Enel, guerra aperta sulle eccedenze di Ugo Bertone
Enel, guerra aperta sulle eccedenze Testa e Falck ai ferri corti dopo la decisione sui tagli agli autoproduttori Enel, guerra aperta sulle eccedenze Lente non molla. Iprivati: andremo in tribunale CERNOBBIO DAL NOSTRO INVIATO Sul futuro dell'energia elettrica italiana, a un anno o poco più dalla privatizzazione, quasi tutto resta da discutere. Per ora, però, pubblici e privati già litigano. Anzi, s'azzuffano. Come è successo ieri, a villa Erba, all'apertura del convegno Ati dedicato all'«energia del futuro». Chicco Testa, presidente dell'Enel, non va giù leggero. «Se qualcuno pensava - dice con la mente rivolta ai produttori privati di energia - che il passaggio da un mercato chiuso ad uno aperto alla concorrenza fosse una passeggiata di primavera si è sbagliato». L'Enel, insomma, non fa marcia indietro: l'energia eccedente prodotta dai privati non sarà più ritirata a scatola (e prezzo) chiuso dall'ente elettrico. E, almeno per ora, non conosce soste il programma di nuove centrali a ciclo combinato da realizzare con partner stranieri. «La produzione di energia da parte dei privati - spiega il presidente dell'Enel - ha costi assai superiori a quelli dell'Enel o dell'energia importata. E' una situazione non più giustificata e la decisione nostra di non ritirare le eccedenze sta facendo risparmiare all'azienda alcune centinaia di miliardi». «Il mercato - rincara la dose Testa - degli incentivi e delle prebende è finito. Siamo passati da un mercato protetto e con prezzi alti a mercati aperti in cui la concorrenza ha portato ad un forte calo dei prezzi. Volete un esempio? Oggi una caldaia ci costa tre volte meno della stessa caldaia comprata tre anni fa... Anche a noi due provvedimenti, uno del ministero l'altro dell'Authority, ci sono costati 1600 miliardi di minori introiti. Ma queste sono le nuove regole». Alberto Falck, maggiore azionista della Sondel, ascolta e mastica amaro. «Testa - replica dal palco - parla di guerre, di conflitti. Io mi auguro, invece, che si possa collaborare anche se mi rendo conto che, come fu lunga e difficile la nascita dell'Enel nel '62, sarà laborioso anche l'avvio di un nuovo capitolo». Ma, a margine dei lavori, l'industriale annuncia di aver già mandato un'ingiunzione di pagamento nei confronti dell'Enel perché faccia fronte ai ritiri di energia eccedente, previsti dalla legge. E se non ci sarà risposta? «Senza una soluzione negoziale sarà inevitabile la via giudiziale». Ma dal palco tocca a Giuseppe Gatti, presidente di Unapace (l'associazione dei produttori privati) e amministratore delegato di Ansaldo S.I., affrontare Chicco Testa. «Su questo terreno, non ci sono dubbi: se saremo costretti ad adire le vie giudiziarie per far valere i nostri buoni diritti contro l'Enel lo faremo. Anche se noi siamo convinti che non si risolvano i problemi dell'energia di questo Paese a suon di carta bollata. Ma se l'Enel vuol affrontare la transizione da un sistema protetto a uno concorrenziale liberandosi fin da subito degli obblighi previsti per legge, non ci tireremo indietro». Ugo Bertone
Persone citate: Alberto Falck, Chicco Testa, Falck, Giuseppe Gatti
Luoghi citati: Cernobbio
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