Esercito padano, la Lega frena

Galan (Forza Italia) si schiera con la Lega. Il capo dello Stato: «Vado anche dove mi fischiano» Esercito padano, la lega frena Mala procura militare apre un'inchiesta ROMA. Padania armata. L'annuncio della creazione di un esercito del Nord fatta dal deputato leghista Paolo Bampo, che siede in commissione difesa, scatena reazioni allarmate e furiose. Dei tre generali che sarebbero al lavoro per organizzare le nuove forze armate di Bossi, però, nessuna traccia. E dalla Lega arrivano smentite. Se Roberto Maroni parla di «balle», Angelo Alessandri, segretario provinciale reggiano della Lega, minimizza l'uscita di Bampo come una provocazione, un messaggio per dire: «Attenzione, la gente è stanca». Dunque anche questa volta la Lega ha usato la tecnica del sensazionalismo seguito dalla smentita. Il progetto di Difesa della Lega Nord non è mai stato un mistero. Lo stesso Bampo in merito all'«esercito padano», pochi giorni fa, diceva di aver contattato «tre ex alti ufficiali della Marina, dell'Esercito e dell'Aviazione che mi aiuteranno nella stesura degli atti», ma spiegava che l'esercito non sarebbe diventato operativo «prima della divisione dell'Italia». «Siamo consapevoli - spiegava in una intervista a giornali veneti che il prossimo Parlamento padano sarà sovrano ma non legittimato a rendere operative le proprie deliberazioni in tema di difesa, poiché manca di riconoscimento internazionale». E forse ad accelerare i tempi e a dare una botta di orgoglio a Bampo può essere stata la dichiarazione del leader dell'estrema destra russa Vladimir Zhirinovski che ha fatto un appello per l'indipendenza della Padania. Intanto del presunto esercito si sta occupando anche il procuratore militare di Roma, Antonino Intelisano. E la procura militare di Padova ha aperto un fascicolo. Si cerca di capire se esistano veramente tre generali in pensione assoldati per organizzare l'esercito padano. Il capo di Stato Maggiore della difesa, l'ammiraglio Guido Venturoni, esclude che questi tre militari siano ancora in servizio. «In Italia - spiega - ci sono talmente tanti generali, tra quelli in servizio e quelli in pensione, che se l'onorevole Bampo ne ha trovati tre è un numero abbastanza modesto, minimo rispetto all'intero corpo. Ognuno è libero di pensare come vuole in questo Paese, certamente saranno persone fuori servizio, che siano in servizio lo escludo e sarebbe in ogni caso inammissibile». Se esistessero, generali padani rischierebbero l'applicazione del codice militare di pace che prevede pene severis sme per i militari che attentano all'integrità, l'indipendenza, la Costituzione e l'unità dello Stato. Stessa severità per chi, non autorizzato, arruola e arma i cittadini Le parole del capogruppo leghista hanno creato allarme. Il ministro della Difesa Beniamino Andreatta ha parlato di fatti di estrema pericolosità. E il sottosegretario Massimo Brutti pensa che l'annuncio di Bampo debba essere preso sul serio perché è soltanto l'ultima manifestazione di una escalation di ostilità verso lo Stato. «Suppongo - ha detto Brutti che i tre generali non esistano, ma se c'è qualcosa di simile credo che spetti all'autorità giudiziaria accertarlo. Nelle parole di Bampo c'è però già una notizia di reato». Insomma non bisogna sottovalutare le minacce della Lega. «Continuiamo tutti a sperare che si tratti di fandonie - ha detto ancora il sottosegretario alla Difesa -, che questi signori siano poi dei pallonari. Tuttavia le cose che dicono diventano sempre più gravi. Il fatto che ci siano stati alcuni conati eversivi, come la sciagurata impresa di piazza San Marco, deve indurci a particolare vigilanza e severità». Dopo aver lanciato la sua «bomba» Paolo Bampo è partito per Kiev dove rappresenterà l'Italia a un seminario di parlamentari della Nato. Un'occasione che, ha fatto sapere il leghista, sarà utile, alla causa, una sorta di stage per la costruzione della Padania. E viene da chiedersi come mai a questa riunione interparlamentare sia stato mandato proprio il «coordinatore difesa del governo della Padania». Una nomina sicuramente incauta che adesso il presidente della commissione Difesa della Camera Valdo Spini chiede al presidente Violante di revocare. «Credo che questo linguaggio - ha detto Spini - sia inammissibile e debba trovare la giusta risposta, e che tanto meno debba essere portato all'estero». In serata la replica del presidente della Camera: «Se Bampo ha fatto quelle dichiarazioni - ha detto - non potrà più rappresentare la Camera all'estero fino alla fine della legislatura. E' un caso che non so se sia di competenza del ministro della Difesa o di quello della Sanità...». Maria Corbi Il leghista Bampo aveva annunciato di aver contattato tre generali per le milizie del Nord Ieri era a Kiev a rappresentare l'Italia a un seminario della Nato Violante: «Se davvero ha detto quelle cose, non rappresenterà mai più il nostro Paese ali estero il suo problema non riguarda la Difesa, ma la Sanità...» /•"* M

Luoghi citati: Italia, Kiev, Padova, Roma