Il grande assedio al covo dei killer di Hamas

«Il villaggio ospita fiancheggiatori e terroristi pronti ad agire». E Netanyahu accusa ancora Arafat MEDIO ORIENTE «Il villaggio ospita fiancheggiatori e terroristi pronti ad agire». E Netanyahu accusa ancora Arafat Il grande assedio al covo dei killer di Hamas Identificati con le analisi del Dna cinque kamikaze palestinesi TEL AVIV NOSTRO SERVIZIO Lo Shin Bet (il servizio di sicurezza interno israeliano) ha registrato il più notevole successo degli ultimi tempi riuscendo a identificare grazie a sofisticate analisi del «Dna» i cinque kamikaze palestinesi - due dei quali travestiti da donne - che il 30 luglio e il 4 settembre provocarono a Gerusalemme la morte di 17 israeliani e il ferimento di oltre 300. Questa rivelazione smentisce la convinzione espressa più volte da Yasser Arafat secondo cui i terroristi venivano dall'estero e l'Anp non poteva dunque essere ritenuta responsabile degli attacchi suicidi. Il drammatico inseguimento ai fiancheggiatori dei terroristi prosegue con grande dispendio di energie ad Assira A-Shemalya, un villaggio palestinese noto come roccaforte di Hamas e distante dieci chilometri dalla città autonoma palestinese di Nablus (Cisgiordania). Centinaia di militari israeliani guidati dal generale Uzi Dayan, comandante della regione militare centrale, assediano da giorni il villaggio e impediscono a chiunque di abbandonarlo. 1 Nelle retate compiute negli ultimi giorni dall'esercito israelia¬ no nella zona di Nablus sono stati arrestati numerosi simpatizzanti di Hamas: fra questi, a quanto pare, vi sono coloro i quali hanno scelto i volontari alle missioni suicide, hanno indicato loro gli obiettivi e hanno fornito gli ordigni necessari. Ma il pericolo non è passato. Ieri il premier Benyamin Netanyahu ha avvertito che altre «bombe umane» sono forse in procinto di entrare in azione. Per lo Shin Bet si tratta di un'inchiesta spasmodica. «Finora - si è lamentato Netanyahu - non abbiamo avuto alcun aiuto dall'Anp, non possiamo dire che Arafat lotti contro il terrorismo». A quanto ha appurato lo Shin Bet, i cinque kamikaze - Muaya Jarrar, Muhammad Sallawha, Tawfik Yassin, Muhammed Abu Hano e Ahmed Shuli, tutti originari di Assira A-Shemalya - erano ricercati sia da Israele sia dall'Anp. Nel 1995 avevano sparato contro mia jeep militare e si erano dati alla macchia. Successivamente avevano riparato nella città autonoma di Nablus (Cisgiordania) dove erano stati presi in consegna dalla polizia palestinese. Ma nel settembre 1996 erano fuggiti e - lo si è appreso solo adesso - si erano rifugiati ad Assira A-Shemalya, a dieci chilometri di distanza da Nablus, da dove mantenevano i contatti con i leader del movimento di resistenza islamico. Ieri sera una fonte vicina a Netanyahu ha dichiarato di dubitare che la loro evasione fosse genuina e ha lasciato intendere che qualcuno ha aperto loro i cancelli del carcere. Secondo Israele, troppo spesso i servizi di sicurezza palestinesi si lasciano sfuggire dalle mani militanti importanti. Ma l'Anp respinge in blocco le accuse israeliane. Assira A-Shemalya - fanno notare i consiglieri di Arafat - è un villaggio che si trova in una «zona B», ossia sotto controllo civile palestinese e controllo militare israeliano. «I nostri seivizi di sicurezza non avrebbero potuto in alcun modo catturarli» ha osservato Samkh Canaan, il responsabile dei servizi di sicurezza palestinesi nella zona di Nablus. Gli israeliani però dicono che nel villaggio sono stanziati 18 agenti della polizia palestinese che nell'ultimo anno non hanno mai cercato di fermare gli «evasi». Aido Baquis Soldati israeliani disperdono una manifestazione contro i coloni di Ras el-Amud

Luoghi citati: Cisgiordania, Gerusalemme, Israele, Medio, Tel Aviv