L'amore ai tempi di Lady Di

«A trentacinque anni ci sentiamo più libere e belle di quando avevano vent'anni Divorziate, un paio di figli e una nuova vita: riti di passaggio verso una nuova felicità L'amore ai tempi di Lady Di Una generazione di donne allo specchio ^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^ ^^^^^^^^^^ UN MODELLO FEMMINILE SONO figlie di genitori divorziati. Hanno meno di 40 anni e un paio di bambini nati dal primo matrimonio. Dopo qualche adulterio, intercalato da momenti di depressione, si sono separate. Poi, sono rifiorite accanto a un nuovo compagno. Ecco a grandi linee l'identikit tracciato dal settimanale «Elle France» per descrivere la generazione Diana. Ovvero, un plotone di giovani donne - cresciute contemporaneamente alla principessa - che hanno vissuto gran parte delle esperienze sulla sua stessa lunghezza d'onda. Il settimanale documenta ogni fase del processo d'identificazione collettiva, a cui corrispondono precisi trend sociali, espressi così bene dalla principessa, simbolo di un'epoca. Addirittura i francesi paragonano la sventurata Lady Di al Nescafó del secolo, al liofilizzato dei nostri tempi. Non c'è quindi da stupirsi, dicono, se come lei le donne della sua generazione hanno saputo cambiare dolcemente le cose; mandare al diavolo i mariti, buttarsi a capofitto nelle opere umanitarie, ribellarsi ai polverosi doveri prestabiliti. Il fenomeno dilaga anche in Italia? «Non mi pare. Sarei cauta a generalizzare. Ognuno ha esperienze diverse», commenta titubante Catherine Spaak. Lucrezia Lante della Rovere, invece, si riconosce perfettamente nella generazione Di. «Avrei da citare anche molte mie amiche che hanno reagito al vecchio cliché borghese più o meno come lei. Diana mi è sempre stata simpatica perché anteponeva, come quelle della mia età, i sentimenti alle regole». La generazione Di spunta negli Anni Ottanta con le figlie dei divorziati (in Italia meno numerose rispetto ad altri Paesi) che, al contrario dei genitori, vogliono credere alle love story a lieto fine. Stessa cosa per Diana, illusa di trovare in Carlo il principe azzurro. Ma si ! sbaglia. Proprio come tante altre... La sessuologa e ginecologa Alessandra Graziottin cosi spiega il meccanismo emotivo: «Fin da piccola Diana sviluppa la capacità di prendersi cura degli altri sintonizzandosi su! loro dolore. Diventa un surrogato di madre per suo fratello. E nel matrimonio tenta di ricreare una felicita simbiotica. Chi pero subisce un abbandono precoce è minato nello stile di attaccamento. A molte donne, in casi analoghi, capita quindi di ripetere lo stesso errore, ima sorta di replica del trauma, scegliendo inconsciamente partner che le lasceranno». Alla matrice di base che accomuna la principessa a svariate sue coetanee si aggiungono poi, a pioggia, altri fattori. Modelli comportamentali in cui - secondo il sociologo Enrico Finzi - è facile ri- specchiarsi. A Diana tocca il merito di aver «democratizzato» mode e stili di vita. Siamo ancora nell'era delle top model. Elle Me Pherson diventa «The Body», tutte si concentrano sul corpo. Anche la principessa con la ginnastica perde peso. Poco importa se alterna attacchi di bulimia a crisi anoressiche. Il problema riguarda 200 mila donne in Francia e poco di meno in Italia. «Più sono benestanti, intelligenti e colte, più sono soggette a patologie di questo genere», conferma il professor Giorgio Calabrese, docente di dietologia. Quando trionfa il look, spendere per il guardaroba è la regola. Diana dilata il vezzo dilapidando in shopping 80 milioni la settimana. Intanto le star del rock soppiantano quelle del cinema. Ancora una volta lei realizza un sogno diffuso: diventa amica di Elton John, invita Tina Turner al suo anniversario, assiste ai concerti di George Michael. Ma la principessa colpisce l'immaginario collettivo soprattutto con i sentimenti. Le sue coetanee desiderano figli da coccolare, da allevare senza gli schemi rigidi del passato. Lei impersona la perfetta madre moderna esprimendo anche una fisicità affettiva che nessuno prima aveva mai osato esibire. Inés de La Fressange racconta: «Ricordo una foto in cui, durante una cerimonia ufficiale, stava cor¬ rendo per abbracciare William. Paris Match titolò "Choc, Diana infrange il protocollo". Ma per le mamme attuali non è uno scoop voler stringere a sé i figli». Scoccano gli Anni Novanta. Per la generazione Di è la resa dei conti. Ogni mezzo è valido per curare il male di vivere: psichiatri, chiaroveggenti, astrologi. Idem per Diana, che in più non nasconde la propria infelicità e ricorre all'uso di psicofarmaci. Nulla di strano, Il 20 per cento delle donne prende antidepressivi. Arriviamo ai tradimenti, dove una banale scappatella (capita a una coppia su 5) porta questa generazione al divorzio. Pur amando il marito lo puniscono perché le ha tradite per primo. Come accadde a lei con James Jewitt. A questo punto le emule di Diana vogliono dare un senso alla loro vita. Hanno bisogno di emozioni: accrescono la loro sensibilità verso i mali del mondo. Diana abbraccia i malati di Aids, aiuta gli handicappati, vende i suoi vestiti per devolvere il ricavato alle associazioni umanitarie. Carol Bouquet e Inés de La Fressange si occupano dei bambini poveri, Isabelle Adjani combatte il razzismo, Madonna l'Aids. «A 35 anni ci sentiamo più libere e più belle che a 20. Basta guardare le foto di Diana 15 anni fa, sembrava una baby sitter. Dopo tanta sofferenza, però, era diventata una vera donna, una madre e una femmina sexy», sostiene Inés de La Fressange. E' quindi ora di reinnamorarsi, l'85 per cento di loro si rifa una famiglia con un nuovo compagno. Diana aveva scelto Dodi. E come tutte voleva che lui piacesse ai suoi figli, tanto che a luglio glieli aveva presentati. Era a un soffio dalla felicità. Le sue coetanee ora assaporano la libertà duramente conquistata, ma hanno l'intera vita davanti per farlo. Lei no. Una ragione in più per cogliere l'ultimo messaggio lanciato dalla principessa. Così ben sintetizzato nel recente slogan di Calvin Klein: «In bene e in male sii te stessa». Antonella Amapane «Hanno saputo cambiare dolcemente le cose della vita» Ma la sessuologa «Molte di loro non fanno che ripetere i traumi» «A trentacinque anni ci sentiamo più libere e belle di quando avevano vent'anni E possiamo innamorarci» GENERAZIONE DI COME RICONOSCERLA Età fra I 25 e i 40 anni, di status sociale medio alto Figlie di genitori divorziati Donne fragili e sognatrici incallite sono soggette a depressione, e a crisi anoressiche e bulimiche Ricorrono all'analista ma si affidano anche alle chiromanti Sposate, separate dopo qualche relazione deludente hanno da 1 a tre figli e un nuovo amore in corso Frequentano regolarmente la palestra Sono attente all'immagine abbinano jeans e blazer formali, scelgono abiti di griffe Infrangono le regole dell'etichetta Sono mamme affettuose Si occupano di beneficenza Un gruppo di ragazze al funerale di Lady Diana. A destra, Catherine Spaak

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