E' nato Cerberus, girino a due teste di Ezio Giacobini

 E7 nato Cerberus, girino a due teste E7 nato Cerberus, girino a due teste Ricerche utili per capire i meccanismi della malformazione dei feti Avolte nei laboratori di embriologia la realtà non è molto lontana dalle vicende che ci narra la mitologia. Nel corso degli anni, la manipolazione degli embrioni, al fine di comprendere i meccanismi responsabili della formazione degli organi che compongono un essere vivente, ha prodotto creature strane, che troppo spesso hanno messo in cattiva luce gli embriologi e il loro lavoro, considerato al limite del lecito, se non addirittura immorale. E tuttavia il mistero nascosto nei complessi mutamenti che dall'uovo fecondato danno origine a un organismo completo è uno degli enigmi più affascinanti della biologia. L'ultima strana creatura arriva dai laboratori dell'Università della California di Los Angeles, dove la «costruzione» di un girino a due teste ha permesso di chiarire la funzione di una proteina che, non a caso, gli scopritori hanno battez¬ zato cerberus, proprio come il mitico cane a tre teste guardiano degli inferi. La molecola è stata isolata da una zona dell'embrione chiamata «organizzatore di Spemann», dal nome del ricercatore, premio Nobel nel 1935, che la identificò per la prima volta in embrioni di tritone. Nello sviluppo embrionale precoce, l'organizzatore di Spemann svolge la funzione di direttore d'orchestra, perché le sue cellule sono in grado di determinare il destino di tutte le altre componenti attraverso un processo che i biologi chiamano induzione primaria. Ma come ci riescono? Da quando Spemann con la sua scoperta rivoluzionò l'embriologia moderna, molti suoi colleghi e allievi hanno tentato di svelare i meccanismi molecolari che stanno alla base del fenomeno. Si ritiene che le cellule dell'organizzatore secernano delle proteine che vengono captate dalle cellule vicine, e che sono in grado di dirigerne lo sviluppo. Una ventina di molecole proteiche responsabili di varie tappe del differenziamento embrionale sono già state identificate, e cerberus è una di queste. Per saggiarne la funzione il gruppo di ricerca di Los Angeles ha utilizzato un procedimento del tutto analogo a quello che permise a Hans Spemann di identificare l'organizzatore: l'hanno spostata dall'altra parte. Infatti, se è vero che cerberus è in grado di convincere le cellule vicine a organizzarsi per formare una testa (con tanto di occhio, cervello, e un piccolo cuore e un fegato appena al di sotto), iniettandola in un embrione in cui gli organi non sono ancora formati si dovrebbe ottenere un essere con due teste. La prima, quella naturale, indotta dalla proteina normalmente presente nelle cellule dell'organizzatore di Spemann; la seconda, invece, in- Studiate alcune analogie tra forme di demenza pugilistica e lesioni al cervello da malattie degenerative Possibili rischi genetici A lato Mohamed AH (ex campione del mondo con il nome di Cassius Clay), durante un incontro all'apice della carriera, e ad Atlanta nel '96 per l'accensione della fiaccola olimpica Un boxeur su sei dopo i 50 anni ha disturbi neurologici cronicizzati prodotti da piccoli danni inavvertiti conto delle recenti osservazioni di casi sempre più frequenti di Parkinson e demenza tra i pugili americani ed europei un gruppo di ricercatori della Cornell University di New York dei Dipartimenti di Neurologia e Neuroscienze hanno intrapreso uno studio di 30 pugili professionisti di diversa origine e razza pubblicato recentemente sulla rivista «Jama». La mag¬ gior parte era costituita da pugili professionisti appartenenti ad associazioni locali sia aderenti volontariamente allo studio sia scelti dalla New York State Athletic Commission per un controllo neurologico obbligatorio. L'età media era di 49 anni (il gruppo comprendeva diversi pugili non più attivi) e il criterio di scelta era basato su un numero di almeno 12 episo¬ di singoli di traumi cranici sul ring. Il criterio si basava su statistiche compiute su 338 pugili professionisti. Dei 30 solo 11 venivano ritenuti normali secondo una scala di 10 punti determinata mediante test neuropsicologici. Tra coloro ritenuti sofferenti di deficit mentali 3 venivano considerati affetti da un alto grado di demenza. Tra questi si notava la presenza costante del genotipo APOE 4 (almeno un allele). Si poteva pure dimostrare una diretta correlazione tra presenza di almeno un allele E4 e grado di deficit mentali. Tali risultati suggeriscono due importanti conclusioni, la prima che la presenza di un fattore di rischio come l'APOE 4 sia importante nel determinare l'insorgenza della demenza pugilistica e la seconda che esista una relazione tra questa forma di demenza e le forme più comuni di Alzheimer. Se tali dati verranno confermati da studi con casi più numerosi si arriverebbe forse a consigliare i portatori di fattori genetici di rischio quali l'APOE 4 di astenersi dal praticare professionalmente sport quali pugilato, calcio, football americano e hockey su ghiaccio che potrebbero esporli al rischio di sviluppare precocemente gravi forme di demenza di tipo Alzheimer. Ezio Giacobini SII

Persone citate: Cassius Clay, Hans Spemann, Jama, Parkinson, Spemann

Luoghi citati: Atlanta, California, Los Angeles, New York