L'Azienda-Italia torna a girare

^Azienda-Italia torna a girare ^Azienda-Italia torna a girare A settembre la produzione è ripartita ROMA. Ora anche gli industriali sono un po' più convinti. L'economia italiana sta uscendo dalla crisi che l'aveva colpita tra la fine del '96 e l'inizio dell'anno in corso e nelle aziende si respira maggior ottimismo. C'è un elemento, soprattutto, che fa ben sperare ed è che le famiglie hanno ripreso, seppur timidamente, a fare acquisti grazie all'aumento dei salari reali. Non è un caso che tutti i settori siano interessati da questo vento positivo, sia pure con sfumature diverse. «E' un fatto che mentre all'inizio i segnali di ripresa erano concentrati sull'industria dell'auto ed erano collegati alla politica industriale del governo, adesso il quadro è più diffuso», sottolinea Paolo Garonna, direttore generale dell'Istat. I dati che escono giorno dopo giorno dimostrano che la correzione di rotta c'è stata. Ieri è stata proprio la Confindustria a far sapere che in settembre la produzione industriale ha registrato una forte crescita (+0,4% su agosto, l'aumento più elevato dell'anno; +3,8% a livello tendenziale, che diventa +7,8% se si tiene conto della giornata lavorativa in più). I dati del terzo trimestre dell'anno indicano un aumento della produzione del 3,1%, mentre per i primi nove mesi si ha una crescita dell' 1,1 % rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso (+1,7% la crescita corretta del diverso numero di giornate lavorative). E l'Iseo, a sua volta, registra il «diffuso e consistente ottimismo» delle imprese per i prossimi tre-quattro mesi, mettendo in evidenza, semmai, il pericolo di una «lieve tendenza al rialzo dei prezzi». Brillanti anche i dati della bilancia dei pagamenti che in agosto segnalano un attivo di 4812 miliardi contro il deficit di 2808 miliardi dello stesso mese del '96. Una performance che ha portato a un nuovo massimo le riserve della Banca d'Italia (la consistenza è di 126.259 miliardi). «I segnali di ripresa sono concreti ma per sapere se sarà solida dovremo aspettare i prossimi mesi», dice Guidalbero Guidi, consigliere incaricato per il Centro studi di Confindustria. E, infatti, secondo l'industriale non porterà nuova occupazione: il fatturato e gli ordini hanno ripreso a crescere in modo sostenuto ma le aziende non si sentono ancora sicure e per questo continuano a investire poco. «Anche perché - aggiunge - per frenare l'inflazione hanno assorbito i rincari delle materie prime e questo ha provocato una compressione dei loro margini». E tra gli elementi critici resta, inoltre, la grande separazione tra Nord e Sud, che si è anzi ulteriormente approfondita in questi mesi. Insomma, quella che l'Italia sta attraversando è una ripresa ancora debole. «Non dobbiamo dimenticare che veniamo da due trimestri di flessione e che la crescita italiana è, comunque, inferiore a quella che si registra negli altri Paesi europei», avverte Garonna. Per questo «solo nei prossimi mesi sarà possibile dire se l'Italia è entrata davvero in una fase di crescita sostenuta». Maria Silvia Sacchi

Persone citate: Garonna, Maria Silvia Sacchi, Paolo Garonna

Luoghi citati: Italia, Roma