La fumatina a gettone di Andrea Di Robilant

La fumatina a gettone In Usa c'è chi sfrutta i divieti con locali per tabagisti: 50 cents a sigaretta La fumatina a gettone VWASHINGTON UOI fumare? Paga e ti faremo godere il tuo vizio in santa pace. Con altri adepti della sigaretta. In locali affollati, densi di fumo e di spensierata complicità. Sembra un ritorno agli speak-easy, i locali clandestini dove si consumavano bevande alcoliche durante il Proibizionismo. Invece è l'ultima novità del business americano: la fumatina a pagamento. L'idea nasce da un dato: negli Stati Uniti, nonostante la martellante campagna anti-fumo, 48 milioni di americani continuano a fumare. E non hanno intenzione di smettere (la cifra è rimasta costante nell'arco degli ultimi dieci anni). L'America che non fuma li considera alla stregua di appestati. I limiti e i divieti sono ormai tali che sono costretti a fumare di nascosto o per strada, in compagnia dei barboni. Ma a ben guardare questi 48 milioni di americani costituiscono an¬ che un mercato nuovo. Da soddisfare. Così, da un po' di tempo, stanno sorgendo locali a pagamento in tutto il Paese (negli aeroporti, nelle stazioni, nei centri commerciali ma anche negli uffici e pubblici e perfino negli ospedali) dove si può fumare in tranquillità, senza dover subire angherie e occhiatacce sprezzanti. I prezzi sono popolari. In genere cinquanta centesimi per una fumata, un dollaro e mezzo per la scheda giornaliera. I primi locali avevano l'aria di centri raccolta per rifugiati. Ora si stanno attrezzando per accogliere una clientela sempre meno timorosa e sempre più esigente. Musica, mobilio di miglior qualità, giornali, bei portaceneri. «Il cliente va soddisfatto», dice Bruce Gerleman, fondatore e proprietario di uno dei primi club per fumatori. Che si chiama Puff - boccatina. Andrea di Robilant

Persone citate: Bruce Gerleman, Puff

Luoghi citati: America, Stati Uniti, Usa