Il mondo piange lo scempio di Assisi di Lorenzo Mondo

Umbria e Marche sconvolte, migliaia di senzatetto. Crollata la volta della basilica di San Francesco, danni alle opere di Giotto Umbria e Marche sconvolte, migliaia di senzatetto. Crollata la volta della basilica di San Francesco, danni alle opere di Giotto Il mondo piange lo scempio di Assisi Nel sisma tredici vittime, persigli affreschi di Cimabue NATURA SENZA PIETÀ' QUELLA scossa paurosa e assassina, di persone e figure dipinte, si è propagata fino a noi, nell'apprendere la notizia, come un lungo brivido. Alle 11,43, tra Umbria e Marche, nel cuore della gentile, «umile» Italia, c'erano uomini che morivano sotto le mura crollate e altri, numerosi, che restavano a piangere i loro cari e il tetto perduto. Lo strazio di quella gente nostra prendeva, nelle immagini della tv, un colore essenziale e antico, le stigmate della tragedia. Insieme a tante case, ad Assisi, come colpita da un fulmine, precipitava la volta della chiesa superiore di San Francesco. Le macerie e la polvere, tra le quali si continua a cercare, offuscano i danni, rendono più lancinante l'attesa per conoscere le ferite inferte al ciclo giottesco: una delle espressioni supreme dell'arte italiana in cui si rivela folgorante, nel Trecento delle meraviglie, la fusione perfetta di umanità e di stile. Meno fiduciosa resta l'attesa per Cimabue, per i suoi colori sbriciolati. Quanto sopravviverà dei quattro evangelisti che meditano sul Libro, circondati dall'arroccamento vivace delle città comunali, sopra le quali una mano ingenua ma ferma ha inscritto la parola «Ytalia»? Si è salvata la stupenda Crocefissione, resa ancora più sconvolgente dai colori graffiati e anneriti dal tempo? Quelle figure che circondano l'Appeso in aspetto di ombre, immobilizzate sul limite estremo dell'annientamento, di un dolore annientante. Soltanto lo sgombero dei detriti e il pietoso recupero ci dirà l'estensione della perdita. Certo la natura infuriata non ha pietà Lorenzo Mondo CONTINUA A PAG. 10 PRIMA COLONNA Macerie e polvere nella Basilica di Assisi: è una delle immagini esclusive del Tg5 sul crollo della volta affrescata da Cimabue ROMA. Undici persone morte sotto le macerie, due uccise da infarto, centinaia di feriti, cinquemila senza tetto, case, fabbriche e monumenti distrutti, emergenza idrica, una preziosa parte del patrimonio artistico italiano irrimediabilmente perduta: è il bilancio provvisorio del terremoto che a ondate successive ha colpito ieri la dorsale appenninica, tra l'Umbria e le Marche. Il primo allarme alle 2,33, quando una scossa dell'ottavo grado della scala Mercalli (5,5 Richter) ha investito il Maceratese. Altra scossa alle 6,49. Infine, alle 11,43, la terza, violentissima (ottavo-nono grado Mercalli, 5,7 Richter). Sono crollati borghi storici, vecchie abitazioni, campanili. Ma soprattutto ha ceduto un'ala della volta nella basilica superiore di Assisi, dove è andato distrutto il ciclo degli affreschi di Cimabue. Danni anche ai «quadri» sul Poverello di Assisi attribuiti a Giotto. Sotto le macerie sono morti 2 frati e 2 tecnici della Sovrintendenza. Beccaria, Giubilei, Mancini Rampino e Tosatti DA PAG. 2 A PAG. 7

Persone citate: Beccaria, Giubilei, Mancini Rampino, Mercalli, Poverello, Richter, Tosatti