Bonolis: diversa rete, stesso successo Salò, un risultato che soddisfa di Alessandra Comazzi
Bonolis: diversa rete, stesso successo Salò, un risultato che soddisfa Bonolis: diversa rete, stesso successo Salò, un risultato che soddisfa HA detto una cosa molto sensata, Paolo Bonolis, parlando della quarta edizione di «Beato tra le donne», in onda dall'altra sera su Canale 5. Lui è l'unico tra le star del video che sa passare da Rai a Mediaset e viceversa, senza perdere ascolto: perché trasloca con i programmi, non soltanto con la sua gentile persona. Ha evidentemente capito, il biancovestito ed esemplarmente sudato conduttore, che il conduttore medesimo e solo, in una televisione con i programmi tutti uguali, sulle reti pubbliche e su quelle private, non basta assolutamente. Se prendi, ultimo esempio, Mara Venier, carica di onori, gloria e ascolti nella «Domenica in» di Raiuno, e la trasporti all'ora di pranzo su Canale 5, non funziona più, diventa una tra i tanti. A «Domenica in» lei intervistava i personaggi migliori dello spettacolo, deU'mtrattenimento, dell'informazione (che passavano di lì per vendere i loro prodotti, libri, dischi, film, altre trasmissioni, ma intanto passavano); partiva per l'America I dove incontrava stelle internaI zionali, aveva il potentissimo supporto dello sport, precedeva, nell'ultima parte del pomeriggio, il telegiornale più seguito della settimana, elargiva denaro, faceva parlare di sé anche per telepromozioni e giochi truccati: insomma, c'era tutto. Adesso, su Canale 5, c'è un programma defilato, davvero molto solito, e la figura della bionda presentatrice non è abbastanza carismatica per trascinare il non trascinabile. Ma Bonolis no: Bonolis cambia canale con il pacchetto completo della sua merce. E così «Beato tra le donne», una gara tra ragazzi che si esibiscono in svariate performances davanti ad una giuria tutta femminile (presidentessa l'altra sera Christiane Filangeri, una delle finaliste di Miss Italia) è passato di peso da Raiuno e Canale 5. E continua ad andare bene, e ad accompagnare Bonolis nei suoi contratti miliardari. Sei milioni 168 mila spettatori giovedì, preceduto (di misura, 6 milioni 196 mila spettatori) soltanto dalla «Paperissima sprint» del Gabibbo e della Hunziker. Il programma è vuoto come tutto l'mtrattenimento nostrano, però è lussuoso, non ha quell'aria impolverata di altri suoi pari, la regia della vecchia volpe Pingitore e la verve instancabile di Bonolis gli danno ritmo, ed inoltre è pieno di bei ragazzi e belle ragazze, le cosiddette SpintareUe, generosamente scoperte. d l i pCon un ardito salto passiamo su Raitre, dove il giovedì si trasmette la storia in prima serata. Questa sì che è una scommessa e una prova d'ardimento, altro che i cimenti dei ragazzi di Bonolis. L'altra sera è andato in onda «I 600 giorni di Salò», di Nicola Caracciolo ed Emanuele Valerio Marino, supervisione storica di Renzo De Felice. Due settimane fa si parlava di Ciano, l'altra settimana dell'avvicinarsi inesorabile di Mussolini a Hitler e alla guerra. Con documentari restaurati e spesso inediti, con la storia recente che si materializza davanti ai nostri occhi. Due milioni e mezzo di telespettatori «pesanti*, un risultato che si spera soddisfi anche il direttore Min oli, e lo convinca ad andare avanti con questa Raitre fuori del coro. Alessandra Comazzi i PROGRAMMI DI OGGI
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