«Torino-Lione, a Chambéry si decida»

Il 2 e 3 ottobre settimo vertice Italia-Francia sul progetto di collegamento ferroviario ad alta velocità Il 2 e 3 ottobre settimo vertice Italia-Francia sul progetto di collegamento ferroviario ad alta velocità «Torino-Lione, a (hambéry si decida» Pininfarina: dal 1991 nient'altro che incontri TORINO. Settimo vertice di Chambéry: il 2 e il 3 ottobre Francia e Italia torneranno a ribadire l'importanza del tunnel ferroviario diretto, del collegamento ad alta velocità fra Torino e Lione. Con un rischio: che si tratti di un appuntamento rituale. Dal '91, da quando i ministri dei Traporti Tesina e Bianco stilarono i primi documenti ufficiali, il summit annuale ha prodotto un'infinità di documenti e di dichiarazioni d'intenti, ma soltanto i preliminari per la progettazione. l f l li f ppNel frattempo, la linea ferroviaria del Fréjus è andata progressivamente verso la saturazione. Mentre decollavano i progetti di collegamenti europei, la direttissima Italia-Francia, con il tunnel di 54 chilometri destinato ad alleggerire il peso del traffico stradale nelle vallate, e i finanziamenti in grado di smuovere occupazione sono rimasti al palo. è iri dl pEppure, è emerso ieri dal convegno organizzato all'Unione in¬ dustriale dalla torinese Società degli ingegneri e degli architetti, la capacità della linea del Fréjus, punto di partenza del collegamento Est-Ovest fino a Trieste e oltre, nei prossimi anni sarà completamente intasata. Avrà il problema di smaltire fra i 40 e gli 80 treni il giorno (secondo lo scenario economico), che supereranno la sua capacità di traffico. Sergio Pininfarina, presidente del comitato promotore dell'Alta velocità Lione-Torino-Trieste chiede ai ministri che si incontreranno a Chambéry impegni precisi: «Bisogna avviare la progettazione, calcolare i costi, valutare la fattibilità e la redditività. Io chiederò impegni precisi, date ben definite». Ma i tempi saranno inevitabilmente lunghissimi: almeno 10 anni soltanto per il tunnel di base.. «Certo, ma qui non si tratta di abbandonare la vecchia linea. L'ultima riunione della Commissione, il 15 settembre, a Torino, ha definito esattamente le priorità: l'iter della nuova Torino-Lione non va ritardato, ma bisogna mettere subito mano all'ammodernamento della linea esistente, prima che sia completamente saturata e si arrivi alla paralisi del traffico merci». Anche se le obiezioni sulla reale necessità del tunnel sono ancora forti? «Voglio ragionare da imprenditore: non dico di fare una linea che un giorno sarà utile. Dico di calcolare la sua redditività e su questo dato impostare i progetti. Si lavora in tutta Europa e le linee tracciate in Francia, Spagna, Germania si collegano perfettamente alla Torino-Lione». La Valle di Susa, toccata pesantemente dal tracciato, non è però tutta favorevole... «E' una valle che ha sofferto molto. Come il gatto scottato che teme anche l'acqua fredda, la sua gente ha paura, ma i suoi motivi vanno capiti, non rimossi. Bisogna fare un progetto che dia vantaggi alla comunità. E tutti gli enti vanno informati: da due anni i loro rappresentanti sono presenti in tutti i luoghi di discussione». Cosa resta del litigio estivo Ambiente-Trasporti sull'opportunità di rivedere tutti i progetti? «Resta la pregiudiziale del ministro Ronchi. C'è stato un conflitto, è chiaro, ma ancora senza vinti né vincitori: il nodo è tutto da Sergio Pininfarina presidente del Comitato promotore per l'Alta velocità Lione-Torino e Trieste risolvere. Tocca ai ministri chiarire». Nel vertice di Chambéry a chi toccherà decidere? «Ai due Stati, alle società ferroviarie. E poi ai privati. Se il progetto sarà chiaro, potranno entrare con quote che vanno dal 30% al 50%. Ma deve essere chiaro subito, altrimenti nessun privato andrà a rischiare, e resteranno sulla carta 200 mila posti di lavoro e migliaia di miliardi di investimenti», [b. g.] INTERVENTO

Persone citate: La Valle, Pininfarina, Ronchi, Sergio Pininfarina