante la partitella, scandita da una caterva di passaggi errati, all'ennesimo sbaglio di Lentini urla: «Stop, stop!». Poi, rosso in volto e imprecando in inglese («Fucking, fucking»), si porta in mezzo al gruppo, un po' a gesti e un po' in zoppicante italiano impartisce disposizioni «Tu qui, tu più avanti» e sollecita maggiore concentrazione. Che cosa pensare? Che s'è trattato d'un semplice, insignificante episodio? Oppure, che più d'un granata fa flanella? Mah... Comunque, finito l'allenamento, Charlie champagne ripete (però, potrebbe dire altrimenti?): «Ho fiducia nei ragazzi e loro in me» e conferma che «per il ruolo di libero Tony è l'uomo giusto, lui old bastard come me, lui molto experience». «L'old bastard» risponde al nome di Dorigo: Minotti è acciaccato (e Souness non è parso granché preoccupato, o rammaricato, di doverne fare a meno), toccherà all'inglese guidare la difesa. Dorigo è piccoletto, non sarà un problema il libero basso (dato che oltretutto Piccolino è pure Mercu¬ ri)? «No, per i colpi di testa c'è Maltagliati», risponde il diretto interessato ricordando che «anni fa, all'Aston Villa, feci il libero e tutto andò bene». Sulla fascia, al posto di Dorigo, ci sarà Bonomi: per il resto, formazione solita. Quanti sono pronti a contestare lo scozzese in caso di débàcle si rassegnino: ben difficilmente il tecnico sarà licenziato. Invece di buttare a mare chi ha fortissimamente voluto, la società sembra intenzionata a correre prima ai ripari tornando sul mercato: piace molto Brambilla, niente il prezzo (sui 5 miliardi) richiesto dal Bologna, per nulla disposto a praticare sconti dato che il Toro s'è comportato nella stessa maniera a luglio quando gli ha venduto Cristallini. Attorno al derby delle grandi deluse spira aria di contestazione. La speranza è che la Maratona, almeno all'inizio, guardi ai granata con gli stessi occhi entusiasti dei bambini della elementare Nitti di Melfi (Potenza) che hanno studiato la storia del Toro e poi l'hanno commentata con pensierini divertenti, toccanti, sorprendenti: il giornalista Gian Luca Tartaglia li ha raccolti nel libro che s'intitola appunto «Il Toro visto con gli occhi di un bambino». E' stato presentato ieri in sede e per i delusi, preoccupati Vidulich & C, è stata l'unica occasione della giornata per sorridere. Claudio Giacchino Damiano Basso

Luoghi citati: Lentini, Melfi, Potenza, Torino, Vimercate