Immigrati, il voto può attendere

11 Esulta il Polo, critiche da Rifondazione e Verdi e anche da esponenti del pds. In arrivo novità sulle espulsioni Immigrati, il voto può offendere La disciplina stralciata dal disegno di legge I ROMA. Una riunione lampo del Consiglio dei ministri ha stralciato il diritto di voto per gli stranieri dal disegno di legge 3240 di disciplina dell'immigrazione e della condizione dello straniero. La decisione di Palazzo Chigi intende rendere più veloce l'iter parlamentare di un provvedimento giunto all'esame della commissione Affari Costituzionali della Camera, e che rischiava di rimanere bloccato proprio a causa di quella norma. In ballo vi sono 800 mila voti, a quanto risulta dai dati dell'Osservatorio di Milano relativi alle amministrative del 1999, una cifra che può avere un peso decisivo sull'esito delle elezioni. Ma vi è anche l'ingresso italiano nello spazio di Schengen, l'accordo che prevede libera circolazione in una vasta area europea. La riunione decisiva si terrà il 7 ottobre e Fabio Evangelisti, presidente del Comitato Schengen, ha auspicato che «una rapida approvazione della nuova legge sull'immigrazione possa fugare gli ultimi dubbi sul rigore italiano nei visti e sulle espulsioni». Oltre a confermare il principio del diritto di voto negli articoli 2 e 7 del disegno di legge, e riservarsi di agire con una legge costituzionale per la sua disciplina, il governo ha poi presentato due emendamenti all'articolo 11 sulle espulsioni, disponendo che l'espulsione con accompagnamento immediato alla frontiera riguardi soltanto i clandestini, coloro che si sono sottratti ai controlli di frontiera. A ordinarla sarà il prefetto, se vi sia «concreto pericolo che lo straniero si sottragga all'esecuzione del provvedimento». Nei confronti degli irregolari generici viene lasciata al prefetto «discrezionalità» di decisione. «La nuova legge sull'immigrazione che dovrebbe nascere tra pochi giorni non farà distinzioni tra immigrati di serie A e di serie B. E' una legge tra le più moderne, aperte e chiare che si possano avere», ha affermato il presidente del Consiglio Romano Prodi, ammettendo che fino a oggi non vi erano «stru- menti legislativi adeguati». Quanto allo stralcio, «nessuno dica che il diritto di voto per gli immigrati decade», ha avvertito il ministro per la Solidarietà Sociale Livia Turco. Si trattava, infatti, come ha spiegato il ministro dell'Interno Giorgio Napolitano, di «mettere al riparo la norma da ogni dubbio e eccezione di incostituzionalità». Il governo, insomma, «ha doverosamente prestato attenzione agli interrogativi sollevati da diverse parti - anche in riferimento a specifici precedenti parlamentari - sulla sostenibilità dell'introduzione del riconoscimento di quel diritto con legge ordinaria». Ai commenti del Polo, che considerava la decisione di Palazzo Chigi una propria conquista, il ministro Turco ha replicato che si tratta di un errore, «perché non si tratta di una conquista del Polo, ma di una valutazione del governo». Commenti piuttosto discordi da parte del mondo politico hanno accolto la decisione del governo. Per l'Ulivo lo stralcio è una scelta «sag¬ gia» per mettere «al riparo una norma giusta». Per Polo e An si tratta, invece, di una «marcia indietro». Per Verdi e Rifondazione comunista di una «delusione». Per la Lega di un motivo di battaglia. Ma non mancano le voci critiche anche nel pds, come quella di Gloria Buffo, che ha commentato come «la legge sull'immigrazione perde una gamba che la teneva in equilibrio e ci avvicinava alla legislazione di un Paese moderno. Nonostante le migliori intenzioni, il percorso della legge risulterà irto di ostacoli». Compatto, invece, il Polo nel cantare vittoria. Soddisfatto si è detto Maurizio Gasparri di An, «perché, anche se con due mesi di ritardo, il governo ci ha dato ragione». An ha anche criticato il richiamo nei primi articoli di legge del diritto per salvaguardare il principio. «Questo non può essere - ha spiegato il deputato Paolo Armaroli - un grimaldello per introdurre il diritto di voto comunque». Ramona Mantovani di Rifondazione comunista si è rammaricata della decisione sul diritto di voto e anche sull'espulsione c ha annunciato «battaglia dura contro l'espulsione di chi non abbia una condanna definitiva». E Massimo Todisco, direttore dell'Osservatorio di Milano, ha osservato: «La scelta del governo di presentare un disegno di legge per il voto agli immigrati mette in evidenza il pieno riconoscimento della cultura multietnica del nostro Paese». Flavia Amabile La gente invitata a segnalare la presenzadi irregolari e a non ospitare stranieri senza documenti Altre disposizioni vietano di dare lavoro o affittare alloggi a chi è privo di permesso di soggiorno H GLI IJVIMIGRATI Paese di provenienza Citta in cui voteranno 1 E EL DISEGNO MAROCCO 97.000 ROMA 190.000 1 If DI LEGGE EX JUGOSLAVIA 47.000 MILANO 115.000 1 H {Chi potrebbe votare in caso TUNISIA 44.000 NAPOU 35.000 i | diapprovazionedella norma) F,|_,pp,NE 46,000 FIRENZE 26-000 I i ELEZIONI ALBANIA 30.000 TORINO 2S.000 I 1 nSM|'oooTRATIVE SENEGAL 26.000 BOLOGNA 22.000 1 M DEL 1999 EGITTO 24.000 PALERMO ! 8.000 | ■ 800.000 ciNA 22.000 GENOVA 16.000 | ROMANIA 20.000 CATANIA 13.000 1 , , SOMALIA 20.000 BARI 6.000 | IH Fonte: Osservatono di Milano, H dati aggiornati al 31 -12-1993 ALTRI STATI oltre 400.000 I dine ra ia siaLa un mno ule no 190.000 1 115.000 1 35.000 i 26-000 I 2S.000 I 22.000 1 ! 8.000 | 16.000 | 13.000 1 6.000 |