I nomi delle vittime
/ nomi delle vittime / nomi delle vittime ROMA. Tredici le vittime accertate. I morti ad Assisi sono 4: due frati del sacro convento, Zdzislaw Borowec, un postulante polacco di circa 22 anni, e Angelo Api, un postulante italiano di 45 anni, e due geometri della Soprintendenza impegnati in un sopralluogo, Claudio Bugiantella e Bruno Brunacci, entrambi di 40 anni. A Fabriano (Ancona) una donna di 65 anni, Agnese Ceccacci, è stata uccisa dal crollo del cornicione di una chiesa. Due le vittime a Bastia Umbra, altrettante a Collecurti di Serravalle del Chienti (i coniugi Francesco Ricci, 86 anni, e Maria Innocenzi di 84). Un uomo di 71 anni, Nello Re, estratto ancora vivo dalle macerie della sua casa a Pievetorina, è morto in serata nell'ospedale di Macerata. Due anziani, Antonia Maracci, 76 anni, e Dario Cistellini, di 71, di Bastia Umbra, sono deceduti per infarto poco dopo una scossa. [r. cri.] pochi metri più giù lo sono e l'intero altopiano di Colfiorito è una terra isolata, senza più acqua, né telefoni, né tetti sotto cui dormire. Dove vi sono spiazzi e radure, si montano le tende, spuntano i campi d'accoglienza. In alcuni casi, come a Colfiorito, le tende ci sono già: sono quelle del terremoto del 4 settembre, fino a ieri l'ultimo. Ai bordi delle strade inizia l'attesa, mentre la terra continua a tremare: una dopo l'altra, a distanza anche di pochi secondi, si susseguono le scosse: alcune leggere, altre meno, ma tutto sommato normali per questo piccolo Giappone dove scosse e sismi sono nemici quotidiani. Il tradimento giunge alle 11,45, quando anche gli estranei - i tecnici, i giornalisti, i fotografi - hanno imparato a non farsi intimidire dal tremore continuo di quel suolo, e a Serravalle il capitano Gino Briganti, ai microfoni del Gr2 rassicura l'Italia: «Tutto è sotto controllo». Il suolo risponde con ben due scosse. Quando il boato si placa, quando la polvere si solleva, altre case sono scomparse: per Cesi, Collecurti e Collefiorito è il colpo di grazia, e negli occhi della gente dell'altopiano si legge la paura. Per molti questa terra traditrice rappresenta la vita, le case il frutto di anni e anni di lavoro. Qualcuno ascolta l'invito dei parenti o delle autorità e si reca a Foligno dove altre case o alberghi li accoglieranno. La maggior parte rimane: la paura è forte, ma l'attaccamento alla terra lo è di più. Nemmeno quando nel pomeriggio diventa chiaro che le trecento roulotte che dovevanoessere inviate da Collefiorito, e che poi si sono ridotte a sessanta, non potranno contenere tutti, gli abitanti si decidono a scendere a valle. Tranne alcuni che hanno accettato, la maggior parte si rifiuta di andarsene per il buio: «Non ci sono nè vecchi nè bambini da trasferire», risponde alterato un anziano a chi gli chiede di accettare la prospettiva della tendopoli. Una so¬ Flavia Amabile Un'immagine dall'alto di Collecurti, nel Maceratale, uno dei paesi più devastati dal terremoto
Persone citate: Agnese Ceccacci, Antonia Maracci, Bruno Brunacci, Cesi, Claudio Bugiantella, Dario Cistellini, Flavia Amabile, Francesco Ricci, Gino Briganti, Maria Innocenzi
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