COLLEZIONISTI E MANCOLISTI di Stefano Bartezzaghi

COLLEZIONISTI E MANCOLISTI COLLEZIONISTI E MANCOLISTI r. ccKumu i occerri m astro / IL v\ t\mo Scrivete a: Stefano Bartezzaghi «La posta in gioco» La Stampa - Tuttolibri via Marenco 32 10126 Torino A prossima volta che giocate al gioco del dizionario, e non venitemi a dire che non conoscete il gioco del dizionario, potreste proporre ai vostri concorrenti il quesito: cosa vuol dire mancolista? E' un operaio siderurgico che aziona manualmente i comandi della fonderia? E' un addetto alle bitte per ormeggio, dette anche «màncoli»? E' un marconista dislessico? E' come vuole Gianluca Neto (Marengo, Al), una «lista elettorale che non voteresti manco per idea» (con Manconi, Mancino, Mancini, Manca e Mancuso...)? Una volta Italo Calvino trovò in un'opera di Giorgio Manganelli due parole che lui (Calvino) non conosceva: erano due parole che mancavano alla sua «collezione» lessicale, così come a qualcuno manca la parola mancolista. Diciamo allora che siamo tutti collezionisti di parole: le teniamo nella nostra memoria per usarle quando ci servono, un po' come teniamo una scorta di francobolli in un cassetto. Quando decidiamo di fare una collezione di parole, prendiamo con le pinzette le parole che abbiamo già, le classifichiamo, le mettiamo in ordine. Se uno non conosce una parola, per esempio mancolista, ha un posto vuoto nell'album. Se uno fa una lista di tutti gli individui (le figurine, i francoboUi, i libri, le farfalle) che gb mancano per concludere una collezione, quell'elenco si chiama mancolista (voilà, la mancolista: è la collezione vista al negativo; è il bicchiere mezzo vuoto; è il ragionamento per esclusione; è il «ciò che non siamo», ma non il «ciò che non vogliamo»; forse è addirittura la storia fatta con i se). E' pure vero che speciali e prestigiosi significati si sono aggiunti a una parola come collezione (e ad altre parole come stilista, casual, firma, creazione, sfilare, intimo, linea, taglio e, già da un po' di tempo, Foggia). Ma nessuno si confonderà: le collezioni che interessano a noi sono specialmente quelle gratuite o perché non costano quasi niente o perché non pretendono compensi terreni. Mario Giani (Montespertoli, Fi) mi ha raccontato che tempo fa aveva portato un autostoppista olandese a Palau (Ss): spiegò di essere un collezionista di «small railwais». Trenini? No, ferrovie secondarie, come quella sarda che l'olandese si accingeva a percorrere in attesa di realizzare il suo vero sogno: la Transandina. La collezione di ferrovie secondarie è certamente gratuita nel senso 2; altrettanto certamente non lo è nel senso 1. Qualcosa costa e non solo in soldi: questo hobby che si direbbe tanto spaziale e geografico fa spendere soprattutto tempo. Le collezioni di parole, invece, ihCHF IL OlOKMie CONTINUI a7 owtwq. o la ca&btta n / LA VIGNETTA DI MARAMOTTI sono pressoché gratuite in entrambi i sensi (se si esclude la compilazione professionale di vocabolari, che è un lavoro retribuito). Io ne ho in corso alcune, e l'ultima che ho intrapreso è la collezione di parole in baby talk: Yaradio, il ciufile, il cimena, la mialèt (è la toilette, quando ci vado io: L. 3 anni), il guidante (serve a guidare: il volante servirà caso mai a volare)... Un'altra collezione che abbiamo attualmente in corso è quella delle «Vie del tempo»: strade e piazze che nel nome ricordano una data. Diceva il già citato ManganeUi: «E così si scopre che in Italia la Storia non esiste, ma è solo un machiavello per dare i nomi alle strade». In Italia? Il progetto delle «Vie del tempo» ha ormai definitivamente allargato le frontiere, avendo toccato sponde tedesche, africane, brasiliane, sammarinesi. Come chiedono a gran voce i più accaniti fra i concorrenti, la prossima settimana fornirò la mancolista delle «Vie del tempo», nella speranza di riuscire prima o poi a completare il calendario. Oggi dirò solo che siamo più avanti dell'ultimo rilevamento (Posta in Gioco del 31 luglio), grazie a molte lettere che ho schedato o ricevuto successivamente. Aggiungerò che, senza offesa per gb altri contributori, le muse estive delle «Vie del tempo» sono state la signora Josée F. Nahum (Milano) e la signora Marisa Sellali (Torino) e che abbiamo coperto un intero mese (quale?), dal giorno I al XXXI. Vi trasmetto infine l'esortazione con cui l'artista Ugo Nespolo chiude la sua presentazione dell'ylnnuario del collezionista (Edizioni Lazzaro, 14010, Antignano, At). Sta parlando del collezionare, e dice: «Fatelo, ma fatelo con enfasi. Se vi va». Stefano Bartezzaghi

Luoghi citati: Antignano, At, Foggia, Italia, Milano, Montespertoli, Palau, Torino