Il sindaco leghista firma il decalogo anti clandestini di Paola Scola

Il sindaco leghista firma il decalogo anti clandestini Il sindaco leghista firma il decalogo anti clandestini HI taSL A - ■ Ll i Jk ■ L ^^^^^^^^^UN CODICE PERMONDOVr UMONDOVI' NA città di ventiduemila abitanti, dove, alla fine dello scorso anno, c'erano poco più di quattrocento stranieri regolari, soprattutto nordafricani. Non si può calcolare, invece, il numero d'immigrati che oggi vivono in clandestinità a Mondovì. Un fenomeno che preoccupa, per i suoi legami con la microcriminalità, e che nei giorni scorsi ha spinto il sindaco leghista Riccardo Vaschetti a firmare una specifica ordinanza: una sorta di «decalogo» che i monregalesi sono tenuti a rispettare. I cittadini - recita l'ordinanza - sono «invitati» a segnalare al comando di polizia municipale la «sospetta presenza di stranieri clandestini». Così come sono «diffidati» dall'ospitare «stranieri che non esibiscano un valido documento di riconoscimento e il permesso di soggiorno», 'dall'affittare o vendere loro una casa, dall'assumerli alle proprie dipendenze. E si ricorda anche «l'obbligo di dare comunicazione scritta, entro quarantotto ore, all'autorità locale di pubblica sicurezza per chiunque, a qualsiasi titolo, dà alloggio, ospita uno straniero o apolide, anche se parente o affine, o lo assume per qualsiasi causa alle proprie dipendenze, o gli cede la proprietà o il godimento di beni immobili, rustici o urbani». II documento sottoscritto dal primo cittadino ha suscitato a Mondovì reazioni opposte. Per il capogruppo dell'opposizione in Consiglio comunale, Antonio Viglione (Udc), si tratta dell'«ennesima trovata propagandistica del sindaco». Riccardo Vaschetti, stupito di tanto clamore, spiega allora le ragioni che stanno alla base del provvedimento: «Mi sono limitato ad applicare le leggi italiane vigenti, ribadendo disposizioni che avevano già avuto pubblicità in passato. Ho inteso ricordare ai cittadini monregalesi che ci sono norme da rispettare, soprattutto oggi che il problema dell'immigrazione clandestina esiste in modo rilevante». «E' indiscutibile che a Mondovì c'è una presenza di stra¬ nieri ospitati anche in strutture pubbliche, come le case popolari - gli ribatte l'oppositore Viglione -. Non escludo che possano anche esserci irregolari, ma compete all'Amministrazione comunale porvi rimedio, senza tante sceneggiate. Il sindaco ha firmato una sequela di ovvietà, non facendo che riproporre leggi già in vigore. E' esattamente come se avesse fatto un'ordinanza con scritto che è vietato rubare». Nel dibattito intervengono i rappresentanti del partito popolare, che amministra Mondovì insieme con la Lega. «L'ordinanza riprende una legge esistente - spiega Paolo Gastaldi, che coordina il gruppo consiliare ppi -. Se è solo questo, non vedo motivo di urlare allo scandalo. Abbiamo criticato il primo cittadino quando eravamo in disaccordo, ma pensiamo che non si debba sempre sparare addosso al sindaco leghista, qualunque cosa faccia, solo per creare un caso. Non è come ad Acqui Terme, dove è stata messa una taglia sui clandestini». Nelle scorse settimane Bernardino Bosio, un altro primo cittadino leghista, aveva fatto approvare dalla giunta acquese un provvedimento con cui si riconosceva la ricompensa di un milione (a titolo di rimborso speso) per ogni segnalazione relativa alla presenza di stranieri clandestini, che ne agevoli il ritorno in patria. Sulla situazione monregalese la Caritas diocesana, ricordando ancora l'esempio di Acqui, prende tempo. Il responsabile don Francesco Tarò dice: «Sugli immigrati clandestini sono già stati adottati provvedimenti in diverse zone. Mondovì non è la prima città. Quindi intendiamo assumere una posizione comune a livello di Caritas regionale. Lo faremo nei prossimi giorni». Paola Scola Il sindaco Riccardo Vaschetti

Persone citate: Antonio Viglione, Bernardino Bosio, Francesco Tarò, Paolo Gastaldi, Riccardo Vaschetti, Viglione

Luoghi citati: Acqui, Acqui Terme, Mondovì