Febbre su Comit e Mediobanca

Febbre su Comit e Mediobanca Febbre su Comit e Mediobanca Il toto-Borsa scommette su arrivi di denaro fresco MILANO. Corre Mediobanca in Borsa fino a quota 14.000 lire e termina in rialzo del 2,5%. Corre la Comit che mette a segno un progresso del 6% e corre soprattutto il Credito Italiano che arriva a sfiorare un guadagno del 12%. Non basta. Il presidente del Credit, Lucio Rondelli, e quello di Comit Luigi Fausti sono segnalati nel pomeriggio in Mediobanca, da dove poi usciranno senza rilasciare alcuna dichiarazione. In Mediobanca è presente il vertice di Bancaroma impegnato a mettere a punto la privatizzazione, e nel tardo pomeriggio arriverà il presidente del gruppo Pirelli, Marco Tonchetti Provera. Ecco gli ingredienti per un mix esplosivo che innesca una nuova girandola di rumors sulle grandi manovre in corso nella Galassia del Nord. Si torna ad insistere su un prossimo aumento di capitale di via Filodrammatici, su progetti di fusione o di maggior legame tra Comit e Mediobanca. Un progetto che disegnerebbe per Mediobanca nuovi traguardi, nel senso che l'istituto affiancherebbe, alla sua vocazione tradizionale di grande banca d'affari, una forte attività nel risparmio gestito. Ma non c'è solo questo. Con un occhio alla privatizzazione della Banca di Roma, alla quale la defezione della Banca Agricola Mantovana non ha certo fatto piacere, non è impossibile immaginare che Credit e Comit, disposte fino a ieri a dare una mano all'operazione ma senza impegnarsi nel nocciolo duro, vengano chiamate a un coinvolgimento più impegnativo. Che potrebbe, ad esempio, passare attraverso l'acquisto da parte di Comit della quota di Bancoroma in Mediobanca. Il che si sposerebbe bene con l'ipotetico progetto di integrazione Comit-Mediobanca. E ciò mentre il Credito Italiano conferma la sua disponibilità a un investimento finanziario limitato nella Banca di Roma. Lo ha ribadito l'amministratore delegato dell'istituto Alessandro Profumo a margine della presentazione del nuovo pacchetto di servizi abbinato ai conti correnti Genius. Profumo ha poi smentito che l'impegno finanziario ipotizzato sia di 100 miliardi come trapelato la scorsa settimana. [v. s.] più grigio: «Adesso bisogna trovare dei partner per l'informatica, un settore in cui la concorrenza è alla lira. Ma dobbiamo sapere che questo avrà un costo sociale per l'Italia e per il territorio». E ancora: «L'Omnitel in tre anni è passata da 0 a 2700 dipendenti diretti e 3 mila indiretti che sono distribuiti su tutto il territorio italiano. L'Olivetti non sarà più un'azienda concentrata nel Canavese ma sarà distribuita in Italia e nel mondo». Insomma: Ivrea addio perché per Omnitel «la città è il mondo». Affermazioni che non fanno altro che confermare i timori del sindacato per il futuro. Ieri mattina i lavoratori hanno manifestato davanti al centro congressi. Colaninno ha affermato di «non capire tutto questo baccano dei sindacati» anche se li invita a «trovare una intesa sulla situazione attuale, anche per ridurre questi costi sociali e mantenere attaccati all'azienda gli azionisti». Pietro Marcenaro, segretario regionale Cgil, lo ha subito ripreso dal palco degli Stati generali e lo ha definito un «maleducato»: «Lei non può cancellare il passato. Prima di lei altre cinque persone hanno fatto discorsi del suo tipo». Ed è arrivata immediata anche la risposta del ministro dell'Industria: «Una partnership industriale è indispensabile, ma bisogna che i prezzi da pagare non siano troppo alti». Poi Bersani ha confermato la volontà «della pubblica amministrazione di giocare un ruolo propulsivo per la domanda»: «Il governo ha approvato e finanziato all'80% il piano da 4400 miliardi per l'informatica». Al piano, che ha una durata triennale, si aggiungerà anche il programma di informatica per le scuole, che vale «centinaia di miliardi». [m. tr.)

Persone citate: Bersani, Colaninno, Lucio Rondelli, Luigi Fausti, Pietro Marcenaro, Profumo, Provera

Luoghi citati: Italia, Ivrea, Milano