Prove di tregua in Algeria

Prove di tregua in Algeria Ma molti temono la reazione del Già, gli ultra più violenti Prove di tregua in Algeria Dichiarata dal braccio armato del Fis ALGERIA. In un'Algeria scossa ed impaurita dal susseguirsi di orribili stragi di civili, la dichiarazione pubblicata ieri dalla stampa di un cessate-il-fuoco unilaterale da parte di una delle maggiori formazioni terroristiche del fondamentalismo islamico ha suscitato un filo di speranza, ma anche scetticismo. Tutti i quotidiani di Algeri hanno riportato in prima pagina un comunicato dell'Esercito islamico di salvezza (Ais), il braccio armato del disciolto Fronte islamico di salvezza (Fis), firmato dal suo massimo dirigente nazionale Madani Mezrag, in cui si proclama un cessate-il-fuoco unilaterale a partire dal primo ottobre e si lancia un appello alle altre formazioni armate affinché seguano l'esempio «per smascherare chi è veramente dietro le stragi di civili». Il Fis è il partito fondamentalista che ha vinto nel 1991 il primo turno delle elezioni. I militari con un colpo di Stato annullarono le consultazioni. Furono proprio il Fis e la sua costola militare, l'Ais, a scatenare allora il terrorismo in Algeria. L'annuncio della tregua non è stato però un fulmine a ciel sereno. I segnali che qualcosa stava acca- dendo sono iniziati circa due mesi fa con l'uscita dal carcere, con 5 anni di anticipo, del leader storico del Fis Abassi Madani. «Faremo scoppiare le bombe della pace», disse Madani poco dopo la sua liberazione mentre i rappresentanti del Fis all'estero hanno ripetutamente condannato le stragi di civili. La decisione dell'Ais è stata accolta con favore dal governo il cui organo ufficioso «El Moudjahid» ha pubblicato, in via eccezionale, il comunicato di Mezrag definendolo «una grande svolta» con conseguenze positive per la sicurezza del Paese e per l'an- nientamento del terrorismo. Il giudizio non trova l'accordo di molti osservatori ad Algeri che temono invece un'aggravarsi della situazione poiché proprio la tregua, sostengono, è all'origine degli indiscriminati eccidi di civili in cui, solo negli ultimi tre mesi, sono morte ol¬ tre 2000 persone, in gran parte donne e bambini. La formazione fondamentalista algerina più radicale, il Gruppo islamico armato (Già), secondo gli osservatori, ha preso come un tradimento la dichiarazione unilaterale del cessate-il-fuoco doll'Ais, di cui è da tempo a conoscenza, e si vendica commettendo stragi nelle zone controllate dal gruppo rivale che lo ripaga con la stessa moneta. Non a caso infatti gli eccidi si verificano proprio nei quartieri e nelle regioni considerate bastioni del fondamentalismo. Alcuni passaggi del comunicato dell'Ais potrebbero in effetti essere letti in questa chiave. Mezrag loda il governo ed attacca i rivali del Già. Il potere algerino, dice, «ha preso iniziative che aiutano la distensione», riferendosi chiaramente alla liberazione di Madani, mentre la decisione di dichiarare il cessate-ilfuoco per smascherare gli autori delle stragi ha «lo scopo di isolare i criminali nascosti tra i residui estremisti del Già e chi li manovra». Almeno otto persone sono state assassinate martedì sera ad un posto di blocco di terroristi islamici travestiti da poliziotti ad Ain Be- nian, nella grande periferia Ovest di Algeri. Ieri quattro persone sono state uccise e undici ferite nell'esplosione di una bomba artigianale avvenuta a Reghaia, 30 chilometri a Est di Algeri. Ed infine un capo regionale del Già è stato ucciso da una milizia di autodifesa. 11 terrorista, Abdennur Tadyer, noto col nomo di battaglia di Abdelkader, è caduto in un'imboscata nei pressi di Borsh Menaiel, a 70 chilometri da Algeri. Con lui c'erano una decina di integralisti che sono riusciti a fuggire. Un commando guidato da Tadyer, in luglio, aveva compiuto una strage di civili nel villaggio di Hamra. La Lega Araba, di cui fanno parte dodici Paesi, Algeria inclusa, ha condannato il massacro di centinaia di civili compiuto mail odi vicino ad Algeri definendolo «un (-rimine orrendo» e ha sollecitato uno sforzo congiunto internazionale per sconfiggere i terroristi. Quelli che si sono resi responsabili delle atrocità contro il popolo algerino sono «criminali e terroristi», ha detto La Lega. «Queste azioni violano tutte le leggi divine e tutti i valori e i principi umani», si legge in un comunicato. [Agi-Ansa] Otto assassinati a un fìnto posto di blocco della polizia Anche le donne, i vecchi e i bambini vengono uccisi senza pietà dai terroristi islamici Nella foto una donna nel cimitero di Algeri piange sulla tomba del figlioletto trucidato nell'ultima strage A destra, il presidente Liamine Zeroual

Persone citate: Abassi Madani, Abdelkader, Hamra, Liamine Zeroual, Madani