Terrore e morte nella basilica

La tragedia alle 11,43, durante un sopralluogo per controllare i danni li La tragedia alle 11,43, durante un sopralluogo per controllare i danni li gpTerrore e morte nella basilica Assisi: crolla il tetto, in quattro schiacciati dalle macerie ASSISI DAL NOSTRO INVIATO Le pietre di Assisi sono lì. Sul prato verde spazzato di luce che si spiana davanti alla Basilica di San Francesco, i superstiti guardano, in lacrime, il meraviglioso color cilestrino, il blu brllante, l'oro della pittura di Giotto e Cimabue. Perché le pietre di Assisi sono cemento rivestito della magistrale pittura sacra dell'Italia medievale, e sotto quel cemento, iniettato con i restauri degli Anni Cinquanta, quattro persone sono morte, ammazzate da una nuvola di calce che nascondeva un pericolo mortale. Due frati questuanti e due tecnici della sovrintendenza. E mentre scriviamo, nella notte, si scava ancora, perché altre persone potrebbero essere sepolte sotto la spianata di un metro e mezzo di calcinacci che si sono abbattuti sul pavimento della Basilica. Ad Assisi il terremoto è arrivato alle due e mezzo di notte, come un'eco dall'epicentro di Colfiorito, al confine tra l'Umbria e le Marche. Nonostante sia zona sismica, e gli abitanti siano abituati alla terra che trema, «stavolta era una cosa mai vista: alle quattro eravamo tutti in piazza, gente che cadeva per terra, che si teneva ai banconi» dice Matteo N. Era l'ottavo grado della scala Mercalli, il quarto-quinto della Richter. Come tanti, Matteo è corso a casa, ha acceso la tv. Alle 7 e mezzo, al Tgl, il sottosegretario alla protezione civile Franco Barberi ha invitato a non cedere al panico, perché difficilmente una scossa di tale intensità avrebbe potuto ripetersi. Molta gente, ad Assisi come nel resto dell'Umbria, rifiuta di rientrare in casa, e anche di alloggiare nei pochi alberghi anti-sismici. Ma mentre a Foligno, più vicina all'epicentro di Colfiorito, si sono chiuse le scuole, le banche, e si è di fatto fermata tutta la città, ad Assisi la vita continua. Alle 8 e 20 del mattino, padre Nicola Giandomenico scende con due frati nella chiesa: sono gravemente lesionati gli affreschi di Giotto e Cimabue. Da Roma, Walter Veltroni spedisce il sottosegretario Willer Bordon a seguire la situazione. Intorno alle Ile mezza, i bambini di Assisi sono a scuola, e nella Basilica si aggirano per un sopralluogo una trentina di persone, il sindaco, il sovrintendente alle belle arti e i suoi tecnici, fotografi, giornalisti e

Persone citate: Franco Barberi, Matteo N., Mercalli, Nicola Giandomenico, Richter, Walter Veltroni, Willer Bordon