L'Euro affonda la sterlina

Ma la City crede nella svolta e si infiamma. Bruxelles: Londra sarebbe la benvenuta Ma la City crede nella svolta e si infiamma. Bruxelles: Londra sarebbe la benvenuta L'Euro affonda la sterlina Voci (e smentite) di ingresso inglese LONDRA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Le smentite del Tesoro e poi di Downing Street sono valse a poco: la City è stata febbricitante per tutto il giorno, con la Borsa alle stelle e la sterlina a picco, dopo la rivelazione da parte del «Financial Times», con un articolo in prima pagina, che il governo laborista di Tony Blair sta per annunciare forse già il mese prossimo - l'ingresso della sterlina nell'Unione monetaria in «tempi brevi» dopo la data d'avvio del 1° gennaio 1998. «Pura speculazione», ha precisato il Tesoro. Una notizia «sbagliata», ha insistito Downing Street. Ma ormai la frittata era fatta. La prospettiva di un'adesione britannica alla moneta unica, a cui Bruxelles ha subito reagito con entusiasmo, ha fatto schizzare verso l'alto le quotazioni di Borsa. Alle 14,17 il listino FT-100 aveva guadagnato circa il 3%: 178,3 punti, per l'esattezza, collocandosi a quota 5243,8, record di tutti i tempi; né la leggera flessione del pomeriggio (l'indice ha chiuso a 5226,3) ha intaccato lo smalto dell'eccezionale giornata. E' un balzo che equivale a 28 miliardi di sterline: il più chiaro segnale dell'importanza che il mondo finanziario attribuisce a un eventuale voltafaccia europeo di Londra. Opposta la reazione dei mercati valutari. La sterlina, che era vista speculativamente come una moneta forte esterna all'Euro, ha ceduto nei confronti sia del dollaro (1,613 dollari, -1,4 cents) sia del marco (2,826, -5 pfennig). l hi f pgAnche se dopo la chiusura ufficiale dei mercati la moneta britannica ha recuperato qualche posizione, i nuovi valori riflettono direttamente la convinzione che uno spostamento britannico verso l'Unione monetaria provocherebbe un riallineamento al ribasso dei tassi (attualmente 7%), più in linea con quelli degli altri Paesi europei. il i idi pIl «Financial Times» indica un cambiamento d'umore nel governo e di clima nel Paese; in particolare «l'intenzione di esserci», confessata da un anonimo ministro. Si sarebbe verificata, dietro le quinte, una convergenza di vedute fra il Cancelliere Gordon Brown, da sempre favorevole all'Euro, e il ministro degli Esteri Robin Cook, moderatamente scettico in tema di moneta unica. La scorsa settimana Cook aveva ribadito la linea ufficiale del New Labour, definendo «altamente improbabile» l'adesione britannica già il 1° gennaio d 'l g1999, e aggiungendo: «D'altra parte se la moneta unica diventerà realtà e avrà successo, a lungo termine sarebbe difficile per la Gran Bretagna restarne fuori». Ora si sarebbe spostato verso le posizioni di Brown: quello del «Financial Times», si azzardava ieri nella City, potrebbe essere stato un «ballon d'essai» ispirato proprio dal Cancelliere, per valutare le reazioni. Il quotidiano finanziario afferma che quei tempi potrebbero essere stretti: prima del 2000, azzarda, quindi prima delle prossime elezioni. Il governo si sentirebbe abbastanza forte da superare il referendum promesso all'elettorato in tema di Euro. In ogni caso Londra, che a Maastricht aveva ottenuto la clausola dell'«opting out» e cioè di riservarsi la facoltà di aderire o no, deve indicare le

Persone citate: Brown, Cook, Gordon Brown, Robin Cook, Tony Blair

Luoghi citati: Bruxelles, Gran Bretagna, Londra