«Hanno picchiato per uccidere»
Chieti, l'autopsia avvalora la tesi dell'omicidio volontario. Il padre della vittima: sono bestie, nessun perdono Chieti, l'autopsia avvalora la tesi dell'omicidio volontario. Il padre della vittima: sono bestie, nessun perdono «Hanno picchiato per uccidere» Ragazzo strangolato, sei in manette CHIETI. Strozzato volontariamente, con una fortissima pressione sulla carotide durata almeno un minuto. E' morto così Sergio Zaccardi, il ventidueenne di Castiglione Messer Marino, ucciso tra sabato e domenica nel corso di una violenta rissa tra gruppi rivali di giovani che si erano affrontati nella via principale di Villa Santa Maria dopo una serata trascorsa in discoteca per festeggiare un compleanno. «Sindrome asfittica acuta da strozzamento», dice l'autopsia. «Una morte violenta», come ha sottolineato l'anatomopatologo Ivan Melasecca. «I risultati degli esami - ha detto l'avvocato Giovanni Cerella, legale della famiglia Zaccardi - parlano chiaro: chi ha aggredito il ragazzo lo ha fatto con l'intenzione di uccidere». In carcere, su ordine di custodia cautelare firmato dal gip del tribunale di Lanciano, Ciro Riviezzo, sono finite sei persone. I provvedimenti restrittivi sono scattati ieri mattina dopo gli interrogatori a cui è stata sottoposta mia dozzina di giovani, otto dei quali avrebbero preso parte alla rissa. A tutti gli indiziati sono stati subito concessi gli arresti domiciliari. Tre sono di Castiglione, altri tre di Villa Santa Maria: Daniel Stanziani, Gianni D'Alessandro e Matteo Di Paolo sono accusati di omicidio preterintenzionale, Marco e Amedeo Taddeo e Antonio Di Domenica solo di rissa aggravata. Sergio Zaccardi è stato ucciso per una sigaretta negata ad una ragazza. Ma forse era stato solo un pretesto, il fuoco alla miccia dei gruppi rivali che si era già acceso in discoteca per deflagrare poi in piazza dove si è consumato il regolamento dei conti che ha lasciato a terra privo di vita il giovane operaio. Un ragazzo alto, molto robusto, che difficilmente sarebbe stato sopraffatto in quel modo da una sola persona. Ad ucciderlo potrebbero essere stati più d'uno. Sergio potrebbe essere stato aggredito al le spalle: qualcuno lo ha immobi lizzato e l'assassino, che gli stava di fronte, lo ha strozzato. Con Tesi to dell'autopsia è mutata anche la tesi accusatoria: «Secondo me - ha detto l'avvocato Cerella - il reato di omicidio preterintenzionale do¬ vrebbe mutare in omicidio volontario. Questo - ha spiegato - perché l'azione asfittica è durata nel tempo, il che manifesta la volontarietà dell'evento. Chi ha aggredito il ragazzo sapeva ciò che stava facendo e il suo gesto non è affatto andato oltre le intenzioni». Angiolino Zaccardi, il padre di Sergio, con il quale il giovane mandava avanti una piccola impresa edile, ha atteso l'esito dell'autopsia appoggiato al muro dell'obitorio di Lanciano. Il suo è stato un dolore composto, ma alla perdita del figlio non si rassegna. Nessuna pietà verso gli assassini: «Non perdono nessuno, perché ho perso un figlio. Non si può uccidere un ragazzo per una sigaretta. Chi ha ammazzato Sergio è una bestia. L'assassino dovrà pagare per quello che ha fatto». Gli indagati, che la settimana prossima saranno interrogati in procura, hanno già fatto sapere che loro con la morte del giovane non c'entrano nulla, che quando hanno sentito le sirene dei carabi¬ nieri si sono subito allontanati e che Sergio era ancora in piedi. Il sostituto procuratore Giuseppe Falasca ritiene invece che «il quadro generale in cui è maturato il delitto è ormai chiaro, anche se la situazione è in evoluzione e si sta lavorando per acquisire più elementi possibile». In occasione dei funerali di Sergio Zaccardi, che saranno celebrati oggi, i sindaci di Castiglione Messer Marino e Villa Santa Maria hanno proclamato una giornata di lutto cittadino. Don Giulio Capetola, parroco a Castiglione, ha risposto a modo suo ieri pomeriggio durante la seduta del Consiglio comunale riunito per esprimere il cordoglio della popolazione alla famiglia del giovane. «Attenzione alla cultura dello sballo - ha ammonito il parroco -. Spesso i giovani escono con l'intenzione di ubriacarsi, di sbandare. E quando qualcuno sbanda non sa mai che cosa provoca». Roberto Ettorre In alto, di spalle, Gianni D'Alessandro. A destra, Matteo Di Paolo e Daniel Stanziani che si copre il volto. D'Alessandro e Stanziani sono stati arrestati per omicidio preterintenzionale, Di Paolo e altri tre giovani per rissa aggravata
Luoghi citati: Castiglione Messer Marino, Chieti, Lanciano, Villa Santa Maria
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