«Colpa di scelte dissennate»

Colpa di scelte dissennate» I 1 I Colpa di scelte dissennate» I 1 I « Zeri: una follia sostituire le travi in legno ROMA. Federico Zeri è incollato al telefono, da quando arrivano le prime notizie sul disastro di Assisi. Rovinato Giotto. Perduto Cimabue. Crollate le volte della basilica superiore di San Francesco. Morti. Feriti. Frammenti di affresco e di muratura calpestati. Polvere. Il cielo che appare sulla testa, nel fragore della terra che si sconquassa e dei calcinacci che cadano. Chi scappa. Chi presta i primi soccorsi. Le immagini di morte e di un danno irreparabile a un sito che è cuore della cristianità e dell'arte piombamo con immediatezza nella casa di Zeri immersa nella campagna romana. La mattinata - come sempre - è stata fitta di appuntamenti, studi, visitatori, confronti con i giovani studiosi che hanno accesso alla sua preziosa biblioteca. La giornata dello storico dell'arte più noto d'Italia viene spezzata drasticamente. Il telefono - a mezzogiorno - impazzisce. Chiamano i giornalisti. Chiamano gli esperti del ministero, gli amici, i soprintendenti, tutti afferrati dallo stesso senso di stordimento e stupore. Si disegna un quadro terribile. Zeri ha sempre sostenuto che quegli affreschi non sono opera di Giotto. Ci ha pure scritto sopra un libro. Ha fatto i nomi di altri pittori, come possibili autori. Anche il nome di Pietro Cavallini quando era giovanissimo. E' una delle sue tesi che più sconvolgono l'ufficialità, da lui sempre accusata di non saper raccogliere pensieri che intaccano attribuzioni consolidate nel tempo e ribadite come as¬ ■ ■S

Persone citate: Cavallini, Federico Zeri

Luoghi citati: Assisi, Italia, Roma, Zeri