« Commedia assurda » Fininvest: è il requiem del segreto istruttorio
« « Commedia assurda » Fininvest: è il requiem del segreto istruttorio ROMA, «Mi è stato detto che sono ossessionato dalla giustizia, ma di fronte a questa ennesima calunnia basata sull'impossibile, si deve dire basta». E' quasi amaro Silvio Berlusconi, mentre commenta la notizia dell'espresso che lo vuole indagato - insieme a Marcello Dell'Utri - per riciclaggio dalla procura di Palermo. «E' difficile persino smentire qualcosa che non sta né in cielo né in terra. Per fortuna, stavolta ci ha pensato la procura di Palermo», aggiunge il leader di Forza Italia, alludendo alla smentita del procuratore Caselli. Al quale il settimanale ha risposto con una conferma. E per il Palazzo corrono fremiti di irritazione e preoccupazione. In serata è arrivata una dura nota della Fininvest: «Espresso pubblica, procura smentisce, Espresso conferma, scavalcando la stessa voce dell'accusa: ecco di nuovo in scena la commedia dell'assurdo ambientata a Palermo. Siamo al requiem di ogni segreto istruttorio e della pur minima parvenza di verità, in una stanca replica dalla trama già vista. Ad essere riciclate, e moltiplicate sono - ancora una volta - le bugie dei pentiti: quanto tempo dovrà passare per tornare alla realtà? Inevitabile - conclude la nota Fininvest - l'ennesima smentita: né il gruppo né il suo fondatore, né Marcello Dell'Utri hanno mai avuto a che fare con la mafia». «Si tratta di fantasie, fantasie mafiose», commenta il vicepresidente della Bicamerale, l'azzurro Giuliano Urbani, e anche per Titti Parenti «a questo punto è evidente che la procura di Palermo subisce forti condizionamenti dalla mafia», mentre per il capogruppo di Forza Italia alla Camera Giuseppe Pisanu si tratta di «immondizia, che non merita commenti di sorta». «A quando il coinvolginiento nella strage di Ustica o negli omicidi del mostro di Firenze?», ironizzano i legali di Marcello Dell'Utri. E il presidente dei senatori di Fi Enrico la Loggia, siciliano anche lui, ipotizza sarcasticio che «la prossima volta diranno che Berlusconi è il mandante della strage di Portella delle Ginestre». Più diretto, Giuliano Ferrara parla di «mascalzonata» e osserva che «è una pressione che dura da 10 giorni, costruita a tavolino da qualche magistrato infedele ai suoi doveri verso la Repubblica». Drastici ma distaccati gli alleati. Pièrferdinando Casini usa il passato mentre dice che «è innegabile che vi sia stato un accanimento giudiziario nei confronti di Berlusconi». Il coordinatore di An Maurizio Gasparri invita a «sequestrare YEspresso» : «Sono dei cialtroni, so con certeza assoluta che si tratta di un falso», si sbilancia. Come sempre cauto, Gianfranco Fini modera: «L'Espresso non va sequestrato: semplicemente non va comprato. E' evidente che qualcuno vuole avvelenare il clima politico». C'è chi, come Tiziana Maiolo, va oltre lo scandalo e afferma che la procura di Palermo starebbe addirittura preparando una richiesta di autorizzazione all'arresto di Berlusconi e Dell'Utri. «Richiesta che per ora non viene inoltrata, in attesa di un momento più favorevole, cioè almeno dopo la discussione dell'eventuale richiesta di arresto per Cesare Previti». Come fa Maiolo a sapere della richiesta di arresto unminente? Se lo domanda il retino Giuseppe Scozzari e a Maiolo chiede «come mai una dichiarazione di tale portata venga fuori appena dopo aver incontrato, in un noto locale romano, insieme all'onorevole Carrara, pure di Fi, mi magistrato della procura di Palermo». Un'accusa alla quale la diretta interessata replica mandando a dire ironicamente allo Scozzaridetective di «farsi assumere dall'agenzia Pinkerton». Dal responsabile Giustizia del pds Pietro Folena viene un invito ad «aver più fiducia nella magistratura». E il ministro dell'Interno Giorgio Napolitano avvisa: «Il governo non ha alcuna intenzione di abbassare la guardia o mettere in questione il ruolo, l'impegno e i risultati ottenuti dalla magistratura inquirente che si è maggiormente esposta nel ristabilire la legalità. Siamo in presenza di attacchi inammissibili, non motivati, alle funzioni delle procure più impegnate nel Mezzogiorno». [m. g. b.)
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