Insediamenti

Insediamenti Insediamenti Coro di condanna perNetanyahu GERUSALEMME. L'annuncio del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu - «Continueremo a costruire in Giudea e Samaria altri insediamenti per coloni ebrei, e nell'immediato sarà avviata per loro la costruzione di altre 300 abitazioni ad Efrat», in Cisgiordania, a Sud di Betlemme - ha causato aspre reazioni in seno alla comunità internazionale, ed è stato criticato anche dagli Stati Uniti. Acclamato da centinaia di coloni nel liceo dell'insediamento ebraico di Efrat, Netanyahu ha sostenuto che la regione di Gush Etzion, a Sud di Gerusalemme e di Betlemme e a Nord di Nablus, fa «parte integrante ed inseparabile di Israele», e che gh insediamenti in questione erano stati programmati (e congelati) dal governo laborista. Ma, per gli Usa, i progetti israeliani sono incompatibili con gli sforzi americani che mirano a ripristmare la fiducia tra Israele e i palestinesi. Il portavoce James Rubin ha detto che il segretario di Stato Madeleine Albright «non ritiene questi progetti di costruzione compatibili con il clima che spera di vedere svilupparsi per negoziati in un prossimo futuro». Persino l'ambasciatore uscente degli Usa in Israele, Martin Indik, solitamente cauto, si è risentito e ha stigmatizzato l'inopportunità dell'annuncio del premier che, ha detto, «danneggia gli sforzi» della Albright. La decisione israeliana è stata criticata anche dal rappresentante dell'Unione Europea all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, il ministro lussemburghese degli esteri Jacques Poos, secondo il quale si tratta dì un provvedimento «controproducente». Dal canto suo, il ministro degli Esteri italiano Lamberto Dmi sottolinea che «azioni unilaterali come quella degli insediamenti di Israele pongono ostacoli addizionali» allo sblocco del processo di pace. Crescono le difficoltà per il presidente dell'Anp Yasser Arafnt, che si trova a doversi giustificare di fronte alla comunità intemazionale: nei giorni scorsi aveva assicurato che i cinque terroristi suicidi responsabili degli attentati dello scorso luglio e settembre a Gerusalemme non erano residenti nei territori sotto la sua amministrazione. Ma è stato poi smentito dai fatti perché i servizi di sicurezza israeliani hanno individuato nel villaggio di Assira, nella Cisgiordania palestinese, la cellula di Hamas cui appartenevano. Ieri mattina il giornale palestinese AlQuds ha scritto che il segretario generale dell'Anp, Tayyeb Abdel Rallini, martedì scorso ha rimesso il suo mandato nelle mani di Arafat ammettendo di avergli fornito mi'informazione errata. L'interessato ha smentito, ma fonti a lui vicine hanno confermato che la lettera di dimissioni è stata scritta e Arafat non ha ancora preso una decisione. [e. st.!

Persone citate: Albright, Arafat, Benjamin Netanyahu, Jacques Poos, James Rubin, Madeleine Albright, Martin Indik, Netanyahu